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Mattarella: "La ripresa c'è, non disperdiamola. Lavoro ai giovani è priorità, serve pensare a domani"

(lapresse)
Quirinale, il presidente della Repubblica durante la consegna delle onorificenze ai 25 cavalieri del lavoro
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ROMA - Innovare ma senza "demolire il welfare". E basta con la fuga dei cervelli all'estero senza chance di ritorno. Per Sergio Mattarella, che premia al Quirinale i nuovi 25 cavalieri del lavoro, l'Italia ha in mano una grande carta da giocare: l'uscita dalla crisi economica, la luce in fondo al tunnel è ormai vicina.

"La crescita del Pil è migliore delle previsioni. Sono migliorati i livelli occupazionali. Il mercato del lavoro suscita ulteriori attese positive". Ma - ecco l'appello del capo dello Stato a governo, partiti e forze sociali ma soprattutto come un promemoria ormai rivolto a chi verrà dopo le elezioni - la ripartenza è ancora troppo fragile. "La ripresa - dice Mattarella - non ha ancora bene inciso sugli squilibri creati dalla crisi, che vanno affrontati e colmati". Creare il lavoro "è la priorità a tutti i livelli di governo", e per una vera inversione di tendenza soprattutto a favore dei giovani e delle donne bisogna "rafforzare i presupposti e le condizioni normative, fiscali, sociali". Un forte richiamo, proprio mentre il Parlamento è alle prese con le nuove misure della legge di bilancio.

Lo scenario in miglioramento del nostro paese fornito dal presidente Mattarella implicitamente, sul piano politico, diventa un riconoscimento all'azione dei governi Letta, Renzi e Gentiloni che in questi cinque anni si sono alternati a Palazzo Chigi. Non è un'Italia in ginocchio, insomma, come appare piuttosto nelle accuse dei grillini, dei leghisti o della sinistra radicale. E tuttavia c'è ancora molta strada da fare. Ed è un cammino sul quale il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda sembra quasi buttare lì una sua futura candidatura alla premiership, o almeno così è stato interpretato da alcuni osservatori in platea, nel suo intervento contro il populismo e a favore di larghe alleanze. Forse perfino con qualche momento di imbarazzo per lo stesso capo dello Stato. 
  
Ma i pensieri di Mattarella sono in primo luogo legati al quadro economico italiano. Alle imprese chiede innovazione, la robotica, la rivoluzione industriale 4.0,  una sfida su cui "non bisogna avere paura di confrontarsi". Certo possono ridimensionare l'offerta in termini di ore di lavoro nel medio e nel lungo periodo, ma anche aprire campi inediti. "Il compito che abbiamo davanti è quello di ripensare il legame fra welfare e lavoro per aggiornarlo, non certo per demolire il modello sociale europeo, base di democrazia con il suo criterio universale di cittadinanza".

E poi soprattutto l'attenzione ai giovani e alle donne (premiati al Quirinale anche i giovani alfieri del lavoro, che sono distinti nello studio), che "hanno pagato in misura maggiore il prezzo della crisi". La mobilità nello studio, nella ricerca, nel lavoro è utile ai giovani e alla società. Ma quando "l'esodo dall'Italia è determinato da una costrizione, e quando il rientro è reso problematico se non addirittura impossibile, allora si registra un danno molto pesante cui bisogna porre rimedio".  Con un rinnovato appello del presidente della Repubblica alla "nostra unità civile", che inizia proprio dalla solidarietà tra le generazioni, e alla quale i giovani devono poter contribuire con "il loro talento e la loro libertà"
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