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Rosatellum, tra caos e proteste ok al Senato a tutte e cinque le fiducie. Di Battista a Mattarella: "Stia attento a firmare"

La protesta dei senatori grillini in Senato durante il voto di fiducia al Rosatellum (ansa)
A Palazzo Madama il voto sulla nuova legge elettorale. Napolitano attacca Renzi, non vota le singole fiducie ma darà il suo sì. Mdp è contro, i numeri tengono grazie ai verdiniani e ad assenze tattiche di Fi e centristi. Anche leghisti in soccorso del Pd. Grillo bendato al Pantheon. Domattina atto finale
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ROMA - Ok al Senato a  tutte e cinque  le fiducie richieste su altrettanti articoli della nuova legge elettorale, il Rosatellum bis: alla prima arrivano 150 sì e 61 no, alla seconda 151 sì e 60 no, alla terza un po' più di suspence, 148 sì e 61 no, alla quarta, si risale a 150 sì e 60 no. La quinta è la più risicata di tutte, 145 voti favorevoli e 17 contrari sull'articolo 6 della legge, l'ultimo a dover essere approvato. Giornata convulsa e intensa al Senato, ma alla fine il governo esce indenne con la fiducia posta sugli articoli 1, 2, 3, 4 e 6 della legge elettorale.

Domani si svolgono a partire dalle 9.30 le dichiarazioni di voto in diretta televisiva e poi il voto definitivo sul provvedimento previsto intorno alle 11. Se otterrà l'ok definitivo del Senato, la legge elettorale sarà poi inviata al Quirinale per la firma del presidente della Repubblica.

La nave del Rosatellum bis va, e tutto in poco più di quattro ore. I numeri delle votazioni fanno ipotizzare che siano stati sempre gli stessi schieramenti anomali a votare il nuovo Rosatellum, uniti da un patto che ha tenuto. Già a partire dal primo articolo la fiducia è arrivata da Pd, centristi di Ap, Ala (compreso Denis Verdini) e alcuni senatori dalle autonomie e del gruppo misto. Hanno votato contro M5s, Si, Mdp. I senatori di Forza Italia, Lega e Gal sono risultati assenti o in congedo.

All'ultimo voto, però, alcuni leghisti sono rientrati in Aula per garantire il numero legale. Nel tardo pomeriggio M5s, Mdp e Si hanno abbandonato Palazzo Madama per protesta e in piazza al Pantheon, dove si sono radunati i M5s con leader Beppe Grillo, è arrivato dal deputato grillino Alessandro Di Battista un violento attacco al Quirinale: "Mattarella stia attento a firmare la nuova legge elettorale" 
 

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MDP CONTRO VERDINI
Un applauso esplicitamente sarcastico dei banchi dei senatori Mdp ha salutato il voto favorevole alla fiducia sulla legge elettorale da parte di Denis Verdini. Ma, garantiscono fonti dem, i sì di Ala non sarebbero stati decisivi per il raggiungimento della maggioranza.

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La terza fiducia ha portato con sé un po' di suspence per la maggioranza, senza i centristi non sarebbe stato raggiunto il numero legale e la fiducia si ottiene con tre voti in meno: con 148 sì e 61 no, i presenti erano 217, i votanti 209, la maggioranza richiesta 105. Contatti febbrili per capire chi ha voltato la testa e rotto il patto.

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CAOS E GESTACCI
Intorno all'ora di pranzo è scoppiata una quasi rissa durante la seconda chiama. I senatori del Movimento 5 Stelle hanno votato con la preannunciata benda davanti agli occhi, ma ci sono stati anche fischi, grida e un gesto dell'ombrello. La bagarre in Aula è scoppiata dopo che il senatore M5s Michele Giarrusso, dopo essere passato davanti al banco della presidenza urlando il suo no alla fiducia, ha poi alzato il braccio facendo il gesto dell'ombrello. E' esplosa la protesta dei senatori pd, il clima si è surriscaldato, e i grillini hanno gridato il solito "onestà, onestà". Il presidente del Senato, Pietro Grasso, dopo alcuni battibecchi, ha dovuto richiamare tutti all'ordine minacciando di sospendere la seduta.

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• CHI HA VOTATO PER LA NUOVA LEGGE ELETTORALE
Reggono gli schieramenti dichiarati pro e contro il Rosatellum. Tra i cinque senatori a vita solo Carlo Rubbia vota sì. Gli altri (Giorgio Napolitano, Elena Cattaneo, Mario Monti e Renzo Piano) sono assenti per congedo. I dissidenti pd Vannino Chiti, Massimo Mucchetti, Claudio Micheloni, Walter Tocci e Luigi Manconi, oltre all'orlandiano Roberto Ruta, risultando comunque presenti, non fanno mancare il numero legale.

NAPOLITANO: "FORTI PRESSIONI SU GENTILONI"
In mattinata era atteso l'intervento di Giorgio Napolitano critico con Matteo Renzi  E il presidente emerito della Repubblica ha mantenuto le promesse, difendendo Paolo Gentiloni "pressato" dal segretario del Pd. "Singolare e sommamente improprio - dichiara Napolitano - far pesare sul presidente del Consiglio la responsabilità di una fiducia che garantisse la intangibilità della proposta in quanto condivisa da un gran numero di partiti".
 

Rosatellum bis, Napolitano: "Improprie pressioni su Gentiloni per mettere fiducia"


"Il presidente Gentiloni - dice Napolitano - sottoposto a forti pressioni, ha dovuto aderire, e me ne rammarico". E ancora, l'ex presidente: "Si può far valere l'indubbia esigenza di una capacità di decisione rapida da parte del Parlamento fino a comprimere drasticamente ruolo e diritti sia dell'istituzione sia dei singoli deputati e senatori?".  
 
