Politica

D'Alema contro Renzi. E dice: "Pronto a ricandidarmi alle prossime politiche"

Massimo D'Alema, intervistato da Massimo Giannini a Circo Massimo, su Radio Capital 
Intervistato da Massimo Giannini a Circo Massimo, su Radio Capital, durissimo anche contro Maria Elena Boschi: "Conflitto di interessi su Banca Etruria. Ma su tutto c'è il segretario Pd, capo di un gruppo di potere spregiudicato". Sulla famosa battuta "abbiamo una banca" risponde: "Nulla di cui dolersi fino ad oggi. Il tentativo Unipol di acquisire la Bnl era del tutto legittimo"
 
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ROMA - "Credo che sia del tutto evidente che Maria Elena Boschi si sia occupata più volte del destino di questa piccola banca di cui il padre era uno degli amministratori. Si tratta di un caso assolutamente classico di un conflitto di interesse". Massimo D'Alema, intervistato da Massimo Giannini a Circo Massimo, su Radio Capital, si dice pronto a ricandidarsi, ritiene che "Liberi e uguali", con la guida di Pietro Grasso, alle elezioni possa arrivare a risultati "con la doppia cifra" e, soprattutto, attacca duramente la sottosegretaria alla presidenza del Consiglio, sottolineando però come gli incontri della Boschi con uomini di Bankitalia, il presidente della Consob e l'amministratore di Unicredit Ghizzoni, non siano stati iniziative personali, "su tutto c'è il capo, Matteo Renzi".

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Dietro, insiste D'Alema, "probabilmente, visto anche è arrivata anche la mail di Carrai, c'è più di un fatto personale, c'è un gruppo di potere che ha una sua interna solidarietà.  E il capo non è Maria Elena Boschi, il capo è Matteo Renzi. Da questa vicenda emerge il peso di un gruppo di potere e anche, direi, una certa spregiudicatezza nel gestire il potere. Certo colpisce l'arroganza con cui si dice che la Boschi resta lì, che sarà ricandidata".
 

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L'ex premier ricorda anche che, "i membri del governo, in particolare i capo del governo, hanno delle responsabilità diverse da quelle di un normale parlamentare o di un cittadino. Il conflitto di interesse si configura nel momento in cui uno ha una particolare responsabilità pubblica di fronte a tutti i cittadini. La Boschi avrebbe dovuto dimettersi, ma adesso siamo in campagna elettorale e decideranno i cittadini".
 
D'Alema cerca anche di smontare la tesi difensiva del Pd e della Boschi secondo cui gli incontri ci sono stati, ma non sono state pressioni sugli interlocutori. "Questo concetto di pressioni è un po', diciamo, ridicolo". - dice l'ex premier. D'Alema ricorda come la Boschi "sia un membro autorevole del governo, che anche di fronte alla sconfitta nel referendum, e lei era ministro per le Riforme, si è ritenuto di mantenerla nel governo in una posizione di primaria importanza".

Dunque continua D'Alema, "la pressione è in se stessa. Non ho dubbi che la Boschi l'avrà fatto con estrema cortesia, non avrà minacciato nessuno. Ma il problema è che lei, proprio per la sua posizione personale, per la sua familiarità con uno dei principiali amministratori di questa banca avrebbe dovuto astenersi dall'occuparsene, la cosa è talmente evidente che è inutile infierire".

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E conclude l'esponente politico "no, non convince "neanche l'argomento che il governo ha salvato correntisti, dipendenti e investitori. Perché. dice "non era obbligatorio salvare tutte le banche. Bisogna proteggere tutti i risparmiatori e non tutti sono stati protetti e non tutti in modo adeguato". D'Alema, sollecitato da Giannini, affronta poi uno dei cavalli di battaglia della critica dei renziani nei suoi confronti, la famosa frase "abbiamo una banca" dei tempi suoi. "Non c'è nulla di cui ci si debba dolere fino ad oggi sulla questione Monte Paschi. Il tentativo di Unipol di acquisire Bnl era legittimo ma non lo sostenemmo andando a parlare con la Consob o con Bankitalia, non è la stessa cosa rispetto alla questione Banca Etruria. E "abbiamo una banca" fu una battuta di Piero Fassino. Che oggi è un autorevole dirigente del Pd e difende la Boschi".

Alla fine D'Alema parla del futuro, delle elezioni. "Il Pd è prigioniero di un gruppo di potere", spiega. Replica al segretario Pd che sostiene che c'è lui dietro la candidatura di Piero Grasso: "Renzi copia una battuta di Berlusconi  del 2001, quando diceva che dietro a Rutelli c'ero io. Anche in questo caso - attacca D'Alema- Renzi è un imitatore, piuttosto tardivo e mediocre. Berlusconi a modo suo era geniale, ma i suoi imitatori sinceramente non meritano di essere presi in considerazione".

L'ex premier conferma una sua possibile candidatura alle prossime elezioni politiche:  "La decisione finale ancora non è stata ancora presa. Io ho detto che sono disponibile. Non in generale, ma se i miei elettori lo vorranno e i miei elettori sono quelli del Salento. Io sono sempre stato fedele, sono sempre stato un parlamentare della Puglia", spiega. E si lancia: "Con 'Liberi e uguali' possiamo puntare ad un risultato a due cifre, è l'obiettivo, siamo una forza in crescita, penso che altre persone verranno con noi, continuo a guardare con interesse a movimenti della società civile, a personalità che hanno dato vita al movimento per la difesa della Costituzione che sono nostri interlocutori, il processo di costruzione di questo movimento politico è ancora in corso".
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