Esteri

Trump impone le quote ai giudici dell'immigrazione: "Esaminino almeno 700 casi all'anno"

Donald Trump (reuters)
Un modo per accelerare le espulsioni e i rimpatri forzati dei clandestini. Il presidente annuncia anche l'invio di militari al confine con il Messico in attesa del muro
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NEW YORK - L'amministrazione Trump imporrà ai giudici dell'immigrazione un sistema di quote per velocizzare l'espulsione e il rimpatrio forzato degli immigrati clandestini. Dopo giorni di tweet dai toni infuocati con cui ha rilanciato la questione, il capo della Casa Bianca ha anche annunciato che il confine con il Messico sarà presidiato da militari, in attesa della costruzione del muro che è stato uno dei cavalli di battaglia della sua campagna elettorale.

· Le quote per i giudici
In base alle nuove direttive messe a punto dal dipartimento di Giustizia, ognuno dei circa 350 magistrati che si occupano di questa materia dovrà risolvere almeno 700 casi all'anno per ricevere un giudizio "soddisfacente". Se ne risolverà più di 560 ma meno di 700 il "voto" sarà "necessita di miglioramento". "Bocciato" il giudice che rimarrà sotto i 560 all'anno. Uno standard che i rappresentanti della categoria hanno definito "un passo senza precedenti" che rischia di minare l'indipendenza della giustizia.

Saranno penalizzati anche i giudici che rimandano più del 15 per cento dei casi a corti superiori o quelli che fissano le udienze a distanza ritenuta eccessiva. L'obiettivo dichiarato dell'amministrazione è garantire che "i casi siano risolti in tempo e in modo efficiente ed efficace". Secondo i dati diffusi dal dipartimento alla Giustizia, attualmente i giudici risolvono in media 678 casi l'anno, ma alcuni ne esaminano anche più di mille l'anno.

Alcuni immigrati a rischio rimpatrio, ricorda il Washington Post, aspettano mesi prima che venga stabilita una data per l'esame del loro caso e solitamente viene consentito loro di lavorare negli Stati Uniti per mantenersi durante quel periodo, cosa criticata da alcuni come incentivo all'immigrazione illegale. E pare sia proprio questo che il ministro della Giustizia Jeff Sessions intende evitare, cioè che la mole di lavoro arretrato dei giudici consenta a coloro che dovrebbero essere espulsi di continuare a rimanere negli Usa.

Sono 600mila i casi in attesa di essere esaminati dall'Executive Office for Immigration Review, un sistema che non fa capo alla magistratura ma alla rete di agenzie per l'attuazione della legge anche se viene riconosciuta ai giudici la piena indipendenza.

· Militari alla frontiera col Messico
"Sorveglieremo il confine con i militari finché non avremo il muro. È un grande passo, non lo abbiamo mai fatto in passato - ha detto Donald Trump - Non possiamo avere persone che entrano illegalmente nel nostro Paese, scompaiono e tra l'altro non si presentano in tribunale".

"Noi non abbiamo un confine. Il presidente Obama ha apportato cambiamenti che, di fatto, non hanno creato confini. La legge creata dai democratici è così debole e patetica che non ci permette di mandare via chi, in molti casi, non dovrebbe stare qui", ha aggiunto il capo della Casa Bianca. Trump ha poi ripetuto che il Messico dovrà collaborare perché altrimenti Washington farà saltare l'accordo di libero scambio: "Ho detto al Messico che il Nafta è stato una vacca da mungere. Il Nafta è stato eccellente per il Messico ma non per gli Stati Uniti. A causa del trattato, che è stato terribile per noi e che stiamo rinegoziando, molte fabbriche hanno chiuso".

Il presidente avrebbe voluto un accordo con il Congresso che garantisse il finanziamento della costruzione del muro con il Messico in cambio della regolarizzazione dei circa 700mila dreamers, cioè i giovani beneficiari del programma Daca voluto da Barack Obama, che l'attuale capo della Casa Bianca ha promesso di smantellare. Ma l'accordo non è stato raggiunto, cosa della quale Trump accusa i democratici. "Basta Daca", ha affermato nel fine settimana.