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Governo, Gentiloni: "Serve soluzione presto". Delrio: referendum tra iscritti sull'esecutivo istituzionale

Reazioni in ordine sparso degli esponenti dem all'apertura del capogruppo 5Stelle al Senato, Danilo Toninelli, arrivata in mattinata. Renzi insiste: "Tocca ai vincitori". L'area orlandiana chiede di riunire la direzione. Dopo le parole di Di Maio a Palazzo Giustianiani, Rosato attacca: "Hanno sdoganato Berlusconi" 

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ROMA - Tempi rapidi per uscire dallo stallo. È questa la preoccupazione del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. Perché "l'Italia non può permettersi di restare fuori della dinamica che disegna il futuro dell'Ue e l'Ue non si può permettere di affrontare il dibattito senza l'Italia". Così il premier rispondendo a una domanda sullo stallo politico, nel giorno in cui si incontrano Merkel e Macron. "L'attuale governo è impegnato, nessuno ha staccato la spina. Ma certamente serve una soluzione politica in tempi rapidi che dia certezza del ruolo dell'Italia". Toni simili anche dal presidente della Repubblica emerito, Giorgio Napolitano: "Ogni persona responsabile è preoccupata di questo stallo".

In una nota la segreteria del Partito democratico ha confermato la linea decisa dal partito in direzione. "Ora è il momento della verità per il centrodestra e per il M5s dopo settimane di veti e scontri a danno del Paese. Noi manteniamo la linea coerente di minoranza parlamentare proposta al Paese". E in serata arrivano le parole dell'ex segretario Matteo Renzi: "Adesso, come abbiamo detto dal primo giorno, tocca ai vincitori delle elezioni. E vediamo se saranno in grado di farcela. Tocca a loro, come diciamo da sempre". Insomma, un tentativo di manifestare un serafico distacco dalla trattativa. E il capogruppo dem alla Camera, Graziano Delrio: "Dai 5Stelle ci divide il passato, il presente, e credo anche il futuro". Ma poi apre: "Se si dovesse andare verso un governo istituzionale, io sono disposto a sottoporre questa ipotesi al vaglio degli iscritti. In caso di un governo M5S? Anche. So di avere un'idea diversa da Orfini, se poi sono minoranza sto zitto".

Certo, non manca la responsabilità nei confronti del Paese e delle istituzioni. Maurizio Martina, nel giorno dell'apertura di Danilo Toninelli, capogruppo dei 5Stelle al Senato, denuncia ancora lo stallo creato da centrodestra e Cinque stelle. Il reggente dem: "Chiariscano una volta per tutte cosa intendono fare per il Paese: trovo inammissibile questo gioco di specchi". E se il presidente della Repubblica chiedesse un atto di responsabilità al Pd? "Anche in queste ore, in questi giorni, abbiamo sempre fatto passaggi di responsabilità. Siamo gli unici a essere saliti al Quirinale con delle proposte concrete. Ancora ieri abbiamo proposto tre precisi punti programmatici, concreti. Così il Pd può fare bene il suo mestiere per l'Italia".

E quello dei dem è un vero e proprio coro di reazioni. Tra le altre quella espressa via twitter da Ettore Rosato: "Caro Danilo Toninelli non siamo la ruota di scorta di nessuno, nemmeno delle mancate vostre intese con la Lega. Non è sufficiente sbianchettare il programma elettorale per farci dimenticare che per anni avete considerato le riforme del Pd il male assoluto".
 
  
E per il senatore Francesco Verducci: ""Accordo di governo tra M5s e Pd? Non esiste in natura. Pd e M5s sono irriducibilmente alternativi. M5s è una 'azienda-partito' che ha una concezione autoritaria e pericolosa della democrazia, racchiusa nel famigerato 'distruggeremo i partiti'". Ma all'area orlandiana questa raffica di no sembra non piacere: "Alla luce del rinvio dell'assemblea nazionale del partito e a fronte dello stallo che caratterizza l'attuale scenario istituzionale, sarebbe utile prevedere la convocazione della direzione nazionale del Pd per avviare un confronto quanto più largo e collegiale sulla delicata fase politica che stiamo vivendo" chiede Marco Saracino, portavoce dell'area Pd che fa capo al ministro Andrea Orlando.

Sul tema degli equilibri politici è intervenuta anche Debora Serracchiani ai microfoni di Circo Massimo su Radio Capital: "Nelle prossime ore staremo a vedere se e quando il presidente Mattarella incaricherà una nuova figura. Il Pd starà a quel tavolo. Ciò non vuol dire che faremo un governo con il M5S o che ci sia un dialogo aperto". Ancora: "Il Pd ha sintetizzato in tre punti le proposte. Non è stata assolutamente un'apertura. Poi posso capire che loro l'abbiano colta come tale perché sono in difficoltà".

Ma dopo le parole di Di Maio - pronunciate al termine dell'incontro con Casellati - dal fronte dem fioccano le reazioni critiche. Una per tutte. "Di Maio ha sdoganato nei fatti Forza Italia, lo ha fatto a modo suo ma ha sdoganato Forza Italia. Il resto è tutto tattica", dice Ettore Rosato.
 
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