Esteri

Voglia di normalità in Afghanistan, ma per i Taliban vietati anche i "selfie"

Gli integralisti non accettano la proroga del cessate il fuoco proposta da Kabul e impongono sanzioni ai militanti che si sono ritratti con soldati e truppe straniere

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Il cessate-il-fuoco è archiviato: anche se il governo afgano vorrebbe estenderlo i Taliban non sono d'accordo. Passato il sacro Ramadan, celebrato l'Eid el-Fitr, si torna alla lotta. Gli studenti coranici hanno dimostrato quello che volevano: sono loro a dettare l'agenda, le autorità di Kabul possono solo adattarsi e tutt'al più preparare negoziati con un potere contrattuale ridotto. E le trattative saranno dirette, fra Taliban e Stati Uniti, tenendo presente che la partenza degli stranieri è un punto non trattabile.

E' vero che l'iniziativa del presidente Ashraf Ghani è stata un successo. E' stata una tregua vera, anche se solo di tre giorni, interrotta solo quando gli uomini dello Stato Islamico-Khorasan, concorrenti dei Taliban in questo momento indeboliti da diverse sconfitte sul campo, sono riusciti a riorganizzarsi tanto da colpire due volte nella città di Jalalabad, lasciando sul terreno una sessantina fra civili, militari governativi ma anche militanti Taliban.

Per gli integralisti di Habaitullah Akhundzada la rivalità con Daesh è quasi una variabile impazzita: vedono diversi capi banda divisi fra l'interesse concreto (l'Isis-Khorasan dispone di capitali e paga meglio dei Taliban), le rigidità ideologiche e la stanchezza dopo decenni di conflitto. E in questo momento, al di là dell'attrazione di visioni millenariste, quello che gli studenti coranici possono mettere sul tavolo sembra essere la prospettiva, nemmeno troppo lontana, di una spartizione di potere con le autorità riconosciute dalla comunità internazionale.

Apparentemente nemmeno quest'idea fa incrinare l'atteggiamento monolitico dei Taliban. Nessun cedimento, dicono i portavoce. Anzi, un alto ufficiale dell'organizzazione fa sapere che il mullah Akhundzada si è irritato a vedere i suoi militanti approfittare del cessate-il-fuoco e del salvacondotto garantito dal governo per scattarsi "selfies" con soldati governativi o addirittura con truppe straniere d'occupazione, alle quali la tregua non era stata allargata. A questi imprudenti verranno imposte sanzioni disciplinari, ha raccontato la fonte all'agenzia Reuters. Ma l'incidente sembra chiarire come anche fra i fondamentalisti si sia fatta largo una inarrestabile voglia di normalità.

E che questo sia il sogno di tanti lo dimostrano anche gli attivisti che hanno raggiunto oggi Kabul dopo 37 giorni di marcia dimostrativa, partendo dalla capitale dell'Helmand, Lashkar Gah. La camminata di oltre 500 chilometri era partita dopo che un attentato suicida aveva ucciso 16 persone, compresi alcuni bambini. All'inizio erano partiti in nove, poi il gruppo dei dimostranti è cresciuto. I marciatori, accolti dalla gente di Kabul, rivolgeranno un appello per la pace in una moschea.