Esteri

Nigeria, Papa Francesco costretto alla marcia indietro sul vescovo controverso

Il Papa sconfitto su una nomina che era diventata un test della sua autorità su prelati e fedeli. Un caso che arriva dopo la contestazione di un altro vescovo, il cileno Juan Barros, accusato di aver coperto casi di pedofilia

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CITTÀ DEL VATICANO - Una decisione inaspettata, arrivata tuttavia dopo anni di incertezza e scontro. Papa Francesco ha deciso di commissariare la diocesi di Ahiara, in Nigeria, inviando un proprio amministratore apostolico. Si è dimesso, infatti, il vescovo Peter Ebere Okpaleke, nominato nel 2012 da Benedetto XVI, anche se de facto non è mai riuscito a governare: la popolazione e anche i preti della diocesi l’hanno sempre rifiutato a motivo della sua etnia di appartenenza. E a nulla è valso il richiamo all’ordine da  parte dello stesso Bergoglio.
 
Fedeli che rifiutano il proprio pastore. Quello nigeriano non è l’unico caso. Anche in Cile, ad esempio, parte dei fedeli della diocesi di Osorno non hanno ancora accettato il vescovo Juan Barros dopo le accuse mossegli contro dalle vittime di abusi sessuali di aver coperto il prete pedofilo Karadima. Francesco ha qui inviato un suo “investigatore”, il vescovo maltese Charles Scicluna, ex pm della Santa Sede, e non è detto che al termine del suo lavoro non si arrivi alla stessa decisione presa in Nigeria, ovvero le dimissioni del vescovo.
 
La diocesi di Ahiara, in ogni caso, è da anni al centro di uno scontro che ha pochi precedenti. Papa Francesco aveva provato a risolvere la situazione lo scorso giugno quando aveva richiamato laici e sacerdoti a cambiare atteggiamento, e chiedendo nel contempo “totale obbedienza al Papa”. Aveva anche paventato una possibile scomunica per chi non obbediva.
 
Il suo richiamo non ha evidentemente sortito alcun effetto tanto che oggi, così recita il bollettino della Sala Stampa della Santa Sede, il Papa "ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Ahiara, presentata da Peter Ebere Okpaleke, e al tempo stesso ha nominato amministratore apostolico della medesima diocesi monsignor Lucius Iwejuru Ugorji, vescovo di Umuahia”.
 
Okpaleke è della entia Iboe e non dall’etnia Mbaise. È quest’ultima a essere maggioritaria all’interno diocesi di Ahiara. Sono i fedeli di questa diocesi ad aver rifiutato Okpaleke. A un certo punto Francesco aveva pensato addirittura alla soppressione della stessa diocesi, e a un suo accorpamento con altre limitrofe. Ma poi ci ha ripensato. E ha chiesto a monsignor Ugorji di provare lui a ristabilire l’ordine. Una decisione che mostra come anche il Papa possa tornare sui propri passi, se necessario e se non ci sono altre soluzioni possibili.