Il ritorno di Yulia Skripal: "Sono ancora viva e un giorno tornerò in Russia"
È ricomparsa agli occhi del mondo Yulia Skripal, la figlia 33enne dell'ex spia doppiogiochista russa Sergej, sopravvissuta col padre il 4 marzo a Salisbury a un tentativo di avvelenamento con un agente nervino che Londra attribuisce direttamente al Cremlino malgrado le smentite di Mosca. Julija ha letto una dichiarazione di fronte a una telecamera dell'agenzia britannica Reuters: poche e misuratissime parole con le quali ha raccontato il suo calvario, i flash di "una vita messa sottosopra", annunciando un po' a sorpresa di voler tornare in Russia: ma non ora, più in là, in un futuro imprecisato. Ha raccontato di essersi "svegliata dopo 20 giorni di coma" e di aver avuto "la notizia di essere stata avvelenata". Mentre ha definito "scioccante il fatto che sia stato usato un agente nervino" (secondo gli investigatori britannici una micidiale tossina di tipo Novichok sperimentata a suo tempo nei laboratori dell'ex Urss) contro di lei e contro il padre. Ha parlato di "un recupero estremamente lento e penoso" sia per lei, dimessa il 9 aprile, come ha confermato, sia per il padre, uscito dall'ospedale la settimana scorsa, fra terapie "invasive, dolorose e deprimenti"