Esteri

Terra Santa, il papa: "Non è mai l'uso della violenza che porta alla pace"

(fotogramma)
La Striscia di Gaza al collasso sanitario. I palestinesi richiamano gli ambasciatori dai Paesi europei i cui diplomatici hanno partecipato alla cerimonia per l'ambasciata Usa. Domani la riunione straordinaria dei ministri degli Esteri della Lega araba
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"Sono molto preoccupato per l'acuirsi delle tensioni in Terra Santa e in Medio Oriente, e per la spirale di violenza che allontana sempre più dalla via della pace, del dialogo e dei negoziati. Esprimo il mio grande dolore per i morti e i feriti e sono vicino con la preghiera e l'affetto a tutti coloro che soffrono. Ribadisco che non è mai l'uso della violenza che porta alla pace. Guerra chiama guerra, violenza chiama violenza".

Così Papa Francesco al termine della Udienza Generale del mercoledì. "Invito tutte le parti in causa e la comunità internazionale a rinnovare l'impegno perché prevalgano il dialogo, la giustizia e la pace", ha aggiunto.

Dopo l'inaugurazione dell'ambasciata Usa, seguita dalla sanguinosa repressione di Israele che ha causato una carneficina tra i manifestanti palestinesi, la tensione in tutto il Medio Oriente rimane altissima.

Dopo le 61 vittime di lunedì, ieri altre due persone sono morte sotto il tiro delle forze di sicurezza israeliane durante la nuova protesta nel giorno della Nakba, il colossale esodo di 700 mila palestinesi dopo la creazione dello Stato di Israele nel 1948. Il ministero della Sanità della Striscia parla anche di 250 feriti.

L'Olp ha proclamato tre giorni di lutto per i funerali delle vittime di Gaza, mentre a New York si è tenuta una riunione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu che si è conclusa ratificando l'ennesima esibizione di impotenza nella gestione della crisi mediorientale. I rappresentanti dei Paesi europei membri del Consiglio di Sicurezza (Gran Bretagna, Francia, Svezia, Polonia, Paesi Bassi) insieme a Italia, Germania e Belgio, hanno letto una dichiarazione congiunta in cui chiedono "a tutte le parti di intraprendere passi immediati per la de-escalation e di esercitare moderazione: Israele deve evitare un uso eccessivo della forza e Hamas ha la responsabilità di evitare provocazioni". Una presa di posizione a cui ha risposto l'ambasciatrice Usa all'Onu Nikki Haley, che ha definito la reazione di Israele "equilibrata".

A capeggiare la protesta per la reazione israeliana è il presidente turco Erdogan che ha espulso l'ambasciatore israeliano e ha definito Israele "uno Stato terrorista". Come reazione per la partecipazione degli ambasciatori alla cerimonia per l'ambasciata Usa, i palestinesi hanno richiamato per consultazioni i propri ambasciatori da quattro Paesi europei: Romania, Repubblica Ceca, Austria e Ungheria. La loro presenza alla cerimonia - ha spiegato il ministero degli Esteri palestinese - è stata "una grande violazione della legge internazionale e di numerose risoluzioni dell'Onu"

Condanna per la reazione di Israele è arrivata anche dal presidente iraniano Hassan Rouhani. La portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha ribadito che Gerusalemme "Dovrebbe essere la capitale di due paesi indipendenti, la Palestina e Israele, e rimanere aperta ai seguaci di tutte e tre le religioni monoteiste".

Domani al Cairo la riunione straordinaria (organizzata su richiesta dell'Arabia Saudita) dei ministri degli Esteri della Lega araba si incontreranno per discutere i fatti di lunedì, definiti "una chiara violazione del diritto internazionale".