Politica

Bassetti (Cei): "La politica non cavalchi odio e razzismi". E chiede ai cattolici di fare politica "o si rischia l'irrilevanza"

Gualtiero Bassetti, presidente della Cei (ansa)
Il presidente della Conferenza episcopale italiana durante la "Veglia di preghiera per l'Italia" animata dalla Comunità di Sant'Egidio. E ai cattolici spiega che non è il tempo per restare fuori dalla politica: "Dobbiamo difendere i nostri valori o rischiamo l'irrilevanza"
2 minuti di lettura
ROMA - Ricorda che c'è "un'umanità italiana che non dobbiamo perdere o lasciar stravolgere da odi o razzismi, ma incrementare e trasmettere ai nostri figli". Così, oggi, il presidente della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti, a Roma nella Basilica di Santa Maria in Trastevere per la "Veglia di preghiera per l'Italia" animata dalla Comunità di Sant'Egidio. Bassetti non dimentica quanto avvenuto prima della formazione del governo con una "rabbia sociale" esplosa "persino contro la persona del presidente della Repubblica e la sua misurata e saggia azione di garanzia di tutti i concittadini". E anche per questo invita a "una svolta nella vita del Paese per cominciare a lavorare insieme: è, infatti, eticamente doveroso lavorare per il bene comune dell'Italia senza partigianeria, con carità e responsabilità, senza soffiare sul fuoco della frustrazione e della rabbia sociale".
Bassetti inizia il suo discorso ricordando "il dono di una patria, di una comunità nazionale".

Ognuno, dice, "riceve il dono di una patria: forse c'è chi lo riceve con più opportunità chi con meno, ma tutti hanno una patria". E ancora: "Forse non abbiamo riflettuto al gran dono di Dio rappresentato dall'avere una patria. È scontato. Ma coloro che l'hanno persa o che ne sono stati scacciati o l'hanno dovuta abbandonare, sanno bene quale valore essa abbia. Tanti rifugiati e profughi cercano una patria con un volto materno. In guerra - e ricordo i racconti della mia infanzia - si capisce il valore di una patria in pace".

Dopo le preoccupazoni sorte nelle scorse settimane per le vicende politiche italiane, Bassetti fa sentire la voce della Chiesa offrendo i "migliori auguri di buon lavoro al nuovo governo", auspicando anche che sia "al servizio del bene comune del Paese". Per il capo dei vescovi "tutte le forze politiche, gli operatori della comunicazione, i responsabili a qualunque titolo" non devono badare "all'interesse immediato e di parte!". "Si ricordino - dice - delle parole del profeta Osea: 'E poiché hanno seminato vento/ raccoglieranno tempesta'".
.
La preoccupazione di Bassetti è per "tanti mondi, specie le periferie delle nostre città, lacerati, in cui alla fatica quotidiana di vivere - e spesso è tanta! - si aggiungono nuovi conflitti e diffidenze. C'è un tessuto umano da ritessere in questi angoli di mondo e in tutta la società civile italiana in nome della pace civile e sociale". Per la Chiesa spendersi per un Paese unito è compito imprescindibile. I vescovi anzitutto devono "essere capaci di unire l'Italia e non certo di dividerla". E ancora: "Occorre difendere e valorizzare il sistema-Paese con carità e responsabilità. Perché il futuro del Paese significa anche rammendare il tessuto sociale dell'Italia con prudenza, pazienza e generosità". "Il mondo intero ha bisogno di un'Italia in pace, perché siamo tutti interdipendenti. L'Italia dà all'Europa, al Mediterraneo, al mondo un grande contributo di servizio alla pace, di cultura, di lavoro, di sviluppo".

E poi lancia l'appello ai cattolici:  "Non bisogna avere paura della politica ed essere assenti! L'ho detto ai cattolici fin dall'inizio del mio mandato, come presidente della Cei, e - dopo l'esperienza di questi mesi - lo ripeto con maggiore convinzione: non abbiamo paura della responsabilità politica".  "Non lo dico perché favorisca l'uno o l'altro disegno politico. Non è compito dei pastori!", ha aggiunto. "Credo che i cristiani, in un momento così serio della nostra storia, non possano essere assenti o latitanti, con i loro valori, anzi - come diceva Paolo VI - quali 'esperti di umanità'. Sì, non possano disertare quel servizio al bene comune che è fare politica in democrazia. Rischieremmo l'irrilevanza",






 
I commenti dei lettori