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A Isernia lo show di Grillo su Berlusconi: "Il nano riabilitato? Ora ci sono i che giovani che lo bullizzano"

Il suo spettacolo Insomnia si concentra sulla notizia del giorno: "Il ritorno di Silvio avvantaggia il mio repertorio". E ironizza: "Questo Paese non è mai andato così bene come ora che siamo senza governo"

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ISERNIA - In vestaglia, disteso sul letto in mezzo alla scena, scuote la testa. "Mi hanno riabilitato anche il nano, adesso", alludendo a Silvio Berlusconi. Il guru Grillo - che non ha smesso di divertirsi mentre fa politica - punge, graffia ma non affonda, nel suo show Insomnia: "E ora mi aspetto una bella campagna elettorale". Sottinteso: dal leader di Fi. "Così almeno il mio repertorio se ne avvantaggia, e che ca...". E poi: "Io non so come morirà, quello lì. Ma tanto lo eleggeranno anche da morto".

A un tratto, in mezzo al freddo Auditorium di Isernia, non proprio gremito, sembra sinceramente disarmato perfino lui. Il copione è ricco di racconto, ma spoglio di effetti o 'ritrovati' tecnologici. La destra, la sinistra, il Parlamento? "Parole vuote senza senso ormai, sono le città a contare, i servizi cui hai diritto, come spendono i soldi per il tuo quartiere", ribadisce Grillo. Così come lo stillicidio sul governo che non c'è. Il comico e fondatore del Movimento 5 Stelle, Imita le vocine petulanti dei cronisti: "Lo fate questo governo? E con chi lo fate?". E scherzando sull'assenza di una giunta a Isernia: "Vi lamentante che non avete un primo cittadino. Ma perché: io so chi va al governo?". Applausi.

Grillo atterra - letteralmente - dall'America a Fiumicino direzione quel Molise che ha appena visto sfumare il sogno della prima regione pentastellafa. "A me questa cittadina fa paura. Sono stordito, mi sento strano, qui fuori era troppo tranquillo. Passare in 24 ore da New York a Isernia. Nessuno ce la può fare". Sulla notizia del giorno: Berlusconi che torna elettoralmente redivivo: "E c'abbiamo Lui, il povero badante della nipote di Mubarack. Che adesso è oggetto di bullismo di due giovani". Risate. "Elezioni, non elezioni. Ma con Berlusconi anche la morte perde, si arrende, non ha senso. Perché lui, se muore, vedrete che continueranno ad eleggerlo anche dopo la morte. Come morirà non lo so. Boh. Un meteorite. Forse no, forse due seni compressi che lo schiacciano, soffocano. Boh". Quindi basta pressing e tensioni per far nascere il governo: un messaggio velato anche all'aut aut del Quirinale?

"Noi potremmo stare così anche 3 o 4 anni. La Borsa è ok, lo spread bene, il Pil va su dello 0,9 per cento. Noi non siamo mai stati così bene come in questi mesi che non si sa chi diavolo governa 'sto Paese. E mi rompete i coglioni a me: mi dite 'ci vuole il governo'. Ma vaffanculo". Ce n'è, sarcastico ma non cattivo per carità, anche per la Lega. "Qui nel 90 avanti Cristo, pensate, avete fatto una Lega AntiRoma. Ma la prima, quella vera, contro Roma Ladrona, che bello. Eh, adesso ci siamo anche noi con quelli là". Occhi che roteano, alla Grillo. "E non so cosa dire". E si accascia sul letto.

In mezzo alle sue carrellate preferite sulle economie del futuro, sulla vita sostenibile di Dubai o Luanda, sui premi Nobel e gli amici Renzo Piano o il compianto Dario Fo, insieme al sincero racconto della sua vita "malata di conoscenza, di curiosità, di vitalità", non può dimenticare Renzi o il presidente Napolitano. "Mi hanno fatto venire una gastrite pazzesca, con Renzi poi siamo arrivati al buco nero...". Poi riusa l'aneddoto della sua conoscenza da ragazzo con il futuro serial killer Donato Bilancia: "Ora, a uno che ha passato l'infanzia con Bilancia, che vuoi che gli facciano la destra, Renzi?".

Il pubblico ride. Poi la teorizzazione si fa seria. "Ma davvero destra e sinistra sono parole che non significano più niente. Sono parole al vento". Sì racconta come uno che non ci stava a capire più niente di come andavano i partiti, gli dicevano fatti curare. "Cioè. Da genovese. Dovevo andare da un estraneo, a raccontare i cazzi miei e dargli dei soldi? Ho preferito far venire gli estranei da me, tanti, moltissimi. E prendere io qualcosa da tutti loro. Però - sottovoce - ora lo posso dire? Io scherzavo".

È la strategia vincente adottata da Grillo già da un po'. Un passo di lato e la testa dentro. "Io dico solo: ma basta con questi settantenni, ottantenni al potere. Eterni. Non voglio fare discorsi retorici. Ma io ho lasciato fare ai trentenni, io l'ho fatto. Vaffanculo". Fine, sipario. Dopo però, in camerino, lontani i cronisti, fuori i cittadini semplici, solo una processione di neo eletti M5S al Parlamento. Il guru non è mai andato in pensione.
 
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