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Pd, Renzi in direzione: "Sforzo unitario ma senza abiure". Bersani lo gela: "Chiacchiere a zero, servono fatti"

Matteo Renzi, segretario del Pd (ansa)
Il segretario ha i numeri per far approvare la sua linea. Ma punta all'unanimità per rinsaldare l'unità del partito. E incontra i Radicali italiani
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ROMA - Apertura senza abiure. Questo il perno del discorso del segretario del partito democratico Matteo Renzi. "C'è una pagina bianca da scrivere insieme del programma sul futuro", ha detto rivolto ad Articolo1-MdP e al centro dello schieramento. "Su tutto si può discutere - ha puntualizzato - ma non abiurare le cose già fatte". "Migliorarle, però, si può", ha precisato. La direzione del pd ha approvato il documento unitario presentato dalla segreteria con 164 voti a favore, nessun contrario, 14 astenuti, gli orlandiani. La direzione è terminata poco dopo le 19  (a condizionarne i tempi, ha scherzato il presidente Matteo Orfini, la partita che deciderà le sorti dell'Italia ai mondiali 2018).

"Non c'è una leadership solitaria - ha detto poi nell'intervento di replica - anche su questo vale il principio della pagina bianca. Chi vuole dare una mano è benvenuto, se qualcuno si tira indietro ora da questo invito unitario se ne assume la responsabilità". "Toglietevi dalla testa che io faccia il Macron italiano", ha poi detto.

Renzi ha lanciato un appello di unità al centro, a Emma Bonino, ai Radicali, e all'area dei Verdi, degli alfaniani, dell'Idv. Ma anche, senza citarli, ai voti liberal democratici che si erano ritrovati in Scelta civica con Mario Monti e ora non vogliono passare a Forza Italia. Il dialogo, ha chiarito Renzi, va avviato "naturalmente con l'area che a sinistra in primis fa riferimento al mondo di 'campo progressista' a cui lanciamo parole di dialogo e di disponibilità, come quelle che in larga parte degli interventi di ieri abbiamo sentito".

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"Non abbiamo nessun veto - ha poi ribadito - né con Si, né con Possibile, né con Mdp". Un appello non raccolto da Nicola Fratoianni. "Noi - risponde il segretario nazionale di Sinistra Italiana - continuiamo e continueremo a lavorare con decisione alla costruzione di un altro polo, alternativo e coraggioso".

Positivi al momento i riscontri da parte di varie anime interne del Partito anche se Piero Fassino ha osservato che "se si chiede unità al di fuoiri del Pd al centrosinistra, nn possiamo non presentarci uniti al nostri interno". E anche se il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha avvertito che se non si procede alla costruzione di una coalizione larga di centro sinistra "quello che secondo me si determina è questo: trovarsi nell'imbarazzante situazione di dover scegliere, se ci fossero i numeri, una coalizione con Berlusconi, cosa che secondo me non regge politicamente".

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Sandra Zampa, portavoce dell'area di Andrea Orlando, ha giudicato favorevolmente la relazione del segretario. Apprezzamento e attesa da parte di Barbara Pollastrini ('corrente' Cuperlo. Emanuele Fiano ha ammonito Bersani ricordandogli che, al di là degli accordi, se non si lavora insieme dientro l'angolo non c'è solo una sconfitta elettorale.

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Ma il rischio dell'ascesa delle nuove destre dei nazionalismi e dei fascismi. Michele Emiliano, esponente della minoranza dem, s'è detto "convinto" della relazione di Renzi: "Ok a documento, da Renzi apertura". "La nostra battaglia sulla diseguaglianza - ha ricordato Graziano Del Rio - a volte la fa la destra. Bisognerà dire sempre che ciò che abbiamo fatto che rivendichiamo. Ma lo si può sempre far meglio. Noi siamo il partito del lavoro che ha a cuore gli ultimi".

• BERSANI: "NON C'È TEMPO PER PETTINARE LE BAMBOLE"
Il leader di Art 1-Mdp, Pier Luigi Bersani, da Catanzaro, gela il segretario dem. "Basta che si sappia - ammonisce - che le chiacchiere stanno a zero, ci vogliono dei fatti". "Non c'è tempo per pettinare le bambole", chiosa. "Renzi si preoccupa sempre di rivendicare quello che s'è fatto - aggiunge l'ex segretario - purtroppo c'è qualche milione di elettori che non è d'accordo, che ha un giudizio critico su tante cose che si sono fatte e che vedono che a dispetto delle affermazioni che siamo usciti dalla crisi, abbiamo dei problemi, a cominciare da quello del lavoro. E quindi staremo a vedere, seguiamo il resto della discussione".

