Politica

Giulio Santagata: "Assurdo dividersi per l'antipatia dei leader"

L'ex ministro per l'attuazione del programma dell'ultimo governo Prodi: "Non faremo i portatori d'acqua, se pensassimo che tutto va bene ci candideremmo coi dem"

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BOLOGNA. Sale sul treno a Pontedera, direzione Roma. Incontro con Emma Bonino, nel giorno in cui la leader radicale pare meno propensa a ragionar d'alleanze col Pd. "Venderà la pelle carissima, lei è una combattente" dice Giulio Santagata. Il giorno dopo aver rilanciato da Bologna la suggestione di un listone a trazione ulivista 2.0 con Giuliano Pisapia da agganciare al Pd, l'ex ministro di Romano Prodi che s'è messo a ricucire centro e sinistra ha il cellulare scarico e l'agenda piena. "Se ci sta anche Emma siamo più robusti nella trattativa col Pd. Non facciamo i portatori d'acqua".
 
Santagata, il telefono lo ha scaricato parlando col Professore?
"Me la paga lei l'intercontinentale? No, è negli Stati Uniti, non lo disturbo".
 
È soddisfatto dell'iniziativa di domenica a Bologna con Pisapia, però.
"Sì, c'era un bel clima. E non è stato uno sfogatoio".
 
Ci sono stati più applausi contro Renzi che contro destra e 5 Stelle. Non è una contraddizione, se vi alleate col Pd?
"Il Pd qualche problema ce l'ha, se cerca una alleanza. E le correzioni tra l'altro vanno messe in campo subito. Vanno cambiati anche i toni. Pure i nostri non sono perfetti, ma ci si deve trovare nel mezzo".
 
Non pensa che chi è contro Renzi voterà Mdp e non voi?
"Noi non vogliamo una corsa di testimonianza. Ma non possiamo nemmeno dire che tutto va bene, altrimenti non saremmo credibili a parlare di cambiamento. E un cambiamento ci vuole, anche nel Pd".
 
Lei domenica ha detto che non ci si può fermare, in politica, perché qualcuno ci sta antipatico. Si riferiva al leader Pd?
"Sì. Ma vale anche per D'Alema, a guardarla dall'altra parte. Mi pare ci sia gente qui che decide di avere una posizione politica in base al sentiment del momento. Ma non si può buttare via una storia politica perché uno ti sta sulle balle".
 
È questo che ha fatto Bersani?
"Bersani dà giustificazioni politiche che in parte condivido. Però non capisco il ragionamento per cui siccome la gente non vota Pd, allora ci sono loro a recuperare gli astenuti. Va bene raccogliere i voti, ma poi cosa ci fai? Se non arriviamo neanche nei gironi, la partita la guardiamo tutti in tv".
 
C'è il rischio che Mdp faccia perdere il centrosinistra nei collegi delle regioni rosse. Da emiliano è preoccupato?
"Quello è colpa della legge elettorale, che non prevede voto disgiunto e desistenza nei collegi. E poi c'è chi dice che questa legge elettorale il Pd se l'è fatta per sé... se è così allora sono un po' fessi. Oppure l'hanno fatta quando erano nella fase "facciamo tutto da soli"...".
 
Intanto dall'altra parte c'è sempre Berlusconi da battere. Che impressione le fa che il Cavaliere sia sempre lì?
"Berlusconi è politicamente impressionante. Fa politica da vent'anni e riesce a spacciarsi per un non politico. Se è ancora lì però non è per meriti suoi, ma per demeriti degli altri, dell'offerta di questi anni".
 
Lei sta lavorando su nome e simbolo della lista. È vero che la gente ora non capisce chi siete esattamente?
"Sì, servono simbolo e nome per darci un'identità. Spero non un fiore, perché si arriva al fiore quando non si riesce a darsi un'identità rilevante. La margherita e il garofano sono già presi, quercia e ulivo pure. Spero non finiremo sul ciclamino...".
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