Esteri

Siria, cacciatorpediniere Usa verso la costa. La Russia invia jet di disturbo

La nave, arrivata a 100 km dal porto di Tartus, si trova ora in acque neutrali. Washington smentisce. Mosca: "Nessuna guerra con gli Stati Uniti, prevalga il buon senso". Ieri Trump ha promesso una risposta forte contro Assad, dopo il presunto attacco con armi chimiche di Douma 

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UN cacciatorpediniere della Marina militare statunitense, dotato di missili guidati, sta navigando nel Mediterraneo orientale verso la costa della Siria. Potrebbe trattarsi della prima delle "importanti decisioni" contro il regime di Bashar al-Assad, promesse ieri dal presidente americano Donald Trump dopo il presunto attacco con armi chimiche di Douma, nella Ghouta orientale, del 7 aprile scorso.

La nave da guerra Donald Cook, secondo quanto riportato dal quotidiano turco Hurriyet, ha lasciato il porto cipriota di Larnaca, dove era ormeggiata, per avvicinarsi alle acque territoriali siriane. Sarebbe arrivata a circa 100 chilometri dal porto siriano di Tartus, dove c'è una base della marina militare russa. Scatenando la risposta proprio della Russia: alcuni jet avrebbero infatti sorvolato a bassa quota per quattro volte il cacciatorpediniere Usa, compiendo manovre di disturbo mentre si avvicinava alle acque territoriali siriane.

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L'imbarcazione americana, al momento, si trova in acque neutrali e non in quelle territoriali siriane. A riferirlo, l'ex capo di Stato maggiore della Marina russa, Viktor Kravchenko. L'ammiraglio ha però precisato che l'avanzamento del Donald Cook verso la Siria è un chiaro "segnale di escalation" della situazione. 

"Continuo a pensare -  ha concluso Kravchenko - che gli Usa non oseranno apertamente colpire la Siria, per via della presenza delle nostre navi e sottomarini nel Mediterraneo e per il recente avvertimento del nostro capo di Stato maggiore", che ha promesso una risposta di Mosca a ogni minaccia nei confronti dei suoi militari nella zona. 

Non risultano al momento conferme ufficiali da parte delle forze armate Usa sulle manovre. La Marina statunitense, anzi, ha anche negato che i due jet russi abbiano sorvolato a bassa quota il cacciatorpediniere. Nel frattempo anche Mikhail Bogdanov, vice ministro degli Esteri russo e inviato speciale del presidente Vladimir Putin in Medio Oriente, smorza i toni: "Alla fine il buon senso - spiega - dovrebbe prevalere sulla follia. Non credo che vi sia il rischio di un conflitto armato fra la Russia e gli Stati Uniti in Siria". 

Ad aprile dello scorso anno, in risposta alla strage di Khan Sheikhoun, la cittadina siriana in mano ai ribelli colpita da una serie di bombardamenti con gas sarin che uccisero oltre 80 civili, gli Stati Uniti lanciarono 59 missili Tomahawk sulla base aerea siriana Al Shayrat. In quel caso tra i due attacchi erano passate solo 63 ore.