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Effetto Rosatellum: M5s, Lega e Fi premiati dalla legge targata Pd

(ansa)
Ecco l'effetto di collegi, coalizioni e soglie. Il Partito Democratico il più penalizzato
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ROMA - Almeno venticinque seggi in più al Movimento Cinque Stelle, diciotto per Forza Italia, quindici per la Lega, mentre il Pd e i partiti più piccoli ci rimettono in maniera sostanziale. E' l'effetto Rosatellum sulle elezioni alla Camera, se confrontato con un eventuale sistema proporzionale puro. 

La legge elettorale approvata lo scorso anno e utilizzata per la prima volta il 4 marzo ha un effetto maggioritario garantito dal combinato collegi uninominali, coalizioni e soglie di sbarramento. Effetto maggioritario di cui hanno fatto le spese soprattutto i partiti di sinistra. Il Pd con un proporzionale puro avrebbe avuto 115 seggi invece dei 107 che ha ottenuto (86 proporzionali e 21 maggioritari). Liberi e uguali ne ha persi 7: 21 contro i 14 ottenuti.

Il vantaggio maggiore - come sempre quando una legge applica un correttivo maggioritario - è andato al M5s: avrebbe avuto solo 201 seggi a parità di percentuale, contro i 226 che invece avrà nel nuovo Montecitorio. È andata bene anche per Fi (86 contro i 103 avuti), Lega (107 contro 122) e Fratelli d'Italia (28 contro i 32 avuti). Il caso di Fdi è l'unico di un partito piccolo che ha ottenuto un vantaggio, grazie all'intesa con Fi e Lega e la vittoria della coalizione in alcuni collegi maggioritari dove veniva proposto il candidato del partito di Giorgia Meloni. 

Grande vantaggio da una legge proporzionale senza soglia di sbarramento lo avrebbero naturalmente i partiti più piccoli: +Europa con il suo 2,5% avrebbe avuto 15 seggi (contro 2, ottenuti nell'uninominale); Noi con l'Italia 8 seggi (contro 4, tutti grazie all'uninominale), 3 seggi a Civica Popolare e Insieme.

Va detto che senza soglia di sbarramento avrebbe fatto entrare in Parlamento anche Potere al Popolo (6 seggi), Casapound (5 seggi) e Italia agli iItaliani (3 seggi).
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