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Macron a Roma, lungo colloquio con il Papa: "La soluzione è lo sviluppo dell'Africa"

(afp)
Incontro tra il presidente francese e il Pontefice a Roma. Al centro della visita di Macron in Vaticano principalmente la questione migranti. Francesco: "Siamo tutti poveri"
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CITTÀ DEL VATICANO - È arrivato con 25 minuti di ritardo, ma si è intrattenuto con papa Francesco addirittura per 57 minuti, un tempo record. Emmanuel Macron è salito a palazzo apostolico in Vaticano questa mattina dopo un'udienza concessa a Palazzo Farnese a una delegazione della Comunità di Sant'Egidio. Con Francesco si è intrattenuto di più di quanto non avevano fatto prima di lui Barack Obama (50 minuti) e Donald Trump (30 minuti).
 
L'incontro è stato cordiale. Macron, accompagnato anche della premiere dame Brigitte Trogneux che indossava un abito nero lungo fin sotto al ginocchio e ha raccolto i capelli biondi, ha alla fine salutato Francesco con una inusuale "carezza". Un gesto spontaneo del Capo di Stato, con il cenno della mano a sfiorare il volto del Papa, e avvenuto al momento dei saluti dopo lo scambio dei doni.
(ap)
Ricevendo fra le sue mani una copia preziosa del "Diario di un curato di campagna", romanzo di Georges Bernanos, il Papa ha ringraziato Macron confessandogli: "Ho letto quest'opera diverse volte e mi ha fatto bene: è un libro che ho sempre amato molto".
 
Nel donare a Macron il medaglione di San Martino che offre metà del suo mantello a un povero, Francesco ha spiegato al presidente francese: "È una medaglia realizzata da un artista romano del secolo scorso. Ritrae San Martino. E vuole sottolineare la vocazione dei governanti in aiuto dei poveri. Tutti siamo poveri". Il Papa ha anche donato a Macron i suoi documenti Evangelii gaudium, Laudato Si', Amoris Laetitia, Gaudete et exsultate e l'ultimo Messaggio per la Giornata mondiale della pace.
 
Al centro del colloquio principalmente la questione migranti. Come anticipato ieri dal Segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, è grande l'attenzione vaticana per l'atteggiamento dell'Europa in merito, quindi le questioni bilaterali specie alla luce della posizione non rigidamente laicista espressa dal presidente francese qualche mese fa in un incontro con i vescovi del suo Paese.
 
Sono tutti temi dei quali il presidente francese ha parlato anche con Sant'Egidio. Si è parlato - fanno sapere dalla Comunità - dell'auspicio di soluzioni umanitarie di accoglienza e integrazione per i migranti, di corridoi umanitari, di Africa e di pace. "Macron ascoltava parecchio Riccardi e Impagliazzo, attento alle soluzioni concrete, interessato moltissimo ai corridoi umanitari, e molto alla 'scuole della pace' in Africa, scuole di alfabetizzazione per minori in situazioni difficili e quindi cosa significa costruire un futuro in Africa. E poi ha visto con favore anche la necessità più in generale di riaprire canali legali (oltre ai corridoi umanitari) d'ingresso per chi ha bisogno, insomma tutto ciò che può legalmente favorire l'arrivo di migranti. Ha parlato poco e ha molto ascoltato. Ultimo tema il dialogo interreligioso come strada per la pace. È voluto stare tanto con Sant'Egidio, più di tre quarti d'ora". Lo stesso Macron ha confermato poi in una conferenza stampa in serata: "Ho detto al Papa che la via progressista" per risolvere la crisi dei migranti "è una vera politica di sviluppo dell'Africa".
 
Non è un caso che la giornata odierna del presidente francese, Emmanuel Macron, a Roma si sia aperta con una visita a Palazzo Farnese di una delegazione della Comunità di Sant'Egidio. È al lavoro per la pace e l'accoglienza degli ultimi proprio della Comunità, migranti in primis, messo in campo anche con l'invenzione dei cosiddetti corridoi umanitari, che il presidente francese guarda. L'idea adesso è quella di ampliare questa esperienza dei corridoi umanitari.

Macron è accompagnato a Roma dalla moglie Brigitte, dal ministro dell'Interno, Gerard Collomb, incaricato dei culti religiosi, e dal ministro degli Esteri, Jean-Yves Le Drian.
Il presidente francese Emmanuel Macron con l'arcivescovo George Gaenswein all'arrivo in Vaticano (reuters)
La Santa Sede, dopo gli anni difficili della presidenza Hollande che appoggiò la legge sui matrimoni omosessuali, e dopo soprattutto il braccio di ferro sull'ambasciatore gay Laurent Stefanini respinto dalla Santa Sede, cerca nel presidente francese un alleato contro l'avanzare degli estremismi di destra in Europa. All'Eliseo, invece, hanno fatto capire che Macron, che ha studiato dai gesuiti e che ha scelto di essere battezzato a dodici anni anche se si dichiara "agnostico", teneva molto a conoscere Papa Bergoglio con cui le convergenze sulla carta sono molte, non solo sull'approccio dell'immigrazione, ma anche sulla diplomazia in paesi come Siria, Libia, Medio Oriente, Centrafrica, Corea del Nord. Il leader francese ha discusso col Papa anche del suo impegno in favore dell'ambiente, con la difesa degli accordi di Parigi. Non a caso l'unico colloquio telefonico avvenuto finora con il Pontefice risale al giugno scorso, quando Donald Trump aveva deciso di ritirare gli Stati Uniti dall'intesa globale per lottare contro il riscaldamento climatico.

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Macron ha preso infine possesso nella basilica di San Giovanni in Laterano - l'ultimo fu Nicolas Sarkozy - del titolo di primo e unico protocanonico d'onore del capitolo lateranense, una tradizione risalente ai tempi di Enrico IV. A differenza di Sarkozy, il leader francese, criticato in patria dai sostenitori di una laicità repubblicana più rigorista, non ha pronunciato un discorso nella basilica.