Politica

Cirinnà bloccata su Twitter da Fontana: "I grandi combattenti vincono anche senza social"

La parlamentare Pd,  promotrice della legge sulle unioni civili, si dice stupita: "Il ministro era stato così gentile quando ero andata a parlarci in Senato". Ma poi attacca: "Temo le conseguenze culturali di questo clima. E che si vogliano punire i genitori attraverso i bambini"

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ROMA. "Sono davvero sorpresa perché io non gli avevo mai scritto su Twitter né avevo citato il suo account. Diciamo che la sua è stata una mossa preventiva". Monica Cirinnà - bloccata su Twitter dal ministro Lorenzo Fontana - esprime un misto di stupore e dispiacere. "Forse non è lui a gestire direttamente i suoi social", dice la promotrice della legge sulle unioni civili. "Eppure pensavo di aver fatto un bel gesto andandogli incontro in Senato prima del dibattito sulla fiducia".

Come si è accorta di essere stata "messa in quarantena" dal ministro?
"Per caso. Un mio follower ha segnalato di essere stato bloccato da Fontana e sono andata a controllare se era capitato anche a me".

Ma come era andato l'incontro in Senato, quando lei si era presentata da Fontana con la maglietta rosa, a sostegno delle famiglie arcobaleno?
"Bene, era stato molto gentile. C'era poco tempo a disposizione, la presidente aveva già suonato la campanella. Gli avevo detto che ci tenevo a parlargli di persona, visto che ci eravamo già scontrati a distanza. Io ci tengo ai rapporti umani. Anche perché sono abituata ad essere attaccata. Era stato cordiale. Spero che bloccarmi su Twitter sia stata solo l'iniziativa infelice di un social media editor. Ricordo che negli Stati Uniti una giudice ha stabilito che il presidente Trump non può bloccare chi lo critica sui social".

Conte in Senato, Cirinnà (Pd) in Aula con la maglietta delle famiglie arcobaleno


È stato un tentativo di mettere a tacere la voce dell'opposizione?
"Quando si parla di diritti civili non mi sento minoranza, opposizione. Parlo da parlamentare che difende principi sanciti dalla Costituzione".

Cosa si aspetta da questo governo? Pensa che ci saranno interventi normativi o che sui diritti la Lega si limiterà alla propaganda?
"Nel contratto non c'è una riga su queste materie. D'altra parte sono temi divisivi per la maggioranza, c'è una parte dei Cinquestelle a disagio per uscite come quelle di Fontana. Il punto è che un ministro della Repubblica che ha giurato sulla Costituzione deve difendere tutti i bambini, anche quelli che hanno due mamme o due papà. Il mio timore è che vogliano colpire i genitori attraverso i bambini". 

Sul piano culturale quale può essere la conseguenza?
"Quando la politica tira il freno a mano, anche il cammino dei diritti si riempie di ostacoli. Penso ai papà e alle mamme che stanno cercando di far registrare i propri figli all'anagrafe, penso a chi è in attesa di una sentenza su un'adozione. Ma penso anche a come devono sentirsi questi ragazzi. A quanto sono offesi da questi messaggi. Ecco, la mia preoccupazione è proprio sul piano culturale. Anché perché, rispetto ad altre promesse elettorali, intervenire sui diritti civili non ha un costo di bilancio".

Cosa dirà al ministro Fontana al prossimo incontro? Gli parlerà di questo stop su Twitter?
"Che una voce non si zittisce solo perché non parla su Twitter. I combattenti vincono le battaglie importanti anche senza social"
 
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