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Bankitalia, Renzi: "Gentiloni sapeva. Riconferma Visco non sarà mia sconfitta". Ira di Prodi: "Mozione improvvida"

Ignazio Visco, governatore della Banca d'Italia (ansa)
Il segretario del Pd insiste sul caso della mozione parlamentare di sfiducia nei confronti del governatore uscente. Ma precisa: "Non ho posto una questione di nomi". E si dice certo che "in Commissione ci sarà qualche sorpresina". La replica del Professore: "Non mi tirare in ballo". La presidenza del Consiglio smentisce riscostruzioni della stampa. Salvini attacca l'ex premier: "Insabbiatore attacca Visco per nascondere responsabilità"
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ROMA - Si fa sempre più incandescente il clima intorno alla vicenda Bankitalia e, in tarda sera, si trasforma in un botta e risposta a distanza tra il segretario Pd, Matteo Renzi, e l'ex presidente del Consiglio, Romano Prodi.  "Il Governo non era semplicemente informato: era d'accordo. La mozione parlamentare non solo era nota al Governo, ma come sa chi conosce il diritto parlamentare, prevedeva che il governo desse un parere. Che c'è stato ed è stato positivo". Renzi prima in un'intervista a Quotidiano nazionale, poi in serata durante Otto e mezzo su La7, torna sul caso Bankitalia che ha scosso e diviso il partito. Una ricostruzione diversa da quanto pubblicato oggi da Repubblica secondo il quale la sottosegretaria Maria Elena Boschi avrebbe messo a punto il testo votato dalla Camera senza informare il premier e il Quirinale. "L'esecutivo è fatto di persone serie, non danno parere positivo senza sapere di cosa stiamo parlando", dice Renzi al quotidiano.

E, più tardi, rincara la dose: "Tutti sapevano tutto. Il presidente del Consiglio mi ha telefonato per dirmi che secondo lui la mozione aveva dei punti da cambiare. Poi è normale che il leader del primo partito venisse incontro al governo", ha detto il segretario Pd a Otto e Mezzo su La7, ribadendo che "un partito di Sinistra deve stare con i risparmiatori e non col governatore", prosegue, rivendicando la sua natura di 'rottamatore': "Io - aggiunge - sono sempre il solito, non è che sono nato rottamatore e sono diventato il difensore delle magagne del sistema". Questo, però, non vuol dire che l'eventuale riconferma di Visco "sarà una mia sconfitta - dice -. Io non ho posto una questione di nomi. Abbiamo detto che la Vigilanza non ha fatto granché, Quirinale e governo avranno sempre il rispetto del Pd".

Nessuno, insiste Renzi, ha messo in discussione i poteri del governo, ma sottolinea anche che "tra galateo istituzionale e diritti dei risparmiatori, io sto dalla parte dei risparmiatori". Questo non toglie che "quello che decide Gentiloni avrà il mio appoggio totale", ha ribadito, insistendo su quanto aveva dichirato nell'intervista a QN: "Auspico che (governo e Quirinale, ndr) scelgano la persona migliore: se il governo riterrà che la persona migliore sia l'attuale governatore ne prenderemo atto. Ma il rispetto istituzionale non significa non chiedere chiarezza rispetto a ciò che è successo. Noi abbiamo la coscienza a posto, spero che tutti possano dire lo stesso".

L'ex premier mette in chiaro che nel Pd non ci sono 'scheletri nell'armadio': "Siamo i primi a essere interessati al fatto che la Commissione sulle banche lavori e faccia chiarezza", ha specificato, ma si dice certo che proprio la Commissione "ci riserverà qualche sorpresina. Si cita Banca Etruria per nascondere le vere magagne, ad esempio una banca comprata a 6 miliardi e venduta a 9 miliardi...".

Le dichiarazioni dell'ex premier fanno scattare l'ira dell'ex presidente del Consiglio, Romano Prodi, che prontamente replica: "Vedo maldestri tentativi di ricercare precedenti alla improvvida mozione presentata dal Pd sul governatore della Banca d'Italia e che si propone un parallelismo con una mia presa di posizione del 2005. Il mio intervento di allora mirava ad accelerare la approvazione della Legge sul risparmio che conteneva il giusto passaggio della carica di Governatore da carica a vita a carica con una scadenza di mandato e che assegnava alla Consob il compito di vigilare sulla concorrenza anche nel sistema bancario. È del tutto evidente che parliamo di obiettivi e modalità completamente diversi."

La bufera sulla vicenda non si laca: stamani fonti di Palazzo Chigi hanno smentito le ricostruzioni "di vario segno" apparse oggi sui quotidiani, sottolineando che sul tema della Banca d'Italia le decisioni del Presidente del Consiglio "saranno basate sulle prerogative a lui attribuite dalla legge ed ispirate esclusivamente al criterio di salvaguardia dell'autonomia dell'Istituto".

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L'ex premier, dalle pagine di QN risponde anche in merito alle dure critiche ricevute da Walter Veltroni e del presidente emerito Giorgio Napolitano: "Mi spiace per le polemiche - afferma -  anche se rispetto la loro opinione. Ogni discussione aiuta a crescere, ma rimango stupito nel vedere reazioni così dure a un semplice atto parlamentare. O vogliamo dire che il Parlamento non può discutere?".

In soccorso giunge il presidente del Pd Matteo Orfini, che bacchetta i bersaniani, che in Aula hanno contrastato apertamente una mozione analoga del M5s contro Visco, e che invece hanno poi criticato il Pd:

Attacca il segretario Pd il leader della Lega, Matteo Salvini: "Per difendere i diritti di migliaia di italiani truffati scriverò a Gentiloni e Mattarella per chiedere che il Parlamento ascolti urgentemente Visco. È evidente che l'insabbiatore Renzi attacca Visco perché che non vuole che vengano fuori le responsabilità sue e del governo. Chi sceglie Casini, cioè il vecchio sistema, alla presidenza della commissione d'inchiesta sulle banche non vuole chiarezza e verità. Tutti a casa, Renzi, governo e Visco: servono regole e trasparenza", ha scritto in una nota il segretario del Carroccio.





 
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