"Se solo si fanno promesse - ha aggiunto Bersani - la gente non crede. Negli ultimi tre anni siamo stati insieme, anche Mdp, ma l'Italia non la pensa così. Benissimo quelli che fanno appelli, siamo anche noi per l'unità, però ci dicano cosa intendono fare per cambiare. C'è un pezzo di elettorato che del centrosinistra a traino Pd e del Pd a traino renziano non ne vuol sapere. Come si fa a farli tornare? Cambiando radicalmente proposte, smettendo l'arroganza del governo, dando un messaggio in sintonia con la vita dei cittadini".

• CUPERLO: "BERLUSCONI VINSE PERCHÈ PDS E POPOLARI DIVISI"
Gianni Cuperlo nel suo inetervento ha ricordato che 23 anni fa Berlusconi vinse perché allora Pds e Popolari andarono divisi. Ma due anni dopo, quando si presentarono uniti, vinse Prodi". "Oggi - ha ammonito Cuperlo - può succedere la stessa cosa se staremo divisi". "La nuova 'cortina di ferro' in Europa - ha sottolienato - è tra i nuovi nazionalismi di estrema destra e la democrazia". "Non fatico affatto a scorgere i meriti dell’azione del governo - ha ameeso Cuperlo - adesso, però, se è giusto opporsi ad abiure, occorrono gesti che diano il segno di una volontà reale, oggettiva, di dialogo".

Oggi, ha continuato, "il primo nemico di questo partito è l’isolamento". Quindi, rivolgendosi al segretario, ha proseguito: "Tu Matteo hai questo enorme carico sulle spalle, ma noi siamo qui per aiutarti, se decidiamo oggi di andare fino in fondo, di ricucire, tu uscirai da questo come il leader che ha avuto il metodo storico di non affossare un pezzo della storia, Ti invito ad avere il coraggio e la determinazione dell’unità". In caso di fallimenti, Cuperlo ha fatto capire che si troverebbe in una difficile condizione per poter continuare a rimanere nel Pd.

• ORLANDO: "CREDIBILITÀ CON SEGNALI LEGGE BILANCIO"
Il ministro Andrea Olrano ha invitato a "dare credibilità alla relazione di Renzi con segnali, innanzitutto nella legge di Bilancio". Poi ha chiesto "a Renzi iniziativa politica". "Per questo - ha dichiarato il Guardasigilli - ritengo inaccettabile la preclusione di MdP su Renzi. Ma al segretario va la richiesta di chiarire il terreno su cui costruire la coalizione e i punti programmatici. È importante parlare più che agli stati maggiori di MdP ai molti elettori che sono rimasti a casa anche in Sicilia". "Non sono convinto - ha concluso - che a noi convenga dire che abbiamo l'obiettivo di essere primo gruppo nella prossima legislatura".

• RENZI: "SIAMO ALLE PORTE DELLA CAMPAGNA ELETTORALE"
"Siamo alle porte della campagna elettorale e lo sforzo unitario che si chiede all'esterno va praticato all'interno in primis da chi dirige". Con queste parole il segretario del Pd Matteo Renzi apre la Direzione del partito, a porte chiuse e senza streaming, con l'obiettivo di dettare la linea che porterà il Nazareno verso le elezioni del 2018. E dopo aver aver cambiato registro negli ultimi giorni,  aprendo il dialogo anche con gli ex dem. "Dobbiamo parlare al Paese - continua l'ex premier - ma senza abiure, rivendicando con forza e con orgoglio ciò che abbiamo fatto". Ma ora, continua, "la sfida del futuro è una pagina bianca. O la scrive il Pd o il centrodestra. Il nostro obiettivo è essere il gruppo più numeroso in Parlamento". E, assicura, "con la coalizione che faremo siamo già oggi avanti agli altri. E non porremo nessun veto né paletti per averla più larga possibile".

Il segretario conferma poi di voler dialogare anche con i centristi di Alfano: "Non devono essere risucchiati da Berlusconi". Si impegna a far approvare lo Ius soli, a prescindere da un accordo con Mdp, ma "senza creare difficoltà alla chiusura ordinata della legislatura". E invita alla chiarezza i potenziali alleati: "Chi vorrà rompere lo dovrà fare in modo trasparente e chiaro perché da noi non troverà alcuna sponda".

Sul tema del lavoro Renzi ribadisce la disponibilità ad aprire: "Siamo pronti a ragionare per avere meno precariato e più tempo indeterminato", afferma. Ma, precisa, "il Jobs Act resta, ha creato 986mila posti di lavoro in più". Il segretario invita perciò a "discutere seriamente, guardando oltre agli insulti ricevuti". Perché con i bersaniani il Pd ha sicuramente più punti in comune che con gli avversari storici: "Non solo perché con Mdp governiamo insieme in 14 regioni, ma perché molte cose fatte le abbiamo fatte insieme".

In mattinata Renzi ha incontrato anche i Radicali italiani di Emma Bonino e Riccardo Magi e il promotore di Forza Europa Benedetto Della Vedova, che in questi mesi hanno aperto uno spiraglio per una alleanza con i democratici. Un incontro definito "utile e proficuo" dal coordinatore dem Lorenzo Guerini.

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