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Di Maio: "Con Salvini si possono fare grandi cose". E Berlusconi: "Il leghista è il nostro leader"

Il capo politico dei 5Stelle continua a "corteggiare" il Carroccio. Intanto il Cavaliere, ancora impegnato nella campagna elettorale in Molise, fa dietrofront rispetto ai toni rissosi di ieri: "Ho parlato con Giorgetti, il centrodestra è unito"

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ROMA. Salvini-Di Maio, l'idillio a distanza continua. Stavolta è il leader 5Stelle a rivolgere parole al miele al numero uno leghista: "Con Salvini si possono fare grandi cose", dice appena arrivato al Salone del mobile di Milano. "Con la Lega possiamo fare un buon lavoro. So benissimo il momento politico che la Lega sta passando. Ho avuto modo di testare la sua affidabilità per quanto riguarda le alte cariche del Parlamento e sono sicuro che la Lega, se sottoscriverà il contratto con il M5S, terrà fede ai patti. Aspettiamo le deduzioni del presidente della Repubblica. Ma io ce la metterò tutta".

Insomma, un'apertura totale al leader leghista cui fanno da contraltare le solite parole al fiele nei confronti di Silvio Berlusconi, con un riferimento alla sentenza sulla trattativa Stato-mafia: "Da ieri stiamo riscrivendo i libri di storia. Un nuovo futuro. La sentenza di Palermo è uno spartiacque tra passato e futuro del Paese". D'altra parte è da ieri che i grillini provano a utilizzare la sentenza per allargare il cuneo tra Berlusconi e Salvini. Formalmente il leader 5Stelle non chiude al Pd: "Il professor Giacinto della Cananea ha ultimato il lavoro istruttorio per passare ai contratti di governo per dare un governo a questo Paese, indicando i punti di contatto fra noi e la Lega e fra noi e il Pd", dice ancora Di Maio.

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Ma Di Maio parla anche di Roberto Fico, prossimo candidato per un incarico dal Colle, suo storico rivale nel Movimento: "Se mi chiedete di Fico, ho solo cose buone da dire. Guardiamo a lui come una figura di garanzia". E a Fico, le cui posizioni politiche sono lontanissime dal Carroccio, potrebbe toccare proprio il compito di sondare l'asse 5Stelle-Lega.

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Intanto, con una tecnica a lui familiare, il Cavaliere prova a correggere, ridimensionare, puntualizzare dopo la giornata delle invettive e degli insulti. Ieri ha irritato profondamente l'alleato Salvini con l'affondo contro i 5Stelle ("Ai grillini farei solo pulire i cessi"), culminato nel vaffa del comizio serale. Oggi fa dietrofront, e parte dal riconoscimento della leadership di Matteo Salvini: "Lo stato di salute del centrodestra? Tutto bene. Anche ieri sera ho parlato con Giorgetti e siamo sempre assolutamente convinti che dobbiamo fare un governo: il centrodestra è unito e Matteo Salvini è la persona che deve esprimere il leader". Parla così uscendo dal Centrum Palace di Campobasso prima di raggiungere Bagnoli sul Trigno, in questa volata finale per le regionali del Molise.

Evidentemente, ad allarmare il Cavaliere, sono stati anche i crescenti segnali di irritazione dell'alleato leghista e le voci di uno strappo di Salvini per andare al governo con i 5Stelle anche senza Forza Italia.
C'è poi la preoccupazione per l'impatto delle divisioni nel centrodestra sul voto delle regionali: non solo il Molise, domani, ma anche il Friuli Venezia-Giulia il 29 aprile. E infine i timori per i contraccolpi sulle giunte regionali e comunali in cui Lega e Forza Italia sono unite. Non a caso a parlare oggi è anche il forzista più vicino al Carroccio, Giovanni Toti, che riconosce la leadership di Salvini: "Il centrodestra ha anche un candidato premier in pectore, che è il segretario del partito che ha preso più voti e da lì si deve partire", dice. D'altra parte il leader del Carroccio l'ha ripetuto più volte, nelle ultime ore: "Mai un governo tecnico, piuttosto che portare il Pd al governo faccio tre passi in avanti io".

La trattativa tra Di Maio e Salvini sembra in realtà in fase molto avanzata. Per il prossimo passo bisognerà aspettare lunedì, il conferimento dell'incarico da parte del capo dello Stato. In pole, finora, il presidente Fico, con un ruolo da esploratore. Se invece lo strappo Salvini-Berlusconi dovesse consumarsi rapidamente, ci sarebbero i margini per un preincarico a Luigi Di Maio.
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