Politica

Salvini, attacco alla Ue: "Voglio guidare un governo che dica no alle eurofollie". Ma si dice pronto a un preincarico

Matteo Salvini (lapresse)
"No a un ennesimo esecutivo servo di Bruxelles, voglio mettere al primo posto l'interesse dell'Italia", dice il leader leghista. Forza Italia prova a scongiurare l'ipotesi del voto. Romani: "Penso che Salvini abbia il diritto di provare e, se non fosse possibile, si prendano altre decisioni ma non si può andare alle urne dopo solo due mandati esplorativi". Bernini: "Governo di centrodestra sostenuto da voti responsabili"
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"Mentre in Italia si litiga e si aprono e si chiudono i 'forni', la commissione europea propone un bilancio che toglie quasi 2 miliardi di euro agli agricoltori italiani nei prossimi sette anni, per finanziare le politiche a favore dell'immigrazione. Qualcuno vuole che nasca l'ennesimo governo servo di Bruxelles, io voglio guidare un governo che cominci a dire no alle eurofollie e metta al primo posto l'interesse dell'Italia. #Maipiùservi". Lo scrive su facebook Matteo Salvini, segretario della Lega oggi in versione euro-incendiaria in una giornata in cui tutto l'interesse politico sembra viceversa volto alla direzione del Pd.
Sullo sfondo del centrodestra resta però l'auspicio, e anche la pressione, non soltanto dello stesso Salvini, affinchè il presidente Mattarella - che lunedì farà partire un nuovo, rapido, giro di consultazioni -  offra una chance di provare a formare un esecutivo anche al capo della loro coalizione.

Il leader della Lega fa sapere di essere disponibile a ricevere un preincarico dal presidente Mattarella, se decidesse in questo senso. Ed è pronto ad andare in Parlamento e sulla base di un programma (immigrazione, Flat Tax, sostegno al reddito, abolizione della legge Fornero, riforma della giustizia) chiedere il sostegno ai parlamentari delle altre forze politiche. L'auspicio è che ci sia una convergenza da parte dei 5 stelle o comunque da un gruppo di deputati e senatori che condividano il progetto. Viene invece escluso ogni tipo di alleanza con il Pd".

Dal fronte di Forza Italia si prova soprattutto a scongiurare l'ipotesi del voto anticipato. Il senatore Paolo Romani dice: "Non si può andare alle urne dopo solo due mandati esplorativi". E ancora il senatore azzurro:"Dopo i due tentativi di Casellati e di Fico credo sia arrivato il momento di un mandato politico alla coalizione che ha vinto le elezioni non solo perché ha preso il 37% dei voti ma perché, come si fa sempre in democrazia, si contano i seggi conquistati e i seggi conquistati valgono il 43% di questo Parlamento".

"E' arrivato oggi il momento di verificare fino in fondo la possibilità di arrivare a un governo politico del centrodestra; mancano 20 senatori e una cinquantina di deputati. Penso che un atto di responsabilità da parte della classe politica debba essere fatto", rimarca l'esponente azzurro.

"Mi auguro che Mattarella arrivi a questa decisione. Penso che Salvini abbia il diritto di provare a fare un tentativo serio per verificare se ci sia la possibilità di formare questo governo. Se anche questo non fosse possibile - aggiunge Romani - si dovranno prendere altre decisioni ma non si può andare alle urne dopo solo due mandati esplorativi".

E "responsabilità" è un concetto che viene rilanciato anche da Anna Maria Bernini, capogruppo di Forza Italia al Senato. "A due mesi dal voto per noi la priorità è dare subito un governo al Paese...un governo di centrodestra, votato dagli italiani e sostenuto in Parlamento da voti responsabili, per rispondere presto e bene ai bisogni e alle esigenze del Paese".

In linea, Giorgia Meloni: "Chiamerò Salvini e Berlusconi per proporre che il centrodestra lunedì nelle consultazioni da Mattarella chieda un incarico pieno per andare in Parlamento. E se non ci saranno i numeri vorrà dire che sarà comunque un governo di centrodestra ad accompagnare l'Italia a nuove elezioni e non il governo Gentiloni", così la leader di Fdi.

Restano intanto in bilico i rapporti tra Salvini e gli M5s, dopo un post sul blog delle Stelle in cui il leader Luigi Di Maio ha fatto un'allusione ai problemi finanziari della Lega per giustificare il no di Salvini e alleati al voto anticipato. "Noi non abbiamo alcun problema a tornare al voto...altri invece si oppongono perchè, tra prestiti e fideiussioni, magari hanno qualche problemino con i soldi. Ma l'Italia non può rimanere bloccata per i guai finanziari di un partito", così il grillino. "Chiunque parli di soldi, regali e ricatti ineststenti a me e alla Lega lo querelo" ha replicato ieri sera un infuriato capo del Carroccio. Poi però, per non chiudere del tutto la porta: "Nonostante gli insulti sono pronto domani mattina a mettermi a un tavolo con Di Maio. A parlare di temi, ma senza insulti e senza pretendere fratture nel centrodestra". E oggi è un altro giorno. 
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