Politica

Pd: offerta di Renzi per evitare la conta. No di Orlando. Calenda: "Emiliano indecente, va mandato a casa"

Matteo Renzi durante una direzione del Pd 
Tentativo di mediazione, a poche ore dall'inizio dell'assemblea. Il ministro dello Sviluppo attacca il governatore pugliese che ha dichiarato il suo sostegno al contratto M5s-Lega
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ROMA - A 24 ore dall'appuntamento a cui guardano tutti i big del Pd, Matteo Renzi avrebbe deciso di tentare la strada della mediazione. Non si esclude infatti che l'ex segretario possa rinunciare all'annunciato intervento di apertura domani in assemblea. Un gesto per porre fine alle liti interne: nel momento in cui M5s e Lega stanno chiudendo l'accordo di governo - e dopo l'appello dei professori cattolici che al Pd "Fermiamoci: stiamo andiamo in direzione opposta rispetto all'idea dell'Ulivo" - è doveroso evitare di parlare delle diatribe nel Pd e puntare invece alle proposte da avanzare per mettere al sicuro l'Italia. Ma alla vigilia di una assemblea che si vuole pacifica, arriva il no di Orlando. E scoppia una lite tra Carlo Calenda (insieme ad alcuni deputati dem), e Michele Emiliano che ha dichiarato il suo sostegno al contratto M5s-Lega. "È indecente, va mandato a casa", tuona il ministro dello Sviluppo.

A proposito delle dinamiche interne alle anime dem in vista dell'assemblea di domani, l'ex segretario è sempre convinto della necessità di tenere un congresso vero, ma sui tempi frena. La decisione di quando organizzare il congresso può essere anche posticipata tra qualche mese perché al momento la priorità è quella di rispondere al contratto del governo giallo-verde. Maurizio Martina, secondo lo schema disegnato dai renziani, dovrebbe prendersi comunque l'impegno per convocare il congresso in autunno, passando per una nuova assemblea da convocare dopo i ballottaggi delle amministrative.

A tenere i contatti con le varie aree del partito, per concretizzare questa soluzione, in queste ore è Lorenzo Guerini, ma sarebbe d'accordo anche una buona parte dei big del partito. Contraria invece l'area che fa capo ad Andrea Orlando: "Mi auguro che tutti siano coerenti con gli impegni assunti nell'ultima direzione nazionale e che domani Martina venga eletto segretario", dice il coordinatore dell'area, Andrea Martella. "Si tratta di un passaggio indispensabile, sia per il delicato momento politico che il Paese sta attraversando sia per la necessità che il Pd venga traghettato rapidamente verso un congresso che finalmente faccia chiarezza sulla sconfitta strategica del 4 marzo e sulle relative responsabilità e che apra una fase costituente, per la costruzione di una nuova e moderna sinistra", conclude Martella.

Questo nuovo tentativo di distensione arriva dopo le dichiarazioni di ieri del responsabile della comunicazione del Pd, Matteo Richetti, secondo cui "il congresso serve e lo si fissa. Ma Martina può essere il traghettatore di questo partito se non sarà candidato al congresso". Sempre sul partito Richetti aveva precisato: "Mai come in questo momento c'è bisogno del Pd e mai come in questo momento il Pd non è pronto a questa risposta. Questo tema non risponde a una data o al mese del congresso o a una persona che si candida. Risponde a un progetto politico".

• CALENDA CONTRO EMILIANO: "È INDECENTE, VA RIMANDATO A CASA"
"Un signore che inneggia al programma di governo di Lega-M5s, che fa campagna per loro, che accusa il governo Pd di essere corrotto e responsabile delle morti dell'Ilva, ma non ha la dignità di andarsene perché altrimenti perde la poltrona deve essere mandato a casa. #indecente". Lo scrive Carlo Calenda sul suo profilo Twitter, rispondendo a un utente che gli chiede delle parole di Michele Emiliano sul contratto Lega-M5s chiedendo però di non "cacciare" per questo il governatore pugliese dal Pd.

Il ministro dello Sviluppo risponde poi (mettendo in copia Martina) con un esplicito "ma quando vogliamo suonare il gong" al tweet del deputato dem Ivan Scalfarotto che attacca: "Leggo che @micheleemiliano sostiene 'dalla prima all'ultima clausola il 'contratto' gialloverde. Ne tragga dunque le conseguenze e si iscriva, a sua scelta, alla #Lega o a #M5S. Magari prima dell'Assemblea di domani, sarebbe un bel segnale di coerenza. Aspettiamo fiduciosi".

"È davvero stupefacente che Emiliano affermi di condividere il contratto di governo tra M5S e Lega", dice poi la senatrice del Pd Simona Malpezzi, aggiungendo tra le altre cose: "Io mi auguro che non l'abbia letto e che le sue siano dichiarazioni superficiali. Se così non fosse mi chiedo come lui possa militare nel Pd. Quel contratto con il nostro partito non ha nulla a che vedere".

Sulla stessa linea la deputata Alessia Morani, che sullo stesso tema scrive su Twitter scrive: "Quindi mi pare di capire che Emiliano è d'accordo a fare il condono fiscale, a discriminare i bambini stranieri negli asili nido e contemporaneamente ad abolire l'obbligatorietà dei vaccini. Solo per fare alcuni esempi, andiamo di bene in meglio".

Su Facebook, il deputato Gianluca Benamati scrive: "Sono assolutamente stupito dalla dichiarazione di Michele Emiliano, che condivide il cosiddetto 'contratto' fra Lega e Movimento 5 Stelle. Un programma che si scontra non solo con le nostre politiche e i nostri impegni in campagna elettorale ma con la realtà stessa".

• EMILIANO: "CONTRATTO COMPATIBILE CON PROGRAMMA PUGLIA"
"Ho letto il programma e l'avrei sottoscritto dalla prima all'ultima clausola - ha affermato Emiliano a SkyTg24 - nella sostanza e nella forma è compatibile con il programma della Puglia e compatibile con istanze di progresso. Il M5s non ha niente a che fare con Viktor Orban. Il Pd poteva stare al tavolo e contribuire a scrivere quel programma, ma Renzi non ha voluto".
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