Politica

Rimborsi M5s, Di Maio: "Otto i parlamentari morosi. Buco di quasi 800 mila euro"

Luigi Di Maio (ansa)
Dall'elenco del candidato premier, che ha parlato di "giornata dell'orgoglio a Cinque Stelle" mancano due nomi fatti nei giorni scorsi. Renzi lo sfida a un confronto tv definendolo "capo degli impresentabili". L'europarlamentare Borrelli lascia e annuncia la nascita di un suo movimento rivolto agli imprenditori
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ROMA -  "Noi chiediamo al ministero dell'Economia di pubblicare tutti i dati di quanto restituito dal M5s", aveva affermato il leader del M5s Luigi Di Maio arrivando al Mef sottolineando come "questa storia si trasformerà in un boomerang per gli altri partiti". Il candidato premier aveva anche promesso "Vi faremo vedere tutto".

Qualche ora dopo il leader pentastellato ha esibito il risultato delle verifiche chieste al Ministero, da cui risultano restituzioni per più di 23 milioni di euro e un ammanco di quasi ottocentomila.

Dopo aver elencato i più virtuosi, Di Maio ha fatto la lista di chi non ha mantenuto le promesse. Un elenco in cui figurano i cinque nomi già pubblicati sul blog (Della Valle, Buccarella, Martelli, Cecconi e Cozzolino), due dei cinque citati da "Le Iene" (Bulgarelli e Benedetti) e una new entry (Girolamo Pisano, che non compariva in nessuna lista di inadempienti).

La lista di chi non ha versato presentata da Di Maio consta quindi di otto nomi: Ivan Della Valle (non ha restituito 270 mila euro), Girolamo Pisano (200 mila), Maurizio Buccarella (137 mila), Carlo Martelli (81 mila), Elisa Bulgarelli (43 mila), Andrea Cecconi (28 mila), Silvia Benedetti (23 mila) ed Emanuele Cozzolino (13 mila).

Massimiliano Bernini, citato dalle Iene come uno dei 'falsificatori', dopo le verifiche risulta invece il parlamentare più generoso di tutto il Movimento, per aver versato al fondo del Mef destinato alle piccole e medie imprese quasi 335 mila euro.

Dopo di lui, nella lista dei virtuosi citata da Di Maio figurano Luigi Gallo, Paola Carinelli, Giovanna Mangilli e Vincenzo Caso, con versamenti tutti superiori ai 250 mila euro.

Nessuna menzione invece per le altre due parlamentari citate dalle Iene: Barbara Lezzi (che in un'intervista radiofonica aveva dichiarato di essere in regola) e Giulia Sarti.

In serata, via Facebook, anche un affondo contro Renzi che definendolo "capo degli impresentabili" lo ha sfidato a un confronto tv. Replica Di Maio: "Renzi è il capo dei boomerang: sequestrato il conto di Vattuone, capolista Pd al Senato in Liguria: gli vengono contestate spese non istituzionali per circa 7000euro. Non è che dona poco, secondo l'accusa pare che si metta proprio in tasca i soldi dei cittadini. Spero si ritiri subito!".
Di Maio ha concluso dicendo "Per noi le regole sono sacre e chi non le rispetta si autoesclude. Per quanto mi riguarda si apre la settimana dell'orgoglio Cinquestelle. Con questi numeri chiedo a tutti i nostri parlamentari che si sono distinti per le donazioni di andare in giro per l'Italia a esibire i propri bonifici, magari presso le imprese che hanno fatto nascere. Dimostreremo che siamo l'unica forza politica della storia che ha tagliato per 23 milioni di euro gli stipendi dei parlamentari".

Rimborsi M5S, Di Maio: "Dopo le verifiche con il MeF, sono otto i parlamentari coinvolti"


In precedenza, in riferimento all'addio dell'europarlamentare David Borrelli Di Maio aveva tagliato corto: "dovete chiedere a lui, io non l'ho neanche sentito e non mi ha risposto neanche al telefono".

La vicenda bonifici aveva scatenato le critiche degli altri partiti: Matteo Renzi aveva messo in dubbio che "gente che non sa controllare i conti dei rimborsi sappia poi controllare i conti del governo". E sulle dimissioni di Borrelli aveva aggiunto: "Chiarisca il suo rapporto con le fake news".

Dopo l'annuncio delle verifiche Renzi ha sfidato via Twitter e Facebook Di Maio a un confronto tv: "Se sei davvero sicuro delle tue idee e delle tue azioni, perchè non ti presenti in tv in un dibattito pubblico all'americana? Attaccavi gli impresentabili tu che ora sei il capo degli impresentabili: accetta la sfida per una volta".


Laura Boldrini ha detto che i grillini avrebbero potuto risolvere "il problema alla radice" "se si fossero tagliati lo stipendio del 30% come ho fatto io all'inizio di questa legislatura. Avrebbero fatto risparmiare lo Stato. E nessuno avrebbe potuto fare il furbetto".

