Esteri

Il Papa in Svizzera: "La vita è drogata tra messaggi e chiamate"

Francesco a Ginevra dove partecipa al Consiglio mondiale delle chiese cristiane. La battuta sulle presenze femminili nei dicasteri del Vaticano e la direttrice del Fondo monetario internazionale: "Una donna a capo dello Ior? Trattiamo con Lagarde"

2 minuti di lettura
GINEVRA - “La vita è diventata tanto complicata, oggi per molti è come 'drogata': si corre dal mattino alla sera, tra mille chiamate e messaggi, incapaci di fermarsi davanti ai volti, immersi in una complessità che rende fragili e in una velocità che fomenta l'ansia”.     È quanto lamenta Papa Francesco, nell'omelia della messa celebrata al Palaexpò di Ginevra, in occasione dell'anniversario di fondazione del Wcc, il World Council of Churches.    

Per il Pontefice, “si impone una scelta di vita sobria, libera dalle zavorre superflue. Una scelta controcorrente: la scelta di rinunciare a tante cose che riempiono la vita ma svuotano il cuore, per ritrovare il coraggio del silenzio e della preghiera, lievito di una vita veramente umana. Scegliamo le persone rispetto alle cose, perché fermentino relazioni personali, non virtuali. Torniamo ad amare la fragranza genuina di quel che ci circonda”, incoraggia il Papa.    

Francesco è a Ginevra per un "pellegrinaggio ecumenico" in occasione del settantesimo anniversario del Consiglio ecumenico delle Chiese, una comunità fraterna che riunisce 345 Chiese cristiane di oltre 110 Paesi e comprende luterani, riformati, anglicani metodisti, battisti, ortodossi e altre comunità.    

Si tratta di un viaggio all'insegna dell'unità dei cristiani e della pace. La visita è un evento raro e storico per la Svizzera. In 2000 anni di storia di pontificato se ne contano solo cinque. Dall'ultimo arrivo di un papa nella Confederazione sono trascorsi quattordici anni. Il 5 e 6 giugno 2004, Giovanni Paolo II aveva partecipato all'incontro nazionale dei giovani cattolici svizzeri a Berna. Il prelato polacco, all'epoca affetto dal morbo di Parkinson, era stato festeggiato come una pop star da circa 12.000 giovani alla pista di ghiaccio di Berna. Oggi l'evento è diverso: tutto è incentrato sulla preghiera ecumenica e sul lavoro sempre in divenire per l'unità fra comunità cristiane.     "Se ogni uomo è un essere in cammino, e chiudendosi in sé stesso rinnega la sua vocazione, molto di più il cristiano". Così il Papa nel suo primo discorso di questa mattina, sottolineando che "la vita cristiana porta con sé un'alternativa inconciliabile: da una parte camminare secondo lo Spirito", "dall'altra soddisfare il desiderio della carne", ovvero "realizzarsi inseguendo la via del possesso, la logica dell'egoismo" ma così gli altri diventano "scarti fastidiosi".  

L'occasione per il Papa è propizia per ricordare come "l'ecumenismo" - appunto il complesso di progetti e sforzi per l'unità dei cristiani - sia una grande impresa in perdita". Se non segue la via dello Spirito, l'uomo e il cristiano, prova "a realizzarsi inseguendo la via del possesso, la logica dell'egoismo, secondo cui l'uomo cerca di accaparrare qui e ora tutto ciò che gli va. Non si lascia accompagnare docilmente dove Dio indica, ma persegue la propria rotta. Abbiamo sotto gli occhi - ha sottolineato Papa Francesco - le conseguenze di questo tragico percorso: vorace di cose, l'uomo perde di vista i compagni di viaggio; allora sulle strade del mondo regna una grande indifferenza. Spinto dai propri istinti, diventa schiavo di un consumismo senza freni: allora la voce di Dio viene messa a tacere; allora gli altri, soprattutto se incapaci di camminare sulle loro gambe, come i piccoli e gli anziani, diventano scarti fastidiosi; allora il creato non ha più altro senso se non quello di soddisfare la produzione in funzione dei bisogni".  

Francesco continua il lavoro dei suoi predecessori sulla strada dell'unità. I cristiani debbono camminare verso "una meta precisa: l'unità. La strada contraria, quella della divisione, porta a guerre e distruzioni". "Il Signore ci chiede di imboccare continuamente la via della comunione, che conduce alla pace. La divisione, infatti, si oppone apertamente alla volontà di Cristo, ma è anche di scandalo al mondo". "Il Signore ci chiede unità; il mondo, dilaniato da troppe divisioni che colpiscono soprattutto i più deboli, invoca unità".   

Sul volo che lo portava a Ginevra, a chi l'ha ringraziato per le parole spese, durante l'intervista di due giorni fa con la Reuters, sulle donne e sulla loro presenza ai vertici dei dicasteri vaticani, in particolare allo Ior, ha commentato scherzando: "Sì, siamo in trattativa con Christine Lagarde".