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Casini: "Io candidato della coalizione, non del Pd. Scegliere Errani è voto a leghisti o grillini"

A Circo Massimo l'ex presidente della Camera spiega la scelta di correre a Bologna con il centrosinistra. "Grasso e Bersani fanno polemiche per colpire Renzi". La commissione sulle banche "ha fatto un buon lavoro". Il candidato LeU contrapposto a Casini: "Lo conosco da anni, lo rispetto ma le radici non sono acqua. E il voto utile può essere un boomerang"

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ROMA - "Come mi ha chiamato? Compagno Casini? Era un termine usato nell'antichità da qualcuno ben più importante di me". Ride Pier Ferdinando Casini davanti alla provocazione di Massimo Giannini, conduttore di Circo Massimo su Radio Capital. Un passato importante nel centrodestra, presidente della Camera dal 2001 al 2006, leader dei centristi alleati di Berlusconi, ora è candidato dal Pd nel collegio simbolo di Bologna, dove se la vedrà con Vasco Errani transitato con Leu. "Ma io sono candidato della coalizione del Pd: fatta dalla lista della Bonino, dalla nostra lista Civica e popolare e da una lista di marca maggiormente ulivista. Non sono un candidato del Pd", ci tiene a precisare.

"Qualcuno ha pubblicato un post di Renzi che diceva Mai con Casini. Era stato pubblicato il giorno dopo che durante le primarie del Pd dall'Annunziata avevo detto che avrei votato Bersani. Io con Bersani ho fatto il governo Monti. Io non ho nessuna voglia di polemizzare con Bersani, che come Errani è un amico e una persona che stimo. Io con Bersani ho fatto il governo Monti", continua a precisare l'ex presidente della Camera. "E' chiaro che si tratta di una polemica fra Pd e Leu. Si utilizza Casini per polemizzare con il Pd. Se Errani e Grasso sono usciti dal Pd e hanno fatto un partito non è mica colpa mia". 

Elezioni, Casini: "Non sono un candidato del Pd, sono candidato della coalizione"


"A Bologna si può anche votare Errani, ma guardate che vincono leghisti o grillini", ammonisce l'ex presidente della Camera. "Oggi il nemico è un altro -. continua Casini -. Le polemiche riguardano una valutazione fatta drammaticamente a sinistra che rischia di consegnare il paese nelle mani dei Cinquestelle e della Lega. Il resto sono chiacchiere. Io sono di Bologna, sono nato qui, i miei figli sono nati qui e ai bolognesi consegno il mio destino". L'ex presidente della Camera parla anche della grande coalizione che potrebbe nascere dopo il 4 marzo. Chi gioca in campagna elettorale gioca per vincere. Noi vogliamo vincere. Il giorno in cui non accadrà, vedremo. Io non propongo la grande coalizione".

Casini parla anche della commissione banche che proprio ieri ha concluso i suoi lavori. Giannini chiede se la relazione finale non sia un po' troppo generica e non tocchi i responsabili delle banche e della mancata vigilanza. "Sanzionarli? Viviamo in uno Stato di diritto e non potevamo sostituirci alla magistratura. Abbiamo fatto un lavoro serio, non ha inseguito sensazionalismi, ha cercato di dare delle risposte in una situazione difficilissima, Chi critica non ha letto la relazione. E' seria ed equilibrata. Non c'è un j'accuse verso i vigilanti perché noi non abbiamo scambiato i vigilanti con i ladri", risponde Casini.

L'ex presidente della Camera tesse le lodi del lavoro della commissione e rivendica di averla tenuta fuori dalla campagna elettorale. Dice di avere deluso chi "voleva che la commissione prendesse un accetta e desse giudizi da campagna elettorale, sono ben lieto di non averlo fatto". 

Parla anche di Maria Elena Boschi e dice: "Si fa una commissione di inchiesta per verificare le anticipazioni del libro, o il libro, di De Bortoli? Noi non abbiamo fatto la commissione sulla Boschi. L'impatto della vicenda Boschi e Ghizzoni sul dato sistemico della crisi delle banche italiane è zero". Casini nega che la relazione finale, passata grazie all'assenza di alcuni commissari forzisti sia un un inciucio, un tassello della prossima coalizione Pd-Forza Italia. Mancavano quelli che erano rimasti fuori dalle liste. E sulle accuse di Roberto Calderoli di una scambio fra la candidatura a Bologna con una relazione finale filo Pd conclude come aveva iniziato l'intervista: "Mi viene da ridere".

Non tarda ad arrivare una replica sia da parte di Vasco Errani che da Bersani: " Quello del voto utile è un concetto che consiglierei di usare con prudenza, anche perché abbiamo visto in altre situazioni come gira il boomerang del voto utile" ha detto il candidato al collegio senatoriale di Bologna per Liberi e Uguali, rispondendo a Casini, "gli elettori di centrosinistra ce lo hanno gridato, vogliono una svolta vera. Noi facciamo la nostra partita serenamente, dobbiamo dare una risposta a tanta gente che ci ha chiesto di fare un salto di qualità. Quanto alla persona Casini, lo conosco da anni, lo stimo, lo rispetto, ma, come tutti sanno, le radici non sono acqua: né per lui, né per me".

E Bersani: "Non è che il Pd sta andando con Forza Italia, c'è già. Basta guardare a ieri, a quello che è successo in commissione banche. Ci sono stati quattro assenti di Forza Italia che sono usciti per far passare il documento del presidente Casini, altrimenti non si approvava".
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