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Bonino: "Bisognava andare tutti a Macerata. Fermare gli sbarchi non ha fermato Traini"

(fotogramma)
Il giorno dopo il corteo antirazzista la leader di +Europa critica la reazione timida degli alleati. "Se ammettiamo di avere un problema di razzismo forse lo superiamo". Nuova polemica anche da Boldrini. Renzi: "La nostra azione ferma la deriva pistolera". Ma il centrodestra alza ancora i toni: "Il fascismo non c'entra"
 
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Il giorno dopo, il corteo antifascista e antirazzista che ha riempito le vie del capoluogo marchigiano in segno di protesta contro il raid razzista del 28enne Luca Traini che ha sparato contro sei giovani africani, divide il centrosinistra.

La prima a riaprire la polemica è la leader di +Europa Emma Bonino, che ha criticato le reazioni troppo timide al raid di Traini.

"La xenofobia è un prodotto del nazionalismo - ha detto Bonino alla presentazione dei candidati di +Europa a Milano - Penso che bisogna cominciare a dire che a Macerata ci dovevano essere tutti, tutte le istituzioni. Perché fosse stato l'inverso, un nero che sparava a italiani, saremmo corsi tutti. Secondo me, non si sconfigge la paura con la caricatura di tutte le derive che pulsano in questo Paese. Di queste derive occorre parlare, non negarle".

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"Di tutta evidenza - ha sostenuto -, fermare gli sbarchi non ha fermato Traini. E l'Italia vive in questo momento il primo attentato terroristico non da parte di un signore uscito da una moschea islamista ma di un signore candidato di un partito che ha una rappresentanza parlamentare, candidato della Lega Nord. Non c'è scusante alla violenza: non bisogna confondere vittime e carnefici".

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Critica anche la presidente della Camera e candidata di Leu Laura Boldrini: "Quando c'è un atto razzista e terroristico come quello di Macerata io penso sia sconsiderato abbassare i toni, e Renzi lo ha detto. Bisogna invece alzare la voce e dire che in uno Stato democratico non c'è spazio per l'apartheid. Da parte del Pd è stato un errore non aderire a queste belle manifestazioni".

Matteo Renzi ha replicato insistendo sul fatto che "Siamo circondati da messaggi che ci vogliono far paura e che ci vogliono dire che l'altro è potenzialmente un nemico. Questo clima crea le barriere, i muri, le difficoltà. La deriva pistolera rischia di creare dei danni al Paese".

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Il premier Paolo Gentiloni ha invece ammesso che "Il bisogno di sicurezza dei nostri cittadini non è un bisogno fittizio. Purtroppo c'è chi soffia su queste paure, ma è un atteggiamento meschino e irresponsabile".

Di ben altro tenore le voci che si sono levate dal centrodestra, che respinge compatto la definizione di "sparatoria fascista". Silvio Berlusconi ha detto "Il fascismo è morto e sepolto, è storicizzato. Il gesto di Macerata è stato il gesto di uno squilibrato, non credo gli si debba attribuire una motivazione politica".

L'alleato leghista Matteo Salvini ha tuonato "Nell'Italia che ho in testa chi sbaglia paga, bianco o nero che sia. Non esisterà nessuno sconto di pena per assassini e stupratori, come invece oggi è" e ha anche ribadito che per la Lega non esiste eccesso di legittima difesa.

Giorgia Meloni (Fratelli d'Italia) se la prende col minisistro dell'Interno Marco Minniti: "Dovrebbe spiegare perché questi tre nigeriani erano in Italia come richiedenti asilo pur non avendo alcun diritto allo status di rifugiato".

Anche il candidato premier M5S Luigi Di Maio cavalca il tema sicurezza e lo fa sposando la linea dura. "Basta amnistie, indulti, depenalizzazioni  e depotenziamento delle norme penali. Qualità della vita significa anche sentirsi sicuri. Le nostre forze dell'ordine  meritano risorse adeguate".
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