Politica

Renzi, le due sinistre e l'ombra di D'Alema

È solo l’inizio e già esplodono i primi colpi di artiglieria tra Renzi e il nuovo gruppo della sinistra alla sinistra del Pd. Auguri al veleno quelli del segretario democratico che pone la domanda che suggerisce anche la risposta: "Auguri a Liberi e Uguali. ma chi comanderà, Grasso o D’Alema?”. Domanda insidiosa. In effetti Bersani e D’Alema avevano bisogno di un nome per la leadership dei Liberi e Uguali in grado di allontanare il sapore di deja vue dei due ex dirigenti la cui storia affonda nel Pci. E inoltre un nome in grado di parlare agli elettori oltre il recinto della sinistra più intransigente, in altre parole ai riformisti che non amano Renzi. Infine un nome che per storia personale e per ruolo istituzionale fosse una garanzia di equilibrio contro le accuse di estremismo. Il presidente del Senato Grasso è apparso il nome perfetto e il suo intervento di domenica all’assemblea di investitura ha galvanizzato militanti e simpatizzanti. D’Alema e Bersani hanno scelto il basso profilo mimetizzandosi in platea e lasciando la scena a Grasso. Ma in futuro che ruolo vorranno ricoprire i due vecchi dirigenti della sinistra? Tutti se lo chiedono e la domanda di Renzi non è solo una provocazione. Di dialogo per ora neanche parlarne. Addirittura Liberi e Uguali annuncia esplicitamente di voler togliere al Pd di Renzi quanti più voti possibile. Ma dopo i risultati del voto con il sistema proporzionale la diplomazia potrebbe tornare al lavoro. Il ministro Orlando spera che questo possa avvenire anche prima del voto. Ma in campagna elettorale voleranno colpi proibiti. E forse anche prima con il nuovo gruppo all’opposizione, anche se la manovra economica è praticamente all’ultimo miglio (approvata al Senato, il 19 andrà alla Camera dove i numeri sono sicuri) e su biotestamento (domani sarà calendarizzato a Palazzo Madama) e Ius soli è difficile pensare che LeU si metteranno di traverso. Renzi ha già anticipato la parola d’ordine anti-Liberi e Uguali in campagna elettorale: il voto utile. Ovvero, votare LeU sarebbe un regalo a Salvini e Berlusconi perché indebolirebbe il centrosinistra. Dall’altra parte l’accento sarà posto soprattutto sul lavoro e questo significherà mettere sotto processo le riforme del governo Renzi a partire dal jobs act, in perfetta sintonia con la Cgil di Susanna Camusso.

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