Esteri

Slovacchia, giornalista ucciso: prime tre dimissioni, anche il ministro della Cultura

L'assassinio di Jan Kuciak e della sua fidanzata fa tremare il Paese. Dopo l'assistente del premier e il segretario del Consiglio di sicurezza, si è dimesso anche il ministro della Cultura

1 minuti di lettura
ROMA - Cadono le prime teste in seguito all'omicidio del giornalista investigativo Jan Kuciak, ucciso il 22 febbraio con la fidanzata e trovato cadavere domenica.  Maria Troskova, assistente del premier Robert Fico, e Vilem Jasan, ex deputato dello Smer, partito di Fico e attuale segretario del Consiglio di sicurezza, si sono dimessi. I due hanno lasciato il loro incarico per le rivelazioni di Kuciak che aveva ipotizzato legami fra loro e un imprenditore italiano di una delle quattro famiglie che orbiterebbero intorno alla 'ndrangheta e che erano state oggetto delle sue inchieste.

Kuciak, 27 anni, e la fidanzata Martina Kusnirova, sono stati uccisi il 22 febbraio nel loro appartamento di Velka Maca, a 65 chilometri da Bratislava. Proprio oggi è stato pubblicato dal giornale on line per cui lavorava l'ultimo reportage del reporter, rimasto incompiuto. Il sito Aktuality.sk ha dato ampio rilievo all'articolo, nel quale il giornalista descriveva le attività della criminalità organizzata italiana in Slovacchia, e rivelava i contatti di persone dell'entourage del premier Fico con figure legate alla 'ndrangheta. Kuciak si era occupato delle attività di quattro famiglie legate alla 'ndrangheta che in Slovacchia svolgono attività imprenditoriali. 

I due collaboratori del premier slovacco hanno reagito così agli attacchi di questi giorni: "Collegare i nostri nomi a un atto deprecabile come fanno alcuni media o politici è assurdo. Di fronte alla strumentalizzazione dei nostri nomi, nella lotta politica contro il premier, abbiamo deciso di lasciare i nostri posti all'ufficio del governo fino alla conclusione delle indagini". Il ministro della Cultura slovacco, Marek Madaric, non coinvolto nelle indagini di Kuciak, ha invece lasciato l'incarico per una decisione personale: "Dopo l'assassinio di un giornalista non posso immaginarmi ancora a ricoprire tranquillamente l'incarico di responsabile di questo ministero, responsabile anche per i media".