Politica

Legge elettorale, Renzi: "Non è nata una nuova maggioranza. Si vota con chi ci sta"

"Quando Verdini è stato decisivo sulle unioni civili nessuno si è scandalizzato". E risponde alle critiche di Napolitano: "Su fiducia ha scelto Gentiloni". In merito a Bankitalia: "Chi sbaglia paga, ma rispetterò Visco"

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ROMA - Dal treno con cui sta percorrendo l'Italia, fermo alla stazione di Ariano Irpino (Avellino), il segretario del Pd Matteo Renzi si collega a Circo Massimo, la trasmissione di Radio Capital condotta da Massimo Giannini e Jean Paul Bellotto. E nega che ieri al Senato sia nata una nuova maggioranza, anche se per i cinque voti fiducia sulla legge elettorale è stato decisivo il contributo dei verdiniani: "Una nuova maggioranza? Assolutamente no. Quando Denis Verdini è stato decisivo sulle unioni civili non eravate così scandalizzati".

Renzi a Circo Massimo: ''Alleanza con Verdini? Assolutamente no''

LA LEGGE ELETTORALE SI VOTA CON CHI CI STA
"La legge elettorale  - continua l'ex premier- era stata pensata, con il modello simil tedesco, anche con il M5s. Vi stupite che ci sia un accordo con Fi e Lega, ma la legge elettorale si vota con chi ci sta, anche con le opposizioni. Ci abbiamo provato anche sulle riforme costituzionali, prima che Berlusconi cambiasse idea. Tra l'altro questa legge elettorale mette i collegi. Io ero per le preferenze, che mi piacciono molto di più. Ma il meccanismo dei collegi permette di scegliere sul territorio come era con il Mattarellum, purtroppo con una quota inferiore".

Rivolto ai Cinquestelle, aggiunge: "Ho sentito Danilo Toninelli del M5s che ci criticava sulle preferenze. Ma Toninelli quando si è presentato a Crema ha preso nove voti di preferenza". Quanto alle pluricandidature "è un aspetto che non mi piace, ma c'era anche prima". E conclude: "Meglio avere una legge (votata dal Parlamento, ndr.), che una decisa dalla Consulta".

NO ALLE LARGHE INTESE
Il segretario dem nega anche la possibilità di grandi intese tra Pd e Forza Italia. E ripropone il tema della coalizione di centrosinistra: "Si va verso una grande coalizione Renzi-Berlusconi? Questo lo dite voi. È evidente che raggiungere il 40% è difficilissimo, lo abbiamo preso alle europee ed è stata una vittoria, mentre al referendum è stata una sconfitta. Se prendessimo, in coalizione, il 40% alle politiche avremmo il modo di governare il Paese da soli. Nella coalizione vedo Pisapia, le forze del centrosinistra, socialisti, verdi, Italia dei valori".

SUL VOTO DI FIDUCIA HA SCELTO GENTILONI
Quanto alle critiche di Giorgio Napolitano secondo cui il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni avrebbe ricevuto "pressioni improprie" al fine di mettere la fiducia sul Rosatellum anche al Senato, Renzi risponde: "Sul voto di fiducia ha scelto il premier, non è la prima volta che il presidente emerito critica il Pd, ma io ho una stima enorme per lui e quando sento Alessandro Di Battista dargli del vigliacco mi vergogno per lui. Nel merito non la penso come Napolitano, mettere la fiducia è un atto legittimo, lo fece anche De Gasperi".

CHI SBAGLIA PAGA, MA RISPETTERO' VISCO
Sulla nomina del governatore di Bankitalia, il segretario Pd afferma: "Accetteremo la riconferma di Ignazio Visco, ma negli ultimi sei anni la vigilanza non ha funzionato. La vicenda Siena non può finire in bolla sapone, in Veneto c'era un sistema di alleanze nei controlli". In altre situazioni, compresa Banca Etruria, "è evidente che ci sia stata una chiara responsabilità di Banca d'Italia. Non dico che abbia fatto finta di non vedere ma non ha funzionato. Penso che c'è un principio di responsabilità per cui chi sbaglia paga. E se dire questo viene considerato populista, allora accetto il rischio". Conclude: "Se si ritiene che valga la pena di confermare Visco, lo rispettero. Ma mi auguro che i prossimi 6 anni siano migliori".

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SU PENSIONI LANDINI IDEOLOGICO
Infine sulle pensioni, Renzi risponde al segretario generale della Cgil Maurizio Landini che, sempre a Circo Massimo, ha detto che rinviare di sei mesi la decisione sull'adeguamento delle pensioni alle aspettative di vita è solo un modo per salvarsi la faccia in campagna elettorale: "Come sempre Landini è molto ideologico. A fronte di un aumento che scatta nel 2019 e di una richiesta di Camusso, Furlan e Barbagallo (i segretari di Cgil, Cisl e Uil, ndr), che chiedono una proroga di sei mesi per vedere come va, noi abbiamo detto di sì. Se a Landini non va bene neanche quando diciamo di sì, faccia pace con se stesso".









 
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