Esteri

Migranti, Merkel e Macron: "Serve risposta Ue. Accogliamo esigenze dell'Italia"

Conferenza stampa congiunta dei due leader dopo il vertice. Nel testo si sottolinea che “azioni unilaterali e non coordinate rischiano di spaccare l’Europa, dividere i suoi popoli e mettere a rischio Schengen”.

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BERLINO -  Angela Merkel ed Emmanuel Macron trovano l’accordo sui migranti e sulle riforme dell’eurozona in un incontro che precede il vertice europeo di fine mese. E secondo quanto si legge nella “Dichiarazione di Meseberg” firmata dai due al termine della riunione interministeriale di Germania e Francia, tra gli obiettivi ci sono un rafforzamento di Frontex, una riforma del diritto di asilo, l’istituzione di un Fondo per l’eurozona - ma è ancora da decidere la dotazione finanziaria su cui fino a ieri Parigi e Berlino litigavano - e la trasformazione del fondo salva-Stati in Fondo monetario europeo. 
 
In conferenza stampa, Merkel ha dichiarato di voler appoggiare “le proposte della Commissione Ue e il rafforzamento di Frontex” e ha assicurato che “accoglieremo le valutazioni dell’Italia sull’immigrazione”, visto che il nostro è un Paese particolarmente esposto. Nella “Dichiarazione di Meseberg” si legge che i due puntano a “un’ambizioso rafforzamento sia degli uomini sia del mandato di Frontex” e a un “sistema comune del diritto di asilo”. E nel testo si sottolinea anche che “azioni unilaterali e non coordinate rischiano di spaccare l’Europa, dividere i suoi popoli e mettere a rischio Schengen”. Se alcuni Stati membri “agiscono in modo unilaterale, ciò rischia di far aumentare l’immigrazione in tutta l’’Europa”. 
 
Tuttavia un passaggio delle conclusioni recita anche che i movimenti dei richiedenti asilo già registrati in un Paese verso un altro Paese vanno “evitati”. E in conferenza stampa Macron ha dichiarato che “quei migranti che vengono registrati in un Paese e vanno in un altro devono essere rimandati indietro al più presto”. E’ stato il punto di maggior attrito nei giorni scorsi tra la cancelliera e il suo ministro dell’Interno Seehofer, che vorrebbe persino rimandarli indietro al confine. Merkel punta invece su intese bilaterali con i Paesi che li accolgono e li registrano per primi, che molto spesso sono l’Italia e la Grecia.
 
Da Macron è arrivato anche un appello alla “solidarietà, fuori e dentro i confini” europei. “Non siamo un’isola piantata in mezzo al nulla. Per la cancelliera quella dei migranti è “una sfida comune”; gli ha fatto eco il presidente francese, sottolineando che “crediamo in una risposta europea”, sottintendendo che le fughe in avanti non possono essere sottoscritte.
 
La cancelliera e il capo dell’Eliseo promettono anche un fondo comune per l’eurozona da istituire entro il 2021 e da incardinare nelle attuali strutture di bilancio europee. E la trasformazione del Fondo salva-Stati Esm in Fondo monetario europeo che “potrà fare fronte a diversi rischi” secondo Macron. Secondo la cancelliera “abbiamo raggiunto un buon risultato”. Nella “Dichiarazione di Meseberg” si legge in ben due passaggi che le linee di credito agli eventuali Paesi in difficoltà sarebbero erogate dietro “condizionalità” e che nei programmi di aiuto il nuovo Fondo monetario europeo dovrebbe avere “un ruolo rafforzato”, anche se i partner nei guai potrebbero chiedere comunque “il sostegno del Fmi”. 
 
Sul budget dell’eurozona la “Dichiarazione di Meseberg” sostiene che dovrà servire a “promuovere la competitività, la convergenza e la stabilità dell’eurozona a partire dal 2021. Potrà concentrarsi in “investimenti in innovazione e capitale umano”. Soprattutto: “potrà finanziare nuovi investimenti e sostituirsi alle spese nazionali”. La sua dotazione finanziaria, specifica il testo ma senza citare somme precise, “proverrebbe sia dai contributi nazionali, sia da entrate fiscali, sia da risorse europee”, insomma da un mix di fonti. Infine, sul Fondo per la disoccupazione, il testo rimanda a “un esame ulteriore” da parte di Francia e Germania. 
 
Un vertice, ha concluso Macron in conferenza stampa, “che avviene in un momento di verità per ciascuno di noi e per tutto il nostro continente. Persino un momento che riguarda la civiltà, forse”.