Politica

Elezioni, Bonino: "Dal Pd nessuna risposta, nostra presenza sulla scheda a rischio"

Emma Bonino, leader di +Europa 
La leader di +Europa sull'alleanza saltata: "Sembra che il nostro problema siano le poltrone, ma non è così". Martina replica: "Noi ci siamo, ma non possiamo intervenire sull'interpretazione delle leggi". Il Viminale: "Sulla raccolta firme la legge è chiara"
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ROMA -  "La risposta ufficiale del Pd è stata: 'Vi aiuteremo a raccogliere le firme', che è più o meno come dire: 'Se non avete il pane, vi daremo le brioche'. La risposta ufficiosa, che inizia a trapelare sui giornali e sulle agenzie di stampa, è che staremmo facendo grane per una questione di 'posti': cosa platealmente falsa, visto che il problema che poniamo riguarda i 'loro', non i 'nostri' candidati uninominali". Così Emma Bonino, leader di +Europa, ha spiegato i perché della rottura dell'alleanza tra il suo partito e il Pd di Matteo Renzi. "Il Partito Democratico è pronto a siglare un'intesa, ma non tocca a noi esprimerci sulla costituzionalità o sull'interpretazione delle leggi", chiarisce vicesegretario dem Maurizio Martina. E dal Viminale arriva una precisazione: "La legge è chiara, non sono possibili interpretazioni".

· EMMA BONINO: "APPARENTAMENTO IMPOSSIBILE"
"Abbiamo spiegato come sia impossibile un apparentamento tra +Europa e Pd per una interpretazione giuridicamente surreale, prima che incostituzionale, della legge elettorale che, nonostante le nostre reiterate e tempestive denunce, né governo né Pd hanno saputo o voluto rettificare. E che, impedendoci di avviare da subito la raccolta firme nei collegi plurinominali - ha precisato Bonino - mette a repentaglio la presenza stessa della nostra lista alle prossime elezioni".

"Per avviare la raccolta firme in alleanza con il Pd - ha spiegato l'ex ministro degli Esteri - +Europa dovrebbe, secondo il Viminale, avere e scrivere oggi sui moduli per Camera e Senato i nomi precisi (e non modificabili) di 348 candidati uninominali del Pd e delle altre liste della coalizione, esentate dalla raccolta firme. Nomi che per questo saranno decisi, come al solito, negli ultimissimi giorni o, più probabilmente, all'ultimo giorno (il 29 gennaio) quando, nel giro di poche ore, sarà impossibile raccogliere, autenticare e corredare dei certificati elettorali le firme di 25mila italiani".

LA SCHEDA: Perché a Pd e Radicali conviene restare uniti

Una considerazione piena di amarezza: "Noi diciamo loro che non possiamo scrivere sui nostri moduli se e dove si candideranno Renzi, Martina, Orfini, Franceschini, Minniti, Fassino, Rosato, Zanda, Nencini, Lorenzin. E loro, anziché risponderci, ci accusano di fare manfrina per le nostre eventuali candidature. Si va di male in peggio".

· LA REPLICA: "PD PRONTO ALL'INTESA"
Alle accuse di Bonino ha replicato il vicesegretario dem Maurizio Martina: "Il Partito Democratico è pronto a siglare un'intesa con la lista +Europa di Emma Bonino. Non ci sono ostacoli politici, nè questioni legate alle candidature nei collegi. Non tocca però a noi esprimerci sulla costituzionalità o sull'interpretazione delle leggi. Agli amici radicali offriamo piena collaborazione e un percorso comune. Tuttavia, per chiudere questo lavoro bisogna ovviamente essere in due e per questo speriamo ancora che +Europa voglia esserci; diversamente ne prenderemo atto. Noi però non possiamo cambiare l'interpretazione delle leggi. Sappiamo di potere condividere le candidature e di poter raccogliere insieme le firme necessarie in pochi giorni; tutta la macchina organizzativa del Pd è pronta e a disposizione per questo obiettivo. Ma è decisivo voler superare il problema, costruendo un'intesa utile alle nostre ragioni comuni".

· IL VIMINALE: "LEGGE CHIARA, NON SONO POSSIBILI INTERPRETAZIONI"
"E' la legge n.165/2017 (Rosatellum bis ndr) a prevedere che tutte le firme debbano essere raccolte con l'indicazione dei candidati uninominali, senza in alcun modo differenziare tra liste che si coalizzano e liste singole. La precisione della norma esclude quindi la possibilità di interpretazioni attraverso circolari che in via amministrativa impartiscano istruzioni che non si attengano al dettato della norma", chiarisce è il Viminale.

La Direzione Centrale dei Servizi Elettorali del Ministero dell'Interno ricorda che, in ogni caso, ciascuna forza politica "può definire modalità di sottoscrizione diverse da quelle suggerite dal Ministero dell'Interno, compatibili però e comunque con la disciplina legislativa vigente". Il ministero dell'Interno ricorda infine che spetta alle Corti di Appello, in ultima istanza, la valutazione sulla legittimità della presentazione delle liste.
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