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Direzione Pd, la mappa delle correnti

Cos'è il parlamentino dem, a che cosa serve e come sono suddivisi i pesi al suo interno

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ROMA - Il Pd diviso va alla conta oggi pomeriggio in direzione per affrontare gli scenari del post-Renzi. Oggi il parlamentino dem si riunisce per decidere il percorso da intraprendere dopo la sconfitta alle elezioni del 4 marzo. Ma, soprattutto, scegliere tra due opzioni: segretario eletto in Assemblea ad aprile o segretario eletto alle primarie nel 2019?  La prima opzione, per la quale si schiera la maggior parte del gruppo dirigente, darebbe al Pd un segretario 'a tempo', il cui mandato scadrebbe tra un anno, ma forte della legittimazione dei delegati dem. La seconda opzione prevede un traghettatore, individuato nel vice segretario Maurizio Martina che vinse le primarie assieme a Matteo Renzi, per guidare il partito fino al congresso del 2019. L'esito è incerto perché le correnti, 'congelatè con il congresso del 2017, sono in fibrillazione e sono molti i riposizionamenti.
 
LA MAPPA DELLA DIREZIONE
I renziani in direzione rimangono il 60% (120 membri), di cui il 20% facenti capo a Luca Lotti, un altro 20% dell'area Guerini-Delrio, un 10% dei Millennials, i 20 giovani dai 18 ai 32 anni cooptati da Renzi, 5% di boschiani e 5% facenti capo a Rosato. Il restante 40% è così ripartito: 16% Orlando, 7% Emiliano, 7% Martina, 5% Franceschini, 5% Orfini.
Nella composizione degli organismi dirigenti seguita al congresso che nel 2017 ha incoronato Renzi segretario con quasi il 70%, la direzione contava 162 membri della maggioranza renziana (120 'ortodossi', più i seguaci di Franceschini, di Orfini e di Martina), 28 dell'area Orlando (di cui 23 "orlandiani" doc e  e 5 vicini a Cuperlo), 16 dell'area Emiliano. Oggi, secondo i renziani, i pesi restano invariati: il segretario dimissionario da solo ha la maggioranza della direzione. Ma i suoi avversari assicurano che gli equilibri sono già variati e continueranno a cambiare: la "reggenza" di Maurizio Martina, dicono ad esempio, farà crescere la sua area perché nella storia del partito è sempre stato così.
 
COME SI SVOLGERA'
Il presidente Matteo Orfini leggerà la lettera di dimissioni di Renzi che non parteciperà alle consultazioni al Quirinale: "E' una lettera molto semplice  - ha detto ieri a Mezz'ora in più -  in cui si prende atto del risultato, si annunciano le dimissioni e si invita a procedere con gli adempimenti da statuto, con la convocazione dell'Assemblea". Assemblea che potrebbe decidere di eleggere un nuovo segretario per la parte restante del mandato con la maggioranza dei due terzi dei componenti, come è già avvenuto con le elezioni di Dario Franceschini (nel 2009), e Guglielmo Epifani (nel 2013).
 
Renzi diserterà la direzione. A fare la relazione introduttiva sarà il vicesegretario Maurizio Martina. Rispetto alle alleanze per il nuovo governo, la posizione maggioritaria del partito è quella di andare all'opposizione: niente accordi con il M5s né con il centrodestra a trazione leghista. I big delle minoranze Orlando ed Emiliano chiedono invece un referendum tra gli iscritti per decidere. All'appuntamento potrebbe partecipare anche Zingaretti, che ha appena dato la sua disponibilità a scendere in campo per la segreteria del partito.
 
COS'E' E A COSA SERVE IL 'PARLAMENTINO DEM'
 La Direzione nazionale del Pd è composta da 214 membri membri eletti dall'Assemblea nazionale, con metodo proporzionale, ed è l'organo di indirizzo politico del partito. Le decisioni vengono assunte attraverso il voto di mozioni, ordini del giorno, risoluzioni politiche e svolge la sua funzione di controllo attraverso interpellanze e interrogazioni al segretario e ai membri della segreteria. Ogni riunione si svolge su un ordine del giorno a cui fa seguito una serie di interventi e, solitamente, il voto finale sulla relazione del segretario o su eventuali mozioni presentate. La vita e le funzioni del 'parlamentinò dem sono regolate dall'articolo 8 dello Statuto del Pd. Oltre ai 120 componenti eletti dall'Assemblea nazionale, fanno parte di diritto della Direzione il segretario; il presidente dell'Assemblea nazionale; i vicesegretari; il tesoriere; il massimo dirigente dell'organizzazione giovanile; i Presidenti dei gruppi parlamentari italiani ed europei; i segretari regionali.
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