Esteri

Israele dopo l'abbattimento dell'F16: "Siamo pronti a tutto"

Parla il colonnello Jonathan Conricus, portavoce dell'esercito: "L'Iran è un fattore di destabilizzazione continua. E destabilizzare significa favorire nuove guerre. Noi non vogliamo un'escalation, ma se verremo attaccati ancora dal territorio siriano reagiremo"

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LA POLVERE sollevata dal primo scontro diretto fra Israele e Iran in Siria si è depositata. Eppure tutti ancora stanno cercando di capire fino in fondo cosa è successo sabato scorso. E soprattutto dove porterà l’incidente che ha visto l’abbattimento di un F16 israeliano dopo la distruzione di un drone iraniano che da pochi secondi era entrato in Israele.
Il colonnello Jonathan Conricus è il portavoce dell’esercito di Israele per la stampa internazionale: il primo ad aver avvertito i giornalisti sabato mattina dell’abbattimento dell’F16. Conricus ha un’ottima formazione internazionale, è stato per esempio l’unico ufficiale israeliano a New York nello staff dell’Onu per le operazioni di pace, un intero piano del Palazzo di Vetro che fra l’altro sovrintende anche alla missione Unifil fra Libano e Israele.
Colonnello Conricus, immagino stiate ancora studiando molto accuratamente quello che è successo sabato mattina. Molti dicono che il risultato è uno solo: Israele ha perso la superiorità aerea. IDF cosa ne pensa?
«C’è un mutamento radicale nella regione, ma no, non è una questione di perdita della superiorità aerea. Mi spiego: l’esercito di Israele ha fatto le sue prime valutazioni e continua a ragionare su quegli eventi. Secondo noi non c’è un problema di superiorità perduta, perché anzi dopo le nostre azioni punitive la superiorità si è ancora allargata. Un nostro aereo è stato abbattuto per la prima volta da 30 anni, è una perdita grave. Ma in guerra queste cose succedono, e siamo stati fortunati ad avere in vita i due piloti. La vera novità è che questo scontro è la prova evidente di quello che abbiamo indicato al mondo da mesi: la presenza dell’Iran in Siria è ingombrante e pericolosa. C’è una novità nell’equilibrio delle forze fra noi e loro, ed è che in Siria tutti vedono che ci sono i militari iraniani della Forza Quds, le unità di élite dell’Iran comandate dal Generale Qassem Suleiman».
Ma questo si sapeva da tempo. E sono stati capaci di abbattervi un aereo, adesso cosa intendete fare?
«Noi dal punto di vista tecnico, militare, abbiamo reagito confermando la nostra assoluta vigilanza e la prontezza ad intervenire, come abbiamo fatto sabato, quando è stata distrutta buona parte della difesa aerea siriana. Noi confermiamo che non vogliamo entrare in Siria, che non vogliamo escalare il conflitto. Ma siamo pronti a tutto, assolutamente a tutto, se verremo attaccati ancora dal territorio siriano e se gli iraniani non capiranno che non possono rimanere in Siria».
Perché non accettate questa presenza iraniana? Hanno combattuto per Assad, lo hanno rimesso in piedi, perché crede che rinunceranno a stare con lui?
«Non possiamo accettarli. Per noi l’Iran è un fattore di destabilizzazione continua. E destabilizzare significa favorire nuove guerre. Guerre in cui chi pagherà il prezzo saranno i paesi che ospitano le truppe iraniane, come Siria oppure Libano. Cosa ci fanno consiglieri militari e truppe iraniane a Damasco, a Bagdad, a Beirut, nello Yemen? Servono un progetto di espansione militare che va contro la possibilità di mantenere la pace nella regione. Perché noi non accetteremo di vivere sotto la minaccia di essere devastati: agiremmo prima».
Torniamo ancora all’abbattimento dell’F16? Come è stato possibile che dopo 30 anni per la prima volta sia accaduto?
«Tutti hanno visto che a Beirut, nella Bekaa, i libanesi sciiti sono scesi in strada a festeggiare, gli hezbollah hanno celebrato questo evento come un grande evento. Un aereo può essere colpito, quel sabato mattina la difesa aerea siriana ha sparato tutto quello che aveva ed è riuscita a tirare giù un jet. Ma adesso metà di quelle installazioni non esistono più: sono stati colpiti 8 obiettivi siriani e 4 iraniani. Ripeto quello che abbiamo già detto, la difesa aerea siriana è stata dimezzata; il lanciatore del drone iraniano, il posto comando iraniano è stato distrutto. Ma io non continuerei a fare questo elenco di danni. Chiuderei dicendo che Israele non prepara nuove azioni, ma è pronto ad agire».