Alla fine, però, Napolitano dice che bisogna salvaguardare la stabilità e il ruolo italiano nello sviluppo dell'unità europea e con una nota fa sapere che al voto finale darà il suo sì "come espressione della fiducia al Governo Gentiloni".

ROSATELLUM BIS, ECCO COSA PREVEDE LA SCHEDA

• PROTESTA M5S AL PANTHEON, FISCHI ALLE ISTITUZIONI
Un coro di fischi si è alzato dai manifestanti M5S in piazza al Pantheon in protesta contro il Rosatellum quando dal palco la deputata Federica Dieni ha chiamato in causa il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e i presidenti del Senato e della Camera Pietro Grasso e Laura Boldrini in quanto "responsabili" dell'attacco alla democrazia perpetrato con questa legge elettorale.

Dieni, come prima Danilo Toninelli, ha urlato dal palco che "Grasso dovrebbe dimettersi". "Restiamo uniti, i nostri figli hanno bisogno di noi" ha concluso Toninelli tra gli applausi della gente.

Rosatellum bis, piazza 5s bendata al Pantheon con Grillo, Di Maio e Di Battista


• DI BATTISTA A MATTARELLA: "STIA ATTENTO, HA GIA' SBAGLIATO"
"Al Presidente Mattarella voglio solo ricordare che quando era deputato della Repubblica intervenne in aula contro la riforma elettorale del governo Berlusconi perché approvata a colpi di maggioranza, disse che era vergognoso. Mi piacerebbe ricordare a Mattarella di fare Mattarella. Faccia attenzione a firmare una seconda volta una legge truffaldina e anticostituzionale". Così Alessandro Di Battista (M5s) arringa la piazza contro la massima carica dello Stato.
 
BARILLARI (M5S): "CI DISTRAGGONO CON ANNA FRANK E VOTANO"

• BEPPE GRILLO BENDATO AL PANTHEON
Intorno alle 17 il leader M5s si presenta in piazza al Pantheon. Aveva annunciato la sua presenza sul blog, avvertendo che "alla fine questi dopati della politica riceveranno una grandissima lezione da quelli immuni, da quelli che avranno ancora il sistema immunitario integro".

Con lui anche Luigi Di Maio e Di Battista. Tutti e tre hanno indossato per alcuni secondi una benda bianca sugli occhi. La piazza ha imitato il gesto e gridato "Libertà, libertà" mentre una voce solitario dal fondo ha urlato "impicchiamoli Beppe, viva la ghigliottina". "Stanno facendo una legge elettorale Pd e Forza Italia per mettersi insieme e fare un nuovo inciucio alle prossime elezioni" esordisce Di Maio nel prendere la parola.

"Il Paese viene spolpato dall'interno. Apparentemente sembra che vada tutto bene" così Grillo che poi ha arringato: "Non abbiamo potuto manifestare intorno al Senato perché hanno paura. La Polizia ci ha giustamente consigliato di stare qua e io a loro ho consigliato di andare là, al Senato, ad accerchiarli".
 
• TAVERNA: "MUSSOLINI ERA UN PIVELLO AL LORO CONFRONTO"
Al Pantheon la senatrice M5s Paola Taverna infiamma la piazza con un ardito paragone: "Sono indignata nel vedere Verdini passare lì sotto, votare la fiducia, guardarci e ridere (...). Questi hanno messo 5 fiducie... Mussolini era un pivello al confronto. Questa è dittatura: toglierci la possibilità di votare".

• POCHI RISCHI PER LA MAGGIORANZA
A Palazzo Madama intanto la maggioranza va, anche se i 16 senatori di Mdp hanno deciso di votare no, con relativo annuncio ufficiale dell'uscita dalla maggioranza, e dal computo dei sì sono depennati anche i voti di quattro dissidenti dem Chiti, Micheloni, Tocci, Mucchetti e Manconi. Defezioni quasi coperte dai voti dei 14 senatori verdiniani di Ala.

In ogni caso, la maggioranza che si è formata intorno al Rosatellum aveva predisposto un piano B con una lista di senatori in missione, malati o assenti per abbassare il quorum e rendere più agevoli i passaggi per l'approvazione della legge.
 

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Sul terreno resta anche la questione sollevata ieri da Bersani e compagni che, dopo avere abbandonato la maggioranza, sono saliti al Quirinale per informare il presidente Mattarella. Tirato per la giacca anche da Luigi Di Maio (M5s) che vorrebbe un no del presidente al Rosatellum. Nella Prima Repubblica il passo di Mdp avrebbe portato a una "verifica" sull'esistenza di una maggioranza parlamentare, che si poteva concludere anche con una crisi di governo, così auspicava la senatrice Doris Lo Moro. Ma il presidente della Repubblica sembra proprio non prendere in considerazione questa ipotesi.
 
Da mesi il Quirinale chiedeva un intervento del Parlamento sulla legge elettorale, almeno per uniformare i sistemi differenti per Camera e Senato usciti dalle sentenze della Consulta. E dunque sarebbe assai contraddittorio, ora che l'obiettivo sembra vicino, un intervento che rimetta tutto in discussione. Ammesso che esistano margini giuridici e costituzionali per un intervento sul Rosatellum bis.

Inoltre, appena chiusa la partita della legge elettorale, inizierà quella della legge di Stabilità. E al Colle tutto pensano tranne che aprire una crisi di governo e lasciare il Paese senza le previsioni di bilancio per il 2018. Legge che potrebbe coagulare una nuova maggioranza. La stessa che potrebbe crearsi dalla prossima legislatura, quando con ogni probabiltà non ci sarà una forza parlamentare maggioritaria con i numeri per governare.
 
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