Esteri

Romania, Viorica Dancila è la prima donna premier

La prima ministra designata Viorica Dancila. A destra, il leader del partito socialdemocratico Liviu Dragnea (ap)
Il presidente Klaus Iohannis chiude la crisi aperta dalle dimissioni di Mihai Tudose confermando l'incarico all'europarlamentare, considerata molto vicina al leader del partito socialdemocratico Liviu Dragnea, fuori dei giochi perché indagato per malversazione. Ora la neo prima ministra, 54 anni, è chiamata a sanare proprio il conflitto apertosi tra la sua maggioranza e società civile e magistratura sul tema della corruzione
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PER LA prima volta nella storia una donna diventa primo ministro in Romania. Viorica Dancila, finora europarlamentare del Partito socialdemocratico, con un buon background politico professionale e accademico, è da poche ore confermata nell'incarico grazie al sí del vigile capo dello Stato, Klaus Iohannis. Si risolve così la crisi aperta nei giorni scorsi dalle dimissioni del premier Mihai Tudose, che si era ritirato per contrasti col potentissimo capo del partito socialdemocratico, Liviu Dragnea. E il piú importante Paese balcanico e maggiore membro sudesteuropeo dell'Unione europea e della Nato, spinto sul piano economico dalla crescita piú solida nella Ue, adesso conta di nuovo sulla governabilità. Lo spettro di elezioni anticipate è fugato, vediamo se la prima donna al timone a Bucarest ce la farà.

 Viorica Dancila, 54 anni, è considerata molto vicina a Liviu Dragnea. Il quale non può ricoprire incarichi di governo essendo stato condannato per frode elettorale e ora indagato per malversazione. Ma la sua storia non finisce qui. Diplomata all´istituto del petrolio e del gas romeno (il paese resta un importante produttore di combustibili fossili), Viorica si è distinta nel Parlamento europeo per la sua attività e iniziative a favore della pari opportunità, gender equality e contro le discriminazioni di gender e sociali. E' membro della commissione dell'Europarlamento per la gender equality.

Un volto nuovo, un talento femminile. Ecco la proposta con cui Liviu Dragnea - i cui rapporti personali e politici col presidente liberal, europeista e anticorruzione non sono davvero i migliori - ha tentato di risolvere la crisi. Il capo dello Stato ha colto la palla al balzo. "Dopo aver meditato e soppesato tutti i pro e i contro, ho deciso di dare al Partito socialdemocratico una chance di offrire governabilità alla nazione", egli ha detto. Aggiungendo: "Sono vincitori delle ultime libere elezioni, mettiamoli alla prova della capacità di mantenere le promesse elettorali e governare. Ora attendiamo i fatti, i romeni si attendono molto, come anch'io". Il capo dello Stato, noto in Europa come "mister mani pulite", ha sempre posto il veto a candidati premier non in regola su quel terreno o per eccessiva vicinanza a leader condannati o indagati.

E' dunque nelle mani di una donna di talento il tentativo di disinnescare i conflitti politici in Romania. Conflitti politici non solo tra governo e presidente, ma soprattutto tra maggioranza liberamente eletta e società civile e magistratura. Il Partito socialdemocratico infatti ha tentato piú volte di varare leggi - l'ultima è recentissima, passata in Parlamento - che di fatto depenalizzano reati di corruzione per somme al di sotto di una certa cifra, minimalizzano la gravità del reato di corruzione e tendono a limitare i poteri d'indagine della magistratura. Soprattutto i poteri della Directia Nationala Anticoruptiei (Direzione nazionale anticorruzione), guidata con successo da una donna, la coraggiosa giudice Laura Codruta Kovesi spesso diffamata e minacciata dai suoi possibili bersagli. Non è escluso nemmeno un confronto tra le due donne in quei posti chiave, la premier Viorica e la giudice Laura. Vedremo come andrà a finire. Il boom economico intanto continua.

Tudose si era dimesso per contrasti con Dragnea. In quanto chiedeva le dimissioni della ministra dell´Interno Carmen Dan in relazione a casi di pedofilia che avrebbero coinvolto alti vertici della polizia. Nel frattempo da oltre un anno la pacifica protesta di massa della società civile laboriosa ed europeista contro la corruzione è endemica. Mentre la crescita economica, ben oltre l'8 per cento di aumento annuo del prodotto interno lordo, continua. Con l'Italia come partner economico strategico.