Esteri

Gerusalemme sospende richiesta tasse, si sblocca trattativa e riapre il Santo Sepolcro

Pellegrini in preghiera davanti alla porta chiusa del Santo Sepolcro (afp)
A partire da domani dopo l'accordo in una commissione che dovrà valutare la gestione fiscale delle proprietà cristiane. Le autorità cattoliche, ortodosse e armene hanno fatto scattare la serrata domenica scorsa per protesta. Migliaia di pellegrini sono rimasti fuori
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La crisi diplomatica che ha portato alla chiusura del Santo Sepocro di Gerusalemme è arrivata ad una svolta. Riaprirà domattina, dopo che Israele ha avviato un negoziato con i rappresentanti delle Chiese cristiane per mettere un argine alla crisi degenerata due giorni fa con la serrata decisa da tutte le autorità cristiane. L'ufficio del primo ministro Benyamin Netanyahu ha annunciato che il comune di Gerusalemme ha sospeso la richiesta delle tasse. Anche la proposta di legge in discussione alla Knesset sulle proprietà delle chiese è congelata.

L'oggetto del contendere è la tassazione delle proprietà ecclesiali che gli israeliani considerano commerciali, sostenendo che le esenzioni fiscali riguardano soltanto i luoghi di culto e ai seminari. Secondo questa interpretazione, le altre proprietà della chiesa sarebbero anche espropriabili. Il sindaco di Gerusalemme Nir Barket sostiene che il debito fiscale sia di 650 milioni di shekel, 152 milioni di euro e sottolinea che la chiesa del Santo Sepolcro e tutte le altre chiese siano esenti e che il cambiamento riguarda soltanto "hotel, sale e attività commerciali" di proprietà della chiesa. Sulla base dei conteggi del debito arretrato, però, secondo il Patriarca greco ortodosso Teofilo III, quello armeno Nourhan Manougian e il Custode di Terra Santa, Francesco Patton c'è il rischio che scatti ora una espropriazione sulla base "di una serie di scandalosi avvisi e ordini di sequestro delle proprietà delle Chiese e dei conti bancari per presunti debiti per punitive tasse municipali". "Questo ci richiama alla memoria tutte le leggi della stessa natura che sono state applicate agli ebrei nelle ore buie dell'Europa", hanno dichiarato i leader religiosi cristiani in cui si parla di "campagna sistematica di abusi contro le Chiese e i Cristiani".

Da qui la decisione di attuare come forma di protesta la chiusura del Santo Sepolcro, che secondo la tradizione è sede della tomba di Cristo. Migliaia di pellegrini sono rimasti fuori dal luogo santo.

Nella commissione che ha discusso la vicenda anche rappresentanti del ministero delle Finanze, degli Affari esteri, dell'Interno e del comune di Gerusalemme. Il cui lavoro è stato sicuramente facilitato dalla nota che annunciava che "Il comune di Gerusalemme sospende i processi di esazione municipali messi in atto nelle settimane recenti". Inoltre, "seguendo la richiesta dei capi delle chiese di negoziati sulla vendita di terreni a Gerusalemme, il primo ministro Netanyahu ha chiesto al ministro Hanegbi di esaminare il tema. Nel frattempo, ogni iniziativa legislativa in merito sarà sospesa". "Israele - conclude il comunicato - è orgoglioso di essere l'unico paese in Medio Oriente dove i cristiani e i seguaci di tutte le fedi hanno piena espressione di religione e fede".