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Matteo Salvini: "Il voto non può aspettare per gli interessi di Forza Italia"

Il leader della Lega boccia l'idea di Berlusconi di andare alle urne a maggio dopo la sentenza europea sulla candidabilità dell'ex premier

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ROMA. Matteo Salvini, lei dice di non capire il rinvio a maggio delle elezioni proposto da Silvio Berlusconi. Dietro, c'è il tentativo di riconquistare per tempo la riabilitazione politica. Lei non è disposto ad aspettarlo?
"Più di una volta ho detto che spero in una sentenza favorevole. Perché metterlo fuori gioco per via giudiziaria è una cosa che non ha avuto a che fare con la democrazia. Mi auguro che la sentenza che lo riabiliti arrivi prima possibile. Ma pensare che per questa ragione si possano far perdere altri tre o quattro mesi agli italiani, tenendo governo fermo, Parlamento paralizzato, aprendo margini a leggi come lo Ius soli, mi sembra assolutamente inimmaginabile".
 
Ecco, a proposito di Ius soli. Il governo stavolta fa sul serio: sarà legge a dicembre. Giorgia Meloni propone la mobilitazione del centrodestra. Lei?
"Noi saremo già in mille piazze il 2 e 3 dicembre, perché per fare le cose bene non si può improvvisare. Raccoglieremo firme contro una legge che non serve agli italiani e nemmeno agli immigrati".
 
Come può dire che non serve? E poi più che di immigrati qui parliamo dei loro figli, nati e cresciuti in Italia.
"L'Italia è il Paese che concede più cittadinanze. È una cosa seria e non si regala. E non averla per i bambini non vuol dire negar loro diritti, dalla scuola alla sanità".
 
Se il governo Gentiloni mette la fiducia e lo Ius soli passa davvero a dicembre?
"Allora invaderemo democraticamente e pacificamente Roma. Siamo pronti a farlo, anche sotto Natale".
 
Oggi intanto per discutere di Europa alla scuola di formazione politica della Lega salirà sul palco il presidente del Parlamento Antonio Tajani. Cos'è? State correggendo la rotta?
"Macché? Ai nostri appuntamenti invitiamo tutti: destra, sinistra, centro. Ma la nostra posizione non cambia e la nostra idea di Europa resta profondamente diversa da quella di Berlusconi e Tajani. I trattati per noi sono da rivedere, la permanenza nell'area euro tutt'altro che scontata. Diciamo solo che non potrà essere un'uscita unilaterale italiana, ma concordata".
 
Non stringerà la mano a Tajani?
"Io intervengo la mattina, poi vado. Ma un saluto, Fornero a parte, non si nega a nessuno".
 
Restate antieuropeisti e ribellisti, insomma, per dirla con Berlusconi?
"Restiamo dalla parte della gente e di chi con l'Europa dei burocrati ci ha solo rimesso. E il 16 dicembre per ribadirlo saremo a Praga con Marine Le Pen e tutte le altre forze identitarie d'Europa, tedeschi, olandesi, austriaci, cechi. Ci faremo sentire".
 
I moderati dovranno unirsi per scongiurare il governo Salvini-Grillo, dice Casini.
"Li abbiamo visti all'opera i signori moderati, i professori, i Casini, gli Alfano, Pd e Forza Italia. Con il governo di Mario Monti e poi di Enrico Letta. Gli italiani li hanno vissuti sulla loro pelle, i disastri che hanno provocato. Ora pretendono chiarezza".
 
Non dovevate vedervi a breve con Berlusconi? Subito dopo le regionali siciliane?
"Tra un mesetto ne riparliamo. Dovremmo parlare del programma di centrodestra, ma noi ne stiamo mettendo a punto uno serio, corposo, suddiviso in tanti dossier: economia, lavoro, pensioni, giustizia, sicurezza, immigrazione e altro. Ci sta lavorando più di un centinaio di esperti".
 
Dovreste anche decidere il candidato nel Lazio. Voi col sindaco Sergio Pirozzi, Fi vuole un suo uomo.
"Non vorrei rivivere il disastro di Roma, i 18 candidati cambiati, poi è andata come è andata, con la consegna della città al disastro Raggi. Io Pirozzi lo conosco, lo stimo. È un bravo sindaco. Se qualcuno ha proposte alternative si faccia subito avanti: si vota a marzo. Per parlare di questo possiamo vederci anche oggi".
 
Oggi invece si vota a Ostia, tra pestaggi, intimidazioni, mafia.
"Sono andato tre volte a Ostia. Voto particolare, ahimé. Spero vinca il centrodestra, ma per non lasciare periferia dimenticata del Campidoglio un centro da 300 mila abitanti, è fondamentale diventi comune autonomo ".
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