Esteri

Iran il monito di Guterres: "Rischio di guerra se Trump si ritira dall'accordo sul nucleare"

(ansa)
In un'intervista alla Bbc il Segretario generale dell'Onu lancia un appello agli Usa, che entro il 12 maggio dovranno decidere se ritirarsi o meno dal patto
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LONDRA - "C'è il rischio reale di un conflitto se Donald Trump dovesse decidere di non rispettare l'accordo sul nucleare stipulato nel 2015". Lo dice Antonio Guterres parlando alla Bbc, a otto giorni dalla scadenza fissata dal presidente americano per risolvere quelli che ritiene siano i "difetti" del trattato del 2015 tra l'Iran e le potenze del 5+1. Entro il 12 maggio dovrà decidere se confermare l'intesa o ritirarsi. Trump è sempre stato fortemente critico verso l'accordo per cui l'Iran acconsentì a limitare il suo programma nucleare in cambio della sospensione delle sanzioni, che l'amministrazione di Barack Obama considerava invece come il suo più importante risultato di politica estera.

"Fu un'importante vittoria diplomatica - sostiene il Segretario generale dell'Onu - che deve essere salvaguardata. Non dobbiamo stracciarla a meno che non esistano alternative. Stiamo affrontando un momento delicato e pericoloso." E' di due giorni fa la denuncia-show, con tanto di dimostrazioni proiettate su uno schermo in powerpoint, in cui il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha accusato l'Iran di aver mentito sul suo programma nucleare, sostenendo di avere prove conclusive sull'esistenza di un piano segreto di Teheran. Le reazioni europee dopo l'accusa israeliana si sono concentrate sulla determinazione di rimanere nel trattato.

L'accordo venne stipulato a luglio 2015 tra Teheran, Usa, Cina, Russia, Germania, Francia e Gran Bretagna (5+1).  L'Iran si impegnò a ridurre drasticamente il numero delle macchine usate per arricchire l'uranio in cambio della riduzione delle sanzioni che per anni hanno bloccato l'economia del Paese.

L'Agenzia internazionale dell'energia atomica (Aiea), all'indomani delle accuse israeliane, ha ribadito di non avere "alcuna indicazione credibile di attività in Iran legate allo sviluppo di un ordigno nucleare dopo il 2009". Il Consiglio direttivo dell'agenzia, ha ricordato un portavoce, ha "completato il suo esame di questa questione" dopo la relazione presentata nel dicembre 2015, riconoscendo che "prima della fine del 2003 c'era una struttura organizzativa nel Paese volta a coordinare una serie di attività legate allo sviluppo di un ordigno nucleare. Sebbene alcune attività abbiano avuto luogo dopo il 2003, non facevano parte di uno sforzo coordinato - ha poi precisato, sottolineando che - queste attività non sono andate oltre gli studi scientifici e di fattibilità e l'acquisizione di alcune competenze tecniche e capacità pertinenti".

Trump ha spesso espresso la sua opposizione all'accordo che lui ha definito "sbagliato" e il "peggiore di sempre", avvertendo che intende ritirarsi completamente il prossimo 12 maggio, a meno che i firmatari europei dell'accordo e il Congresso non diano una risposta alle sue preoccupazioni. Sostiene che l'accordo abbia limitato le attività nucleari dell'Iran solo per un determinato periodo e non abbia fermato lo sviluppo dei missili balistici. Ha anche detto di aver fornito all'Iran un guadagno di 100 miliardi di dollari, che Teheran ha usato "per armi, terrorismo e oppressione" in tutto il Medio Oriente.

Da parte iraniana, il presidente Hassan Rouhani ha messo in dubbio la legittimità di Usa e Francia di modificare l'accordo nucleare. Ha dichiarato che Trump non ha il "diritto" di rinegoziare l'accordo. Ha aggiunto inoltre che il suo Paese "non accetterà alcuna restrizione oltre i suoi impegni" per rispettare le regole internazionali nel futuro. Teheran sostiene che i missili testati non sono progettati per trasportare testate nucleari e che il suo programma nucleare è pacifico, per scopi energetici.