• COSA VIENE CONTESTATO AI COSIDDETTI FALSIFICATORI
Il M5s all'inizio della legislatura aveva promesso di restituire una parte dei loro stipendi al fondo del Mef destinato alle piccole e medie imprese. Lo stipendio dei parlamentari è composto da una cospicua parte costituita da una diaria e da rimborsi che si possono incassare dietro presentazione di scontrini e ricevute. E da una parte che costituisce l'indennità da parlamentare vera e propria.

I parlamentari 5 stelle si erano impegnati con i loro elettori di restituire la metà della seconda parte dello stipendio, ovvero dell'indennità parlamentare. Alcuni di loro, tuttavia, facevano l'ordine di bonifico sul conto del Mef, pubblicavano questo primo bollettino a dimostrazione del versamento. Poi però lo annullavano e se lo tenevano. Questa mancata promessa con questo meccanismo truffaldino è ciò che veniva contestato ai parlamentari.

• DI MAIO: "SUL FONDO 23 MILIONI"
"Sul fondo - aveva precisato Di Maio nel suo primo intervento - ci sono 23 milioni e 468 mila euro, oggi i dati li potrete vedere tutti". "Questo dato - ha aggiunto - lo sbandiereremo ovunque, sarà un boomerang per le forze politiche che in questi anni hanno rubato ai cittadini". "Ci saranno diversi Restitution Day in questa campagna elettorale", annuncia poi.

l M5S non più credibile dopo il caso delle restituzioni? "Se avessi difeso questa gente - ha replicato Di Maio -  magari l'avessi anche candidata ministro, questo tema aveva un senso. Ma da noi chi fa il furbo viene messo fuori" mentre "dall'altra parte ci sono autisti di camorristi che vengono candidati. La credibilità sta nella garanzia che le regole sono sacre". E sui mancati controlli sui rimborsi ha ammesso: "Ho sbagliato a fidarmi dell'essere umano, ma c'è tempo per rimediare, queste persone sono state allontanate".

• BORRELLI NON SPIEGA LA SUA USCITA DAL M5S E ANNUNCIA QUERELE
David Borrelli intanto, non scioglie il 'giallo' sui motivi che l'hanno condotto a lasciare i Pentastellati al Parlamento europeo, per unirsi al gruppo misto, e se la prende con le "invenzioni fantasiose riportate dai giornali", minacciando querele e annunciando la svolta: "Ho deciso di aderire a un nuovo progetto: un movimento, che nascerà a breve, e che si occuperà proprio di imprenditori e risparmiatori".

Sui motivi che potrebbero averlo portato a lasciare il Movimento si era scatenata una ridda di ipotesi che Borrelli
(uno dei tre soci dell'associazione Rousseau insieme a Max Bugani e Davide Casaleggio) aveva bollato come "pure illazioni pesantemente diffamatorie che citano circostanze mai avvenute e che mi indicano come autore di condotte mai tenute", riferendosi alle ricostruzioni che in parte lo collegano all'inchiesta delle Iene su "rimborsopoli", attribuendogli anche l'acquisto di immobili.


Borrelli, stando ai dati della Camera di commercio, risulta avere partecipazioni in tre società, la Cloud Tlc Srl, la Ubware Srl e la Trevigroup Srl e risulta essere proprietario a Treviso di tre fabbricati per un valore complessivo di 237.386,25 euro.

• LE VERSIONI DEGLI ACCUSATI DI ESSERE 'FALSIFICATORI'
Prima delle verifiche sbandierate da Di Maio alcuni parlamentari grillini accusati di aver falsificato i rimborsi si erano già difesi. È il caso di Massimiliano Bernini che aveva pubblicato su Facebook lo storico dei bonifici effettuati alla Banca Etica sul Fondo per l'ammortamento dei titoli di Stato e sul conto per il microcredito alle Piccole e medie imprese. "Ho versato rispettivamente: 18.884,55 euro e 315.607,62 euro. Per un totale di 334.492, 17 euro".

Nel post Bernini ha spiegato poi che il 2 gennaio 2018 "risulta erroneamente come beneficiario il sottoscritto benché l'Iban sia quello corretto" del fondo per le Pmi. "La banca assicura che fa fede l'Iban e inoltre, qualora il bonifico fosse stato stornato a seguito dell'erroneo beneficiario, sarebbe stato riaccreditato. Per questo allego la foto che rappresenta le entrate sul mio conto della Banca Etica dal 1 dicembre 2017 al 13 febbraio 2018 che dimostrano come non vi sia stato nessun riaccredito". Versione confermata successivamente da Di Maio che non solo lo ha scagionato ma ha evidenziato come Bernini sia stato il parlamentare più generoso.

Anche Barbara Lezzi ha assicurato di essere in regola. Affidando la sua versione a Radio24: "Io sono a posto - assicura - ho tutti gli estratti conto con gli addebiti regolarmente andati a buon fine. Ho le ricevute, quelle di quattro anni e mezzo fa non erano disponibili online immediatamente, ma ora le ho avute e le ho mandate a Di Maio e allo staff del M5s".
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