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"No al telefono alla guida": anche il Papa scende in campo

(lapresse)
Appello del Santo Padre davanti agli agenti della Polizia Stradale incontrati oggi in udienza in Vaticano. Fretta e competitività assunte a stile di vita, fanno degli altri conducenti ostacoli o avversari da superare, trasformando le strade in piste di formula uno e la linea del semaforo nella partenza di un gran premio
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 Una reprimenda nei confronti di chi guida parlando al cellulare e un monito alla polizia stradale e ferroviaria perché "non approfittino mai del potere di cui dispongono". Questo l'appello del Papa agli agenti incontrati oggi in udienza in Vaticano. Nel ringraziare gli agenti per il servizio che svolgono, "spesso non adeguatamente stimato", ed esortandoli a "usare misericordia" nelle "innumerevoli situazioni di debolezza e di dolore", si è anche raccomandato di "non approfittare mai del potere di cui disponete - e da un alto grado di umanità. Sia nelle azioni di controllo che in quelle repressive, è importante fare affidamento su un uso della forza che non degeneri mai in violenza. A questo fine, servono grande saggezza e autocontrollo, soprattutto quando il poliziotto viene visto con diffidenza o sentito quasi come nemico, invece che come custode del bene comune".  
 
Il Papa ha anche parlato dei problemi delle strade e delle ferrovie. "Accanto alle carenze del sistema stradale, bisognoso di ingenti investimenti di ammodernamento e di messa in sicurezza", ha sottolineato Bergoglio, "si deve fare i conti con lo scarso senso di responsabilità da parte di molti conducenti, che sembrano spesso non avvedersi delle conseguenze anche gravi della loro disattenzione (per esempio con l'uso improprio dei cellulari) o della loro sregolatezza. Ciò è causato da una fretta e da una competitività assunte a stile di vita, che fanno degli altri conducenti come degli ostacoli o degli avversari da superare, trasformando le strade in piste di formula uno e la linea del semaforo nella partenza di un gran premio. In un simile contesto, a incrementare la sicurezza non bastano le sanzioni, ma è necessaria un'azione educativa, che dia maggiore consapevolezza delle responsabilità che si hanno nei confronti di chi ci viaggia accanto".  

Così anche il settore ferroviario richiede "manutenzione e investimenti strutturali, la cui insufficienza - ha denunciato il Papa  - ogni giorno procura disagi a milioni di pendolari e viaggiatori" e non di rado "causa incidenti anche mortali".

Quindi una raccomandazione a tutti i dirigenti e agenti stradali e ferroviari perché la loro professionalità sia data "dall'elevata competenza ma anche da una profonda rettitudine" "che porti a non approfittare mai del potere" "e così sviluppare un altro grado di umanità".