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Bankitalia, Renzi: "Se Gentiloni conferma Visco ne prenderò atto. Ma noi lontani dai salotti della finanza"

Matteo Renzi (lapresse)
Le rassicurazioni al presidente del Consiglio ma anche le crisi bancarie e un Pd che non può stare con i "salotti della finanza" nell'intervista del segretario dem ad 'Avvenire'. "Paolo ha la mia stima, ma noi dobbiamo stare con i risparmiatori". Poi da Firenze: " Per tornare a Palazzo Chigi non sacrifico mie idee". Alfano: "Bankitalia non è enclave su cui le forze politiche non possono discutere". Fava: "Fatto istituzionale molto grave"
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ROMA - "Prenderò atto della decisione del governo e qualsiasi decisione sarà non intaccherà minimamente i nostri rapporti". Ovvero, se il premier Gentiloni confermerà Ignazio Visco alla guida di Bankitalia, il Pd incasserà senza dare seguito alla mozione contro la conferma del governatore uscente che ha rischiato portarlo in rotta di collisione con l'esecutivo e di innescare una crisi. Sono le rassicurazioni di Matteo Renzi in un'intervista all'Avvenire, in edicola domani, anticipate dal sito del quotidiano.

"Ho letto bugie, ricostruzioni parziali - dice ancora il segretario dem -. Ho visto tutti concentrati sulla mozione quasi fosse una spy-story. Voglio essere chiaro: la difesa a oltranza di Visco non sta nei miei desideri segreti. Ma qualsiasi nome il premier farà, non ci saranno problemi. Anche se dovesse confermare Visco, nessun problema". "Gentiloni - prosegue Renzi - non ha bisogno di consigli. Paolo ha la mia stima, il mio rispetto e la mia amicizia. Le sue parole sull'indipendenza e l'autonomia della Banca d'Italia sono giuste".

Bankitalia, Renzi: "Rispetto scelta Gentiloni, ma sulle banche è andato tutto bene?"

"E' tutto così sorprendente, così incredibile, così assurdo. Con una parola sola direi così surreale - aggiunge Renzi ritornando sulla grande polemica generata dalla mozione dem -. Giro l'Italia e non c'è stata una persona che mi abbia chiesto chiarimenti sulla mozione, ma dei problemi reali della gente. E invece si guarda sempre al dito e mai alla luna". E qui, dopo aver rassicurato Gentiloni, rifacendosi ai "problemi della gente", Renzi ribadisce la convinzione di essere nel giusto. "Il vero problema sono le crisi bancarie, sono le decine di miliardi messi dallo Stato per salvarle. Io e il Pd non possiamo difendere l'attuale assetto di potere, non possiamo stare dalla parte dei presunti salotti buoni della finanza. Noi stiamo con i risparmiatori. Non sta a me fare la lista delle audizioni e non credo che la commissione debba essere la Torquemada del passato".

Ancora il segretario del Pd, nel pomeriggio a Firenze, ha dichiarato che "per molti aspetti tornare a Palazzo Chigi sarebbe importante", perché "ti accorgi che da lì puoi incidere davvero. Quindi sì, sarebbe importante, ma non sono così desideroso di tornarci da sacrificare le idee e le cose che ho fatto in questi anni". E a ruota, sempre in riferimento a Bankitalia, ha chiosato: "Non dirò che sulle banche va tutto bene, ad esempio".

Banche, Renzi: ''Non torno rottamatore, ma non tradisco miei ideali per tornare a Palazzo Chigi''

Nella minoranza del Pd, si fa sentire la voce del ministro della Giustizia Andrea Orlando. Che rispondendo ai giornalisti sulla vicenda della mozione Pd sul governatore di Banca d'Italia a margine del Forum Coldiretti, dichiara: "Non andiamo a cercare le linee di frattura, cerchiamo di seguire con attenzione la trattativa che si sta svolgendo a livello di unione bancaria per evitare che ci possano essere effetti negativi per il nostro sistema creditizio e più di tutto per i risparmiatori italiani che hanno subito molte ferite". Il ministro della Coesione sociale, Claudio De Vincenti, getta acqua sulla vicenda assicurando che non esiste alcuna frattura tra governo e Pd. "Le forze politiche - aggiunge De Vincenti - esprimono i loro punti di vista ed è giusto che lo facciano. Così come è giusto che il governo, nell'ambito delle procedure previste dalla legge, tenga conto e valuti queste prese di posizione. In definitiva però, spetta al governo, nella sua autonomia, prendere una decisione".

Proprio dall'area di governo, è il ministro degli Esteri e leader di Alternativa Popolare Angelino Alfano a rivendicare invece il "diritto delle forze politiche di dire la propria opinione". "Su Bankitalia adesso c'è solo da attendere la proposta del presidente del Consiglio e del ministro dell'Economia - premette Alfano -, non alimenterei ulteriori polemiche. Il punto essenziale adesso è la decisione del governo, su cui occorrerà concentrasi per fare la scelta più giusta". Tuttavia, sottolinea il ministro, se c'è "l'autonomia della Banca d'Italia" e al tempo va riconosciuto "il diritto delle forze politiche di dire la propria opinione. Non è una enclave la Banca d'Italia, della quale e sulla quale non si può discutere". A proposito della mozione Pd, Alfano chiarisce: "Noi l'abbiamo votata e abbiamo anche contribuito a emendarla".

Uscendo dai confini dem, dalla sinistra del partito si leva contro Renzi l'accusa di Claudio Fava di Sinistra italiana: "Un pezzo di campagna elettorale. Renzi fa campagna elettorale contro il proprio partito, il proprio governo, in questo caso contro Gentiloni. Mi sembra un fatto istituzionale molto grave. La governance della Banca d'Italia, un'istituzione che dovrebbe essere assolutamente terza al dibattito parlamentare, ridotta a un giudizio di bottega attraverso una mozione, nel modo in cui è stata discussa e votata, mi sembra grave sul piano istituzionale e per quello che rappresenta. Un episodio da campagna elettorale in cui Renzi comincia a distinguere gli amici dai meno amici".
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