Politica

Di Maio contro Salvini: "Dice no alle elezioni per i guai finanziari". Leghista: "Basta insulti, pronto a tavolo"

I due 'litiganti', Luigi Di Maio (M5s) e Matteo Salvini (Lega) (ansa)
Ancora frizione M5s-Lega anche se in serata il segretario del Carroccio, accusato dal candidato premier grillino di essersi piegato a Berlusconi, rilancia con toni conciliativi. Fedriga a Circo Massimo su Radio Capital: "Nuove trattative con il M5s o voto"
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ROMA - Il clima tra 5 Stelle e Lega si fa tesissimo. A lanciare l'attacco nei confronti di Matteo Salvini è il leader del Movimento, Luigi Di Maio. Prima su Twitter scrive: "Non è possibile nessun governo del cambiamento con Berlusconi e il centrodestra. Salvini ha cambiato idea e si è piegato a lui solo per le poltrone. Si torni subito al voto!". E posta una dichiarazione del leader leghista del 2012 in cui Salvini diceva "no a possibili assi tra Carroccio e il Cavaliere", "nessun leghista è disposto a puntare ancora su un'alleanza con Berlusconi".
Poco più tardi, in un post sul blog delle Stelle, l'attacco più duro. Di Maio allude ai problemi finanziari della Lega, a prestiti e fideiussioni del passato. "Noi non abbiamo alcun problema a tornare al voto perché ci sostengono i cittadini con le piccole donazioni. Altri invece si oppongono perchè, tra prestiti e fideiussioni, magari hanno qualche problemino con i soldi. Ma l'Italia non può rimanere bloccata per i guai finanziari di un partito".

Ma Salvini replica in serata con toni conciliativi. "Nonostante gli insulti - dichiara il leader della Lega - sono pronto domani mattina a mettermi a un tavolo con Di Maio". "A parlare di temi", precisa il segretario del Carroccio. Che ripete: "Ma senza insulti e senza pretendere fratture nel centrodestra".

Mai i toni erano stati così duri tra i due "vincitori" del 4 marzo. Il leader della Lega Matteo Salvini insiste sulla richiesta di un preincarico e replica a Di Maio: "Non rispondo a insulti e sciocchezze su soldi e poltrone, per noi lealtà e coerenza valgono più dei ministeri. Ed è da irresponsabili bloccare i lavori delle commissioni".

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Poi ribadisce il suo no a "un governicchio" di tutti: "Sono disponibile a mettere insieme un esecutivo, ma quelli di tutti giusto per fare poco o niente non mi piacciono", afferma a margine di una visita ad Euroflora in Liguria. E, a proposito di legge elettorale, aggiunge che basterebbe una piccola modifica: "Non siamo disponibili a inventarci una nuova legge elettorale. Chiunque dica che bisogna ricominciare daccapo vuol dire che vuole perdere due anni. Bisogna aggiungere una riga per far governare chi ha preso un voto in più", con un premio di maggioranza "non mi interessa se per la coalizione o per la lista".

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Sulla linea di Salvini è anche il neopresidente del Friuli Venezia Giulia: "Aspettiamo la decisione del presidente Mattarella, siamo fiduciosi, confidando nella sua saggezza - afferma Massimiliano Fedriga a Circo Massimo su Radio Capital -  Poi speriamo si passi al forno delle responsabilità".

"Ipotizzo un riavvio della trattativa di tutto il centrodestra con il Movimento 5 Stelle senza veti - spiega - Il Pd ha portato avanti politiche opposte alle nostre, non vedo compatibilità. Altrimenti l'unica strada è il voto dopo aver cambiato la legge elettorale".

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Ieri, la novità della giornata era venuta da Giancarlo Giorgetti. Il capogruppo della Lega alla Camera, nonché braccio destro di Salvini, ha confermato che il Carroccio non intende seguire Di Maio nella corsa precipitosa al voto, ma neanche dare soddisfazione a Silvio Berlusconi che insiste per un incarico al centrodestra convinto di trovare i non pochi che mancano in Parlamento. A Salvini non piacciono "soluzioni incollate con lo scotch, come trovare di volta in volta 40-50 parlamentari, per permettere di sopravvivere giorno per giorno", ha assicurato il capogruppo leghista. Giorgetti non ha però chiuso la porta alla possibilità di partecipare a un governo anche con M5S che modifichi la legge elettorale. Naturalmente con un paletto ferreo: si deve tornare a votare "in tempi rapidissimi". "Patti chiari, amicizia lunga, governo corto", ha aggiunto.
Sulla stessa linea anche l'ex governatore lombardo Roberto Maroni: "Consiglio ai due giovani leader Salvini e Di Maio di prendere in mano la situazione e fare un accordo per riscrivere subito la legge elettorale con premio di maggioranza e doppio turno". Ma il vento della giornata, oggi, sembra soffiare in un'altra direzione.
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