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Renzi: "Berlusconi ha già governato e fallito. Da lui solo promesse, noi i fatti"

Matteo Renzi (ansa)
Il segretario del Pd, ospite di Circo Massimo, attacca il leader di Forza Italia: "Chi c'era prima di noi ci ha portato quasi alla bancarotta". Abolire il jobs act? "Saranno contenti gli imprenditori del Nordest". E assicura: "Mai larghe intese con l'ex Cavaliere"
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ROMA - Silvio Berlusconi ha avuto la possibilità di governare il Paese e ha fallito. Durante il suo governo tante promesse, ma per realizzarle c'è voluto il Pd. È questo l'affondo di Matteo Renzi, ospite a Circo Massimo, condotto da Massimo Giannini e Jean Paul Bellotto su Radio Capital.

Renzi contro Berlusconi: "Il suo governo ha fallito. I risultati li abbiamo portati noi"

Il segretario del Pd ha fatto un bilancio di quanto messo a segno dal governo, puntando l'attenzione soprattutto sulle riforme nel campo del lavoro. "Gli altri partiti dicono che l'innovazione brucerà posti di lavoro, ma l'innovazione è anche un fattore positivo. L'Italia è un po' indietro in questo. Bisogna immaginare la dinamica del lavoro nei prossimi decenni. Per avere più soldi in busta paga, è inutile fare gli schifiltosi. Da quattro anni migliaia di persone prendono 80 euro. Mentre gli altri hanno solo parlato, noi abbiamo fatto un passo in avanti". "L'Istat dice che c'è un milione di persone in più che lavora", ha puntualizzato.

Jobs act, Renzi: "Abbiamo sbloccato il Paese. Non basta fare promesse"

• JOBS ACT
Il segretario dem ha quindi rivendicato i successi grazie al jobs act: "Il jobs act ha dato la spinta alla ripartenza, ma non è sufficiente. Sono tutti bravi a fare promesse con numeri mirabolanti, Silvio Berlusconi con a fianco la Lega che stava nel governo dello spread ci ha portato a un passo dalla bancarotta". E aggiunge:  "Non so come possa Berlusconi negare la realtà dei fatti. Non ho mai detto che è un pericolo per la democrazia - ha aggiunto Renzi - ma dal 2008 al 2011 con il governo di Berlusconi e della Lega l'Italia ha vissuto una crisi devastante. Il milione di posti di lavoro promessi da lui, lo abbiamo realizzato noi. Berlusconi alla prova del governo ha fallito".

"Il problema non sono le tipologie contrattuali o l'articolo 18 - ha insistito Renzi -, ma come creare una rete di protezione per cui se perdi il lavoro, ti fai la formazione e poi quando arriva una proposta di lavoro la accetti, non devi stare a casa". "Noi - ha sottolineato - siamo quelli che dobbiamo dire ai nostri ragazzi che 'bisogna provarci': non solo in politica, ma anche nelle aziende. Dobbiamo fare di più per chi ha voglia di mettersi in gioco. Non solo per i ragazzi, ma anche per chi ha 54 anni. Noi oggi possiamo porci il problema delle nuove garanzie perché siamo ripartiti".

Alla promessa di Berlusconi di abolire la riforma del jobs act una volta al governo, Renzi replica: "Sarà contento il Nordest, il mondo produttivo, vorrei vedere che ne pensano gli imprenditori di tornare al mondo del lavoro del passato".

• AIUTI ALLE FAMIGLIE
In vista delle prossime elezioni, un argomento importante è l'aiuto alle famiglie, tema per il quale il Pd formalizzerà la sua proposta dopo il deposito delle liste: "Ci sono tre ipotesi in campo sul sostegno alla famiglia: il modello francese di quoziente familiare, l'assegno familiare generale e infine quello indirizzato ai singoli minori. L'obbiettivo è quello di mettere più soldi nelle tasche delle famiglie", ha detto il leader dem. Quanto all'Irpef, Renzi ammette che si parla di ridurre le aliquote: "L'obiettivo di ridurre le aliquote Irpef esiste ancora, ma non è giusto fare la flat tax. Se Berlusconi fa passare la flat tax, lui, il milionario, risparmia un sacco di quattrini. Ma perché l'operaio dell'Ilva deve pagare le stesse tasse che paga lui? Cinque aliquote sono troppe, ma una è poca".

• CANONE RAI
Non è mancata una domanda in merito alla proposta dell'abolizione del canone Rai, che tanto ha agitato le acque all'interno del Pd negli ultimi giorni: "Non facciamo la campagna elettorale sul canone - ha precisato Renzi -: il Pd punta a tornare a Palazzo Chigi, non alla guida di Agicom", ha puntualizzato. "Dopo aver messo il canone in bolletta ora volete eliminarlo?", ha chiesto Giannini. "Assolutamente sì -. A me serve la questione del canone per stanare Silvio Berlusconi e Beppe Grillo su un altro tema - aggiunge - quello dell'evasione fiscale. Noi diciamo che se pagano tutti si paga meno, e il canone è un simbolo da questo punto di vista. Grillo e Berlusconi, invece, hanno una relazione complicata con l'evasione fiscale...".

Larghe intese, Renzi: "Mai al governo con Berlusconi"

• NIENTE LARGHE INTESE
"Mai un governo con Renzi, lo ha detto ieri Berlusconi", incalza Giannini. "Lo ha sempre detto - ha ribadito Renzi -. Rivendico il tentativo istituzionale di fare riforme insieme. Le riforme fatte insieme erano fatte in accordo. L'accordo si basava sull'impegno di una trasformazione istituzionale". Mai larghe intese, quindi? "Assolutamente sì", assicura Renzi che esclude "assolutamente" un governo di larghe intese con l'ex Cavaliere: "voglio dire ai cittadini che più voteranno Pd e centrosinistra, più lo spettro e il rischio delle larghe intese si allontanerà".

• M5S
In merito al Movimento 5 stelle e alla sua posizione sull'Europa, il segretario Pd è molto critico: "Luigi Di Maio nei giorni pari è per uscire dall'euro, in quelli dispari per restare. Dipende da come lo prendi. Vediamo quanto durerà la proposta. La motivazione mi colpisce molto: l'asse franco-tedesco è più forte che mai. Nel 2012, c'era la Germania a guidare. Oggi con Emmanuel Macron più forte e la Germania più debole, l'asse è più forte". Se il M5s ha scelto di stare dentro l'Europa, prosegue l'ex premier, "è un passo in avanti. Vediamo quanto dura. Ma non ce l'ho con Di Maio, semplicemente parla di cose che non conosce".

REGIONALI
Un'altra questione è quella che riguarda le Regionali: "Con Pietro Grasso ci stanno parlando tutti. Stiamo lavorando per un accordo. Noi in Lombardia e nel Lazio abbiamo due candidature di qualità, e cioè il sindaco di Bergamo Giorgio Gori e il governatore uscente Nicola Zingaretti. Il problema è se Grasso sarà in grado di portare il suo movimento a votare per Gori e Zingaretti".
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