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Lega-M5S, a Roma e in Veneto le prime crepe dell'alleanza giallo-verde

(ansa)
Raggi contro la proposta salviniana degli "asili nido gratis per i cittadini italiani". E in Veneto i 5Stelle guidano l'opposizione a Zaia sulla nuova legge elettorale
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ROMA - Basta distogliere lo sguardo da Palazzo Chigi. E rivolgerlo ai territori. Anzi: a due simboli del potere costruito e conquistato da Lega e Movimento 5 Stelle. La Roma di Virginia Raggi e il Veneto dell’eterno Luca Zaia. Perché è proprio lì che la patina del “tutto va bene, cambiamo l’Italia” sembra non sostenere l’urto della realtà. E’ lì che l’asse di ferro tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio riceve i primi colpi significativi. E significativi perché provengono dall’interno. Le prime contraddizioni. Il manifestarsi del fatto che su alcuni temi di fondo Lega e 5Stelle sono del tutto incompatibili.
 
Raggi e gli asili nido. Partiamo da Roma. Il caso è relativo a un passaggio del “contratto per il cambiamento” siglato dai due leader dell’alleanza giallo-verde: quello relativo agli “asili nido gratuiti per i bambini italiani”. E se partiti di centrosinistra e associazioni hanno già indicato il potenziale xenofobo dell’affermazione, la Raggi è autrice di una chiusura netta. "Credo si dovrebbe andare sul criterio della residenza", ha detta la sindaca durante un’intervista a Piazzapulita.
 
E a chi le ha chiesto se lei lo farebbe a Roma, ha risposto: "Non lo sto facendo e non ho alcuna intenzione di farlo. C'è il Parlamento che poi deciderà. Questa è una proposta di Salvini". Come a certificare una divisione di fatto tra prerogative e aree di azione politica tra i due contraenti del patto di governo. Una “spartizione” che potrebbe incidere sugli equilibri di tutto il governo.
 
Contro Zaia. Poi il caso Veneto. Con i grillini eletti in Consiglio regionale che trattano il Carroccio targato Zaia come il principale nemico. Il tema qui è quello della nuova legge regionale che garantirebbe all’attuale governatore la possibilità di ricandidarsi nel 2020 per un terzo mandato. "La nuova legge elettorale del Veneto è un Win For Life che la Lega ha creato a sua immagine e somiglianza, per potersi garantire poltrone, stipendi e potere senza limiti". Così i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle.
 
E chissà se ai salviniani veneti saranno piaciuti i toni che i 5Stelle hanno usato sul tema delle pluri-candidature: “un vero e proprio veleno per il concetto stesso di rappresentatività. Questo sistema elimina ogni contatto con il territorio e annulla la possibilità di fare in modo che i voti vengano effettivamente rappresentati in aula". Altre polemiche sulla norma in base alla quale i 10 assessori saranno tutti esterni, nominati direttamente dal presidente della giunta.
 
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