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L'Irlanda a Mattarella: "Prendiamo noi i vostri migranti". Dal Colle mano tesa su Brexit

Il presidente della Repubblica in visita di Stato a Dublino riceve la solidarietà più che formale dell'omologo Michael Higgins. E apre alle richieste irlandesi: "Non si può rialzare un muro tra Eire e Ulster"

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DUBLINO - Se in Italia c'è chi vuol chiudere le porte e cacciare almeno seicentomila immigrati, Sergio Mattarella trova in Irlanda una mano tesa: "Noi siamo pronti ad accogliere i profughi che provengono dal vostro paese". In visita di Stato a Dublino, il capo dello Stato raccoglie il riconoscimento del collega Michael Higgins, il presidente-poeta,  al grande sforzo di cui l'Italia si è fatta carico, "voi state sopportando un peso enorme". E come segnale concreto la Repubblica d'Irlanda, che ospita già la propria parte di rifugiati secondo la  ripartizione Ue, si dice  pronta "ad ospitare una ulteriore quota di profughi, smistati da parte dell'Italia". Mattarella ringrazia e apre con convinzione alle richieste irlandesi sul fronte Brexit:  "Non si può tornare indietro, rialzare un "muro" fra Repubblica di Irlanda e Ulster. Il no alla ricostruzione della frontiera è un punto irrinunciabile nella trattativa tra Ue e Londra sulla Brexit". Il rischio è il riaccendersi delle tensioni fra le due parti dell'isola, fra cattolici e protestanti.

Sul nodo dei rimpatri - fermo restando che servono arrivi assolutamente con "canali legali" di ingresso, sottolinea Mattarella -  il presidente spiega che "si tratta di un problema di tutta la Ue". Va gestito insomma da tutta l'Unione, e non può essere affrontato singolarmente da un singolo paese. "Sbaglia chi pensa che il problema dell'immigrazione riguarda solo i paesi mediterranei. Presto riguarderà tutta l'Europa". Perché l'Africa presto avrà tre volte la popolazione europea. Dunque, l'immigrazione è un "fenomeno epocale, non limitato a questo singolo momento". E ricorda quante vite l'Italia ha salvato in mare. Un ruolo che ha ricevuto il grazie degli irlandesi, impegnati anche loro nel Mediterraneo con le proprie navi, nell'ambito dell'operazione Frontex, che hanno tratto in salvo 18 mila profughi. Un peso finito sulle spalle del nostro paese proprio per quel trattato che porta proprio il nome di Dublino, dove venne firmato, e che il capo dello Stato in altre occasioni ha già chiesto di rivedere.  "Il consenso degli italiani nei confronti dell'Europa è diminuito in questi anni e bisogna recuperarlo",  esorta Mattarella.  "Le istituzioni Ue devono avere una base più democratica e devono garantire lavoro e futuro ai giovani che devono essere messi al centro delle politiche europee". Grande sintonia nei colloqui, con qualche siparietto sullo sport. Il sindaco di Dublino scherza, "non ci dimentichiamo il gol di Schillaci che ci eliminò dai mondiali di calcio". E Mattarella, "però nel rugby qualche giorno fa ci avete dato una lezione", con riferimento al 58 a 19 subito nel Sei nazioni dagli azzurri proprio nella capitale irlandese.

Sulla Brexit, appoggio  pieno al punto di vista di Dublino nelle dura polemica scatenata dopo l'uscita dall'Unione del Regno unito, che porterebbe a far risorgere un confine fra le due parti dell'Irlanda, un punto di snodo sempre altamente sensibile. Il presidente irlandese ha spiegato infatti di essere "molto preoccupato" perché il risorgere di una barriera di confine fra Eire e Ulster "possa far saltare lo storico accordo tra cattolici e protestanti". E non si tratta di un problema solo irlandese ma "un problema di tutta Europa, perché la pace nell'Irlanda del Nord è stata un successo europeo. E dal quale non possiamo tornare indietro". Una conseguenza pesante, anche questa, della decisione "triste e improvvisa" di Londra di abbandonare l'Unione. Dall'Europa, comunque, Mattarella vede arrivare qualche segnale confortante, ovvero la " compattezza" che i 27 paesi hanno finora manifestato nella trattativa con gli inglesi, compreso appunto la questione della nuova frontiera europea che passerebbe adesso dall'Irlanda. "Londra - chiede il nostro capo dello Stato - ne tenga conto, mi auguro che nella trattativa a livello europeo agisca con responsabilità e faccia la propria parte". Nei colloqui durante la sua visita di Stato emerge la linea comune  di non toccare la libera circolazione fra Dublino e Belfast, fin qui accumunati sotto la stessa bandiera europea. Con l'uscita di Londra però, ecco che l'Irlanda del nord (che fa parte del Regno unito) diventerebbe il nuovo "limes" con la Ue. Tenere aperta questa frontiera, teme il premier inglese May, renderebbe molto meno blindata la Brexit, espondendola a flussi di ingresso attraverso appunto la Repubblica irlandese. Ma per la Ue la situazione attuale dovrebbe restare più o meno così com'è. Il presidente Mattarella nè è convinto, insieme ai suoi interlocutori di Dublino: nuovi muri rischiano di riaccendere le tensioni fra le due parti dell'isola.
 
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