Esteri

Insultò donne e immigrati. Corte europea annulla le sanzioni all'eurodeputato polacco Mikke

Un anno fa, ma anche in altre occasioni, aveva definito le donne "meno intelligenti degli uomini" e i migranti "spazzatura". Per questo ricevette una dura sanzione che oggi è stata ribaltata dal Tribunale europeo
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STRASBURGO - La Conferenza dei presidenti del Parlamento europeo a marzo del 2017 aveva deciso di comminare la massima sanzione prevista al deputato polacco Korwin-Mikke, che in Aula aveva dichiarato che le donne sono “più deboli, più piccole e meno intelligenti degli uomini” e quindi si meritano “di guadagnare meno”, sollevando forti polemiche.

Europarlamento, deputato insulta donne: "Devono guadagnare meno"


Oggi il Tribunale europeo ha ribaltato la sentenza in considerazione del fatto che, malgrado il carattere particolarmente scioccante delle dichiarazioni rilasciate, in assenza d'infrazioni all'ordine o di turbativa dell'attività del Parlamento, le disposizioni pertinenti del regolamento interno del Parlamento non consentono di sanzionare un eurodeputato per le dichiarazioni rilasciate nell'ambito delle sue funzioni parlamentari.

Il leader di Korwin (Coalizione per il Rinnovo della Repubblica - Libertà e Speranza ), partito politico polacco liberista di destra ed euroscettico, si era esibito in un monologo sessista e razzista in occasione di alcune sessioni plenarie del Parlamento, tra cui quella del primo marzo 2017, in cui si scagliò contro le donne e i migranti definendoli "spazzatura umana che non ha voglia di lavorare". Successivamente il presidente del Europarlamento gli aveva imposto varie sanzioni come la perdita del suo diritto all'indennità di soggiorno per un periodo di dieci e poi di trenta giorni (circa 12mila euro, che ora gli dovranno essere rimborsati), e la sospensione temporanea della sua partecipazione a tutte le attività del Parlamento per cinque e dieci giorni consecutivi, fatto salvo l'esercizio del diritto di voto in plenaria. Inoltre gli aveva vietato di rappresentare il Parlamento per un periodo di un anno.

Si è chiusa quindi a favore del deputato, che più volte ha inneggiato alla pena di morte e ha pubblicamente dichiarato che Hitler non sapeva dell'Olocausto, una vicenda iniziata un anno e mezzo fa.