Esteri

Israele, nuovo raid in Siria. Tensioni nel governo sulla risposta ad Hamas

Un militante palestinese prepara un "acquilone di fuoco"  (afp)
Il ministro Bennett: “Dobbiamo sparare a chi lancia aquiloni di fuoco”. Il generale Eisenkot: “Anche se sono ragazzi?” 
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Israele continua le sue operazioni militari in Siria per allontanare dai suoi confini la presenza di soldati iraniani, impegnati ormai da anni a sostegno del presidente Assad. Ieri notte secondo l'" Osservatorio per i diritti umani in Siria", una Ong che tiene il conto degli attacchi militari nel paese, aerei da caccia hanno compiuto una nuova incursione nell'area di Aleppo, uccidendo almeno 9 "miliziani" di un gruppo che sostiene il governo di Bashar Assad. Potrebbe trattarsi ancora una volta di pasdaran iraniani, o di uomini dell'Hezbollah libanese, ma al momento non c'è nessuna conferma sulla loro nazionalità.
 
Parallelamente Israele fronteggia una crisi altrettanto delicata, quella dei continui scontri con Hamas tutt'intorno ai confini di Gaza. Da mesi Hamas ha trovato un modo per mettere in crisi il sistema di difesa israeliano: suoi militanti ma anche decine e decine di giovani palestinesi si avvicinano al reticolato di separazione con Israele e lasciano partire in cielo aquiloni e piccoli palloni aerostatici con degli ordigni incendiari. Quando gli aquiloni precipitano in terra di Israele danno il via ad incendi che stanno mettendo in difficoltà le comunità locali israeliane nella regione meridionale.
 
Oggi i giornali israeliani riferiscono di una riunione del Gabinetto di Sicurezza del governo con i militari in cui le tensioni sono esplose fra politici di estrema destra e militari. Il ministro dell'Educazione Naftali Bennet si è scontrato apertamente con il capo di Stato maggiore Gabi Eisenkot sul tipo di risposta militare da dare agli "aquiloni di fuoco".
Il Gabinetto di Sicurezza era stato riunito proprio per rispondere alle proteste sempre più dure dei residenti del Sud di Israele. A un certo punto il ministro Bennett ha detto "ma perché non spariamo a tutti quelli che vediamo lanciare gli aquiloni incendiari verso il nostro territorio? Non abbiamo nessun impedimento legale, spariamogli addosso e non vicino, soltanto per intimidirli. Sono terroristi nel vero senso del termine". Il generale Eisenkot gli ha risposto con cautela: "Ci sono molti ragazzini fra quelli che lanciano di aquiloni, non credo che sparare per ucciderli sia la risposta giusta".

Il ministro Bennett, che è uno dei super-falchi nel governo di Israele, leader del partito "Jewish Home", ha risposto "E se è un adulto ad agire e viene identificato come adulto?". Il generale Eisenkot gli ha risposto a tono, "Lei suggerisce di sganciare una bomba da un aeroplano contro chi ci lancia contro un aquilone?". Bennett ha risposto di "si, dovete farlo". E il generale semplicemente ha commentato "non sono d'accordo, non è in linea con i nostri principi operativi e morali".
 
L'episodio dello scontro in Gabinetto di Sicurezza offre uno spaccato sulla condizione di nervosismo e sulle difficoltà che sta incontrando il governo Netanyahu nel fronteggiare questi "aquiloni di fuoco" che da settimane bersagliano i campi israeliani tutto intorno a Gaza. Da poche ore l'esercito israeliano, con mediazioni varie fra cui quella dell'intelligence egiziana, avrebbe raggiunto un cessate-il-fuoco dopo giorni di lanci di missili da parte di Hamas e di bombardamenti aerei d parte dell'aereonautica israeliana. Bennett ha criticato pubblicamente la tregua raggiunta segretamente con il gruppo terroristico, nei fatti attaccando da destra il premier Netanyahu e il ministro della Difesa Avigno Lieberman. Bennett, che è stato un ufficiale delle forze speciali israeliane prima di diventare per alcuni anni un imprenditore di successo negli Stati Uniti, ha detto che "per 3 mesi abbiamo assistito al lancio di almeno 1000 fra razzi e ordigni incendiari da Gaza sui nostri territori. Adesso, secondo la sua convenienza, Hamas ci dice che vuole un cessate-il-fuoco. Ma bisogna essere chiari: un tregua senza una fine del terrorismo non è deterrenza, è capitolazione Dello Stato di Israele. Io e il ministro della Giustizia Shaked (anche lui del partito Jewish Home, ndr) ci opporremo nel Gabinetto di Sicurezza a qualsiasi tregua con Hamas che permetta loro di riarmarsi, pronti a riprendere i loro attacchi".
 
I consiglieri di Netanyahu e di Lieberman hanno reagito con irritazione a Bennett, accusandolo di voler giocare con la sicurezza del paese a fini elettorali. Ma queste sono le condizioni politiche che attraversa il governo Netanyahu. Con Hamas che sicuramente approfitterà della possibile tenuta del cessate-il-fuoco per provare a riorganizzarsi in attesa di un nuovo confronto militare con Israele.