IVREA - L'inviato de La Stampa, Jacopo Jacoboni, che segue da molti anni il movimento di Beppe Grillo, è stato lasciato fuori dall'officina H, la palazzina del complesso Ex Olivetti dove si svolge l'evento organizzato dalla Casaleggio. "Abbiamo l'ordine di non farla entrare", è stato detto al giornalista dagli addetti alla sicurezza. L'organizzazione si è difesa sostenendo che Iacoboni non era stato accreditato alla manifestazione.

Il giornalista ha scritto un libro, L'esperimento, molto critico sulla genesi e le regole interne al movimento di Grillo. Inutilmente si sono mossi i vertici del giornale di Iacoboni. Il direttore, Maurizio Molinari, si è sentito rispondere che il suo inviato non è persona gradita e dunque sarebbe rimasto alla porta. Il quotidiano torinese ha confermato questa versione dei fatti in un comunicato. "È inaccettabile - si legge nel testo - che a un giornalista, e alla testata che rappresenta, venga impedito di fare il proprio lavoro perché si dissente da ciò che ha scritto. Ed è incomprensibile che ciò avvenga ad opera di una forza politica impegnata nella formazione del prossimo governo e che si fa interprete della necessità del dialogo in una fase politica tanto delicata. Chi lavora per guidare il Paese non deve temere opinioni dissenzienti, anche le più urticanti: è qui che si misura la maturità di un movimento politico".

La polemica di Mentana alla kermesse 5 Stelle: "Sbagliato negare ingresso a un giornalista"

Enrico Mentana, direttore di Tg La7, ha voluto denunciare dal palco "la decisione di non far entrare il collega Jacopo Iacoboni". Gianluigi Nuzzi, che conduceva l'intervista, ha provato a difendere la scelta di tenere Iacoboni fuori dalla porta: "Ha provato a entrare con un badge tarocco", versione molto diversa da quella riferita dall'inviato de La Stampa. "Sconsiglio chiunque dal tenere fuori un giornalista", ha concluso Mentana. La sala della kermesse grillini si è schierata con Nuzzi. 

"Impedire a un giornalista di accedere ad un evento pubblico, per conto del suo giornale, adducendo 'ragioni personali', non è accettabile e neanche ammissibile. Tanto più se il diniego viene opposto da chi guida un movimento politico che aspira ad assumere la guida del governo del Paese", affermano in una nota congiunta la Federazione nazionale della stampa e l'Ordine dei giornalisti.