Politica

Di Maio: "Ogni discorso con la Lega è chiuso". Martina apre: "Disponibili al dialogo"

La delegazione Pd a colloquio col presidente della Camera Roberto Fico. Da sinistra in senso orario: Andrea Marcucci, Maurizio Martina, Matteo Orfini e Graziano Del Rio. Al centro, Roberto Fico 
Il segretario dem chiede e ottiene dal candidato premier 5 Stelle (che non rivendica la premiership) di interrompere il 'forno' con il Carroccio. Cade il gelo, dopo l'incontro tra Fico e i democratici. Il segretario reggente: "Nuovo scenario che dovrà essere valutato dalla direzione del partito". Ma il presidente Orfini chiude: "Sono contrario". E parte sui social la campagna dei renziani contro l'accordo
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ROMA - Alla fine la prima condizione posta ai 5 Stelle da Maurizio Martina viene accolta. Luigi Di Maio - che per la prima volta non rivendica la premiership - esordisce dichiarando conclusa ogni trattativa con la Lega. L'aveva chiesto il segretario reggente dem. "Se i 5 Stelle confermano la fine di qualsiasi tentativo di un accordo con la Lega - aveva detto - siamo disponibili a valutare questo nuovo e importante scenario". Martina aveva poi assunto l'impegno "ad approfondire questo percorso di novità con tutto il partito, coinvolgendo in primo luogo i nostri gruppi  dirigenti. E la direzione nazionale deve essere chiamata a valutare ed eventualmente deliberare un percorso nuovo".

Con Martina si schiera l'ala dialogante del Pd composta in particolare dai sindaci di Milano Sala, di Bologna Merola, il sindaco di Palermo Orlando e dall'ex sindaco di Torino Fassino. E dai presidenti delle Regioni Piemonte e Lazio Chiamparino e Zingaretti. Il capogruppo del Pd alla Camera, Graziano Delrio, ha poi ribadito che "deciderà la direzione e che il risultato non è scontato: le differenze restano tante".

Ma all'apertura del segretario si contrappone la chiusura del presidente del partito e della corrente che si ispira a Renzi. Matteo Orfini su Facebook ha detto di "essere contrario all'accordo", impegnandosi tuttavia a convocare "al più presto la direzione del Pd". Con lui molti renziani stanno facendo una campagna social contro l'accordo riutilizzando l'hashtag #senzadime e #RenziTorna.

• DI MAIO DICHIARA CHIUSO IL 'FORNO' CON LA LEGA
Di Maio è stato tranchant sull'alternativa a un governo M5s-Pd. "Se fallisce con il Pd per noi c'è il ritorno al voto: decide Mattarella". In sostanza, si è detto contrario sia ad andare all'opposizione che a sostenere un governo alternativo, tecnico, del presidente, di scopo "o chi più ne ha...". Il leader grillino ha speso poi parole di distensione nei confronti del segretario dem. "Abbiamo apprezzato le parole di Martina: vanno nella direzione di una apertura. Noi ci siamo sui temi, per firmare un contratto di governo per il cambiamento di questo Paese, senza rinunciare ai nostri valori e alle nostre battaglie, dal reddito di cittadinanza alla lotta alla corruzione". "Qualsiasi contratto di governo - ha chiarito poi Di Maio - dovrà essere ratificato dai nostri iscritti sulla piattaforma Rousseau".

• MARTINA DOPO IL COLLOQUIO CON FICO: "SI PARTE DAL PROGRAMMA PD"
Il segretario reggente del Pd ha parlato al termine della consultazione con il presidente della Camera Roberto Fico, incaricato di sondare l'ipotesi di un governo M5s-Pd. Un faccia a faccia durato poco meno di un'ora.

Governo, Martina: "Pd disponibile a valutare accordo con 5stelle se chiudono con la Lega"

Martina ha detto anche altro, delineando i paletti dell'eventuale azione comune: "Abbiamo ribadito al presidente Fico che l'asse di riferimento fondamentale gira attorno ai 100 punti del programma del Pd, e in particolare alle tre sfide essenziali richiamate durante le consultazioni al Quirinale", quindi "l'Italia è chiamata a scegliere se contribuire a un stagione europeista o se ripiegare sul sovranismo. Noi siamo per un lavoro deciso perché l'Italia contribuisca, assieme alla Francia e alla Germania, a una nuova agenda europea; il rinnovamento della democrazia, al di là della deriva plebiscitaria; le politiche del lavoro e di contrasto alla povertà e alle diseguaglianze" rispettando "gli equilibri di finanza pubblica".

• IL DIBATTITO FRA LE VARIE ANIME DELLA GALASSIA DEM
Nella delegazione dem oltre a Martina, il presidente del Pd, Matteo Orfini e i capigruppo al Senato e alla Camera Andrea Marcucci e Graziano Delrio. Marcucci e Orfini, renziani, avevano più volte manifestato perplessità sul dialogo con il M5s; Martina aveva chiesto un dialogo, ma senza ambiguità, mentre il ministro Delrio - considerato un renziano moderato - non aveva chiuso a priori: nei giorni scorsi aveva anche auspicato un referendum tra gli iscritti sulle possibili soluzioni di governo. Prima dell'incontro con Fico, si erano tutti riuniti al Nazareno: un vertice che alcune fonti dem raccontano assai vivace. Marcucci e Orfini avrebbero sostenuto la necessità di tenere una linea più cauta e ferma, mentre Martina caldeggiava l'apertura al dialogo, a patto della chiusura del forno con la Lega.
Alla fine, con Delrio e Guerini mediatori, si era giunti a una sintesi su tre punti: stop chiaro al "forno" tra M5s e Lega, far partire la discussione dai cento punti del programma elettorale del Pd (che vuol dire non 'abiurare' quanto fatto dai governi di Matteo Renzi e Paolo Gentiloni) e far passare la scelta con un voto della direzione Pd. Direzione di cui si ipotizzano anche i possibili giorni di convocazione: mercoledì 2 maggio o, più presto, il 30 aprile. 
• SALVINI: "AMOREGGIARE CON IL PD È IRRISPETTOSO NEI CONFRONTI DEL VOTO"
La replica di Matteo Salvini alle parole del leader 5 Stelle non si è fatta attendere: "Di Maio mi accusa di essere irrilevante? Forse voleva dire "coerente" e leale, visto che lavoro da 40 giorni per formare un governo fedele al voto degli italiani. Amoreggiare con Renzi e con il Pd pur di andare al potere mi sembra invece irrispettoso nei confronti degli italiani e dei propri elettori. Se vuole smettere di polemizzare aiutarmi a ricostruire questo Paese io come leader del centrodestra sono pronto". 

In precedenza il segretario della Lega - dopo aver evocato una "passeggiata" su Roma - aveva insistito sull'imprescindibilità del centrodestra: "Io credo che bisogna partire dal centrodestra che ha vinto le elezioni. Non esiste un governo senza centrodestra". Più cauta la posizione del leader di FI: "Il presidente Sergio Mattarella - ha detto Silvio Berlusconi - sa quello che fa".

Ma sull'intera giornata di trattative politiche aleggia anche il monito del cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale italiana. Contro lo stallo politico del nostro Paese, "la Chiesa auspica che si arrivi ad una soluzione perché è chiaro che il vuoto di potere danneggia soprattutto i poveri", ha detto rispondendo ai giornalisti nel corso di una conferenza a Bruxelles.
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