Politica

Grasso lascia Pd: "Una violenza la fiducia sul Rosatellum". Renzi: "Rispetto la decisione"

Il presidente del Senato Pietro Grasso (ansa)
Il presidente del Senato esce dal gruppo dem dopo l'approvazione di una legge elettorale, "redatta da un'altra Camera senza poter cambiare nemmeno una virgola". Il capogruppo dem alla Camera: "Grasso sa che nel suo ufficio sono stati posti 50 voti segreti". Boldrini: "Grasso risorsa a sinistra del Pd? Deciderà lui". Emiliano: "Totale scoramento"
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ROMA - "Non riconosco più né il merito né il metodo" del Partito Democratico, "la fiducia sul Rosatellum è stata una sorta di violenza". Il presidente del Senato Pietro Grasso torna a parlare della sua decisione di lasciare il Pd per le scelte sulla legge elettorale. "Ho informato - continua - della mia decisione tutte le cariche istituzionali. Che un presidente del Senato debba passare una legge redatta da un'altra Camera senza poter cambiare nemmeno una virgola è una sorta di violenza che ho voluto rappresentare con la mia scelta. Per rispetto delle istituzioni l'ho fatto dopo e non prima il voto".

"È stata una scelta molto sofferta" rimarca Grasso parlando con i giornalisti a margine di un convegno al Senato sul tema della corruzione, "ho ritenuto di lasciare il Pd perché non mi riconosco più né nel merito né nel metodo. Ho voluto aspettare la votazione della legge elettorale per il rispetto del ruolo istituzionale che ho, che mi imponeva di mettere da parte i miei convincimenti e sentimenti per rispettare il mio ruolo. E quindi questo è stato fatto. Per tutta la mia vita - sottolinea Grasso - ho sempre rispettato le istituzioni e continuerò a farlo. Su questo posso rassicurare tutti".  Rispondendo a una domanda sul presidente Mattarella, Grasso spiega di aver "voluto informare prima tutte le cariche istituzionali. Non volevo che venissero a saperlo dalla stampa".
 

Rosatellum bis, Grasso: ''Fiducia è stata una violenza''

Matteo Renzi, lader del Partito Democratico, ha detto di "rispettare a pieno la decisione" presa dal presidente del Senato. Nessuna polemica per l'ex presidente del consiglio, "proprio per il rispetto che si deve alla figura istituzionale" che Grasso rappresenta. "Ciò che è importante - ha detto Renzi - è il tema di merito posto dal presidente del Senato, ovvero la fiducia sulla legge elettorale. Io la penso come il presidente Gentiloni, come il capogruppo Zanda e come il capogruppo Rosato".

Ettore Rosato, intestatario della nuova legge elettorale e capogruppo del Pd alla Camera, parlando a Radio anch'io si dice "imbarazzato" dalle affermazioni di Grasso sulla "violenza" del ricorso alla fiducia per blindare la legge elettorale, che "non condivido. Sul Rosatellum abbiamo fatto l'unica cosa che si doveva fare. Grasso sa cosa è accaduto nel suo ufficio e fuori dal suo ufficio, ha visto nel suo ufficio che sono stai posti 50 voti segreti, anche sulle norme di copertura finanziaria: mi spieghi dov'è il voto di coscienza. Era solo una questione strumentale contro la legge elettorale". Comunque, conclude Rosato, "se non si riconosce nel nostro partito, è giusto" che lasci il gruppo Pd.

La presidente della Camera Laura Boldrini, a margine dell'assemblea nazionale elettiva Cna: "Conoscendo il presidente Grasso, sarà stata una decisione molto ponderata e molto sofferta, quindi ritengo che vada rispettata". Qualcuno chiede a Boldrini un commento sul futuro di Grasso al di fuori del Pd. "Risorsa a sinistra del Pd? Sarà lui a decidere, per il resto la decisione, che peraltro ha detto di non aver ancora preso, sarà valutata da lui, che fare in futuro. Se aprirsi a questa eventualità o meno. Vedremo che decisione sarà presa".

Dello scenario di un Grasso a "sinistra del Pd" parla Massimo D'Alema a Radio Capital: "In Mdp, magari come leader? Non lo so, quello che farà dipende da lui. In questo momento non può essere tirato per la giacchetta.Certo, la consonanza di giudizio mi fa piacere, è uomo che stimo per la grande serietà".

Il governatore pugliese dem Michele Emiliano, che condivide con Pietro Grasso anche una vita nella magistratura, a Omnibus su La7, confessa il "dolore grandissimo" con cui ho accolto la notizia. "Grasso - ricorda - è una delle poche figure, insieme al presidente della Repubblica, che ancora mi colpiscono al cuore e mi danno un'idea del Paese nella quale ho sempre creduto. Il fatto che Piero vada via dal Pd è un colpo durissimo per me".

"Lui - prosegue Emiliano - è l'unico sopravvissuto di un'epoca terribile, un uomo straordinario. Potete immaginare cosa è successo nelle ore successive alla strage di Capaci e poi di nuovo quando uccisero Borsellino: avevano ucciso i migliori di noi e lui fu uno di quelli che fece coraggio a tutti e ci mise nelle condizioni di riprendere il cammino. Eravamo giovanissimi magistrati. La sua storia per me è il Pd. Se qualcuno mette delle condizioni per le quali un uomo così deve andare via, mi viene un totale scoramento"."Non ho condiviso nessuno degli ultimi passaggi - chiarisce ancora Emiliano a proposito delle scelte dei vertici Pd - mi sto battendo da anni dentro il Pd per invertire questa deriva".
 
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