Politica

Pd, Orfini: "Alle prossime elezioni il nostro avversario è il centrodestra"

Il presidente Pd a Circo Massimo su Radio Capital. "Di Maio o Berlusconi per una larga coalizione? Da quello che sento in queste ore sono molto più vicini tra di loro che a noi. Il programma del leader 5 stelle sembra quello del Cavaliere di 10 anni fa". E sulle fake news: "M5S e Lega ci spieghino perché i loro siti hanno codici in comune"

2 minuti di lettura
ROMA - Gli strali del Pd piovono sempre più spesso sul Movimento 5 stelle, ma - a Massimo Giannini che gli chiede chi sia l'avversario dei democratici alle prossime elezioni - Matteo Orfini, ospite di Radio Capital, risponde senza esitare: "Penso che l'avversario vero del Pd sia il centrodestra. Questo dicono i sondaggi e le elezioni in Sicilia. Questa è la sensazione che si respira nel Paese".

La coalizione di Silvio Berlusconi, spiega il presidente dei dem, "non ha un progetto di governo, ma ha costruito un'alleanza di potere per cui ai comizi in campagna elettorale ci saranno sia il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani sia Matteo Salvini, che vuole uscire dall'euro".

"La destra - dice Orfini - non l'abbiamo resuscitata noi. La destra nel Paese esiste e quando si unisce è sempre competitiva, gioca per vincere". Ma il Pd "non è la terza forza, non lo dicono neanche i sondaggi peggiori. La coalizione di centrosinistra, pur non ancora chiusa, è saldamente avanti al Movimento 5 Stelle. La battaglia tra coalizioni è tra chi arriva primo tra noi e il centrodestra".

A proposito di alleanze, Orfini parla dei bersaniani di Mdp: "Hanno un'assemblea importante il week end prossimo, da dove credo arriverà la loro risposta definitiva. Per ora ci hanno detto chiaramente un no, e credo sia un errore visto che anche loro ci avevano sollecitato a fare una legge elettorale che prevedesse le coalizioni. Poi, quando l'abbiamo fatta, hanno cominciato a dire che non volevano più avere a che fare con noi. Il Pd aspetterà una risposta fino all'ultimo, ma il tema non è riaccogliere Bersani o D'Alema: il tema è costruire un centrosinistra che abbia una omogeneità programmatica".

Quanto al presidente del Senato Pietro Grasso, "è legittimo che a fine legislatura decida come continuare il suo percorso politico", ma "davanti a un partito che lo ha messo come capolista del Lazio e che ha contribuito a sceglierlo per il ruolo istituzionale che ricopre, una scelta come la sua non voglio dire che si discute, ma quanto meno se ne parla, invece di affidarla a una scarna letterina. Dire, come ha fatto pochi giorni dopo la sua uscita, che il Pd non esiste più è un argomento irricevibile. Il Pd non è né mio né di Renzi né suo o di Bersani: è dei milioni di persone che lo hanno votato e gli danno vita ogni giorno". 

"Se noi facessimo un'alleanza di centrosinistra larga il problema delle larghe intese non si porrebbe. Io sono il primo a non volerle, non le volevo neanche quando le hanno proposte Enrico Letta e Pier Luigi Bersani", dice il presidente pd, che alla domanda: "Con Berlusconi o Di Maio", ribatte: "Mi sembrano molto più vicini tra loro che a noi. Il programma che Di Maio sta portando al nord in questi giorni è identico a quello del primo Berlusconi".

Sulle fake news, "il rischio che incidano sulla democrazia è un tema che si sta ponendo tutto l'occidente, dagli Stati Uniti alla Germania di Angela Merkel". E' quindi necessario "cercare gli strumenti per arginare il fenomeno". "Non so se la cosa migliore sia una legge o dare maggiori poteri all'Agcom - dice Orfini -  ma qualcosa va fatto perché ci sono decine di migliaia di persone che in perfetta buona fede prendono sul serio quello che appare sui social". Quanto alla difesa dei 5 stelle, "dire che le fake news le diffondano i media tradizionali mi sembra una posizione un po' strampalata, perché nei casi in cui giornali o tv incorrano in degli errori ci sono tutti gli strumenti e le leggi per contrastarli".
I commenti dei lettori