Esteri

Merkel premiata ad Assisi: "Per la pace bisogna guardare oltre il nostro orticello"

(afp)
La cancelliera ha ricevuto la lampada della pace di san Francesco. "L'integrazione europea? Un progetto di pace senza pari"
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ASSISI - Non si esprime sulla "fase politica impegnativa che attraversa l'Italia", ma sottolinea la "buona collaborazione" messa in campo sui rifugiati. "Se vogliamo creare la pace non dobbiamo pensare solo al nostro benessere. Noi abbiamo il grande compito di occuparci insieme ai nostri vicini della ricerca di una soluzione". Angela Merkel è arrivata ad Assisi per ricevere dai frati del Sacro Convento la lampada della pace di san Francesco per "la sua opera di conciliazione in favore della pacifica convivenza dei popoli". E subito Merkel non ha mancato di ricordare come non vi possa essere pace senza "la capacità di guardare oltre i confini del nostro orticello".

Grazie per la collaborazione che c'è stata tra i nostri Paesi in questo periodo", gli ha detto il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni presente anch'egli per l'occasione in Umbria. "Grazie Paolo, ho lavorato bene con te", gli ha risposto a sua volta Merkel, che si è detta felice di essere ad Assisi, una città che rappresenta molto per chi "vuole lavorare per la pace".
La cancelliera #Merkel in #Assisi: la strada per la pace e la riconciliazione è faticosa. Un progetto di pace unico è l'Unione europea. Se guardiamo alla storia del nostro continente, possiamo vedere la felicità che abbiamo.
Non è un caso che i frati francescani abbiano deciso di premiare la cancelliera tedesca. Un anno fa il medesimo riconoscimento fu dato al presidente della Repubblica della Colombia e premio Nobel per la pace, Juan Manuel Santos. Merkel e Santos, infatti, rappresentano i due modelli di una politica al servizio della pace (Merkel per le aperture ai migranti, Santos per la risoluzione della guerra interna con le Farc) che piacciono alla Chiesa e in particolare a Francesco.

La Chiesa oggi guarda alla Germania non più come a un Paese che salvaguardia semplicemente l'ambito tradizionale delle radici cristiane, ma anche come un Paese che sa qualificarsi nella difesa del clima e dello stato sociale, aprendo ai migranti.

Bergoglio, non a caso, ha ricevuto Merkel già sei volte, gli ha donato una medaglia con raffigurato san Martino che si toglie il mantello per coprire un povero: "Proveremo a fare del nostro meglio", gli disse Merkel quando ricevette il dono papale. La Colombia, invece, che da qualche mese ha stipulato la pace coi guerriglieri delle Farc, è un esempio di come guerre fratricide possono risolversi con la volontà dei protagonisti.
 
Merkel ha parlato a lungo e a braccio all'interno della basilica superiore di Assisi. Ha parlato di Europa e di integrazione, spaziando sulle varie crisi internazionali in corso nel mondo. E ha parlato, in particolare, di "integrazione europea", un "progetto di pace senza pari". Ma impegnarsi per la pace vuol dire "accettare la diversità. La pace è fragile, bisogna evitare i conflitti e impegnarci sempre", ha detto.
 
La cancelliera tedesca ha espresso preoccupazione per l'uscita di Trump dall'accordo nucleare sull'Iran, dopo che meno di ventiquattro ore fa aveva definito "grave" la scelta del presidente americano". Con la sua uscita, ha detto ad Assisi, "la situazione è diventata più tesa". "Seguiamo gli eventi tra Iran e Israele - ha ricordato a scanso di equivoci - tenendo conto che la sicurezza di Israele fa parte della ragione di Stato della Germania".

La situazione in tutto il Medio Oriente preoccupa la Germania: "In Siria - ha ricordato Merkel - è in corso una delle maggiori tragedie umanitarie dei nostri tempi", conseguenza di una crisi migratoria su cui "politicamente dovremmo impegnarci tanto". "Queste persone hanno bisogno di una luce di speranza".
 
Un'altra situazione fonte di preoccupazione è l'Ucraina. "L'Ucraina ci preoccupa - ha detto Merkel - con il formato Normandia cerchiamo di fare rispettare gli accordi di Minsk. Ma ogni notte c'è una violazione della tregua, ogni giorno perdite umane. Gli ucraini non sono soli".
 
Merkel ha ricordato anche la "situazione intollerabile" che sta vivendo lo Yemen. Ai Paesi convolti nella crisi la Germania "non fornirà più armi. Guarderò al caso singolo delle armi prodotte in Sardegna - ha detto rispondendo a una domanda in merito - , ma noi abbiamo già preso la nostra decisione".