Politica

Il Sap festeggia Salvini: "Ama le divise e il programma sulla sicurezza l'abbiamo scritto noi"

Il sindacato autonomo di polizia incensa il neo-ministro sul proprio bollettino. E racconta di aver scritto la parte dell'accordo tra Lega e M5S sulla sicurezza
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Apertura del giornale cubitale, “un Ministro che ama le divise”. Poi c’è la faccia di Matteo Salvini sorridente con addosso la maglietta della polizia – se la mise un Ferragosto al tradizionale comizio di Ponte di Legno, due anni fa, scatenando proteste a non finire – e un editoriale del neosegretario generale del Sap, il più nutrito sindacato autonomo di polizia con 20mila iscritti. Nel quale, excusatio non petita, Stefano Poloni ci tiene a sottolineare: “Questa non è piaggeria, sono fatti!”.

Quando il Sap venne fondato, nel 1976, una delle ragioni della sua creazione fu che "sosteneva l’equidistanza da tutte le forze politiche quale valore irrinunciabile nell’azione di rappresentanza dell’operatore di polizia". Altri tempi. Oggi lo storico segretario Gianni Tonelli è un deputato della Lega Nord e il Sap si ritrova a fare propaganda, neanche tanto velata, per il Carroccio. Il benvenuto di Poloni a Salvini è degno di un corsivo della Padania dei tempi che furono: il neo ministro "più e più volte ha voluto vedere con i suoi occhi lo stato di debilitazione in cui versa l'apparato della pubblica sicurezza (...) diverse volte gli abbiamo sentito dire 'io sto con i buoni e non con i delinquenti'". Così il bollettino Sap Flash (di cui direttore responsabile è sempre Tonelli) esalta il capo del Viminale il quale, da anni, rivendica per i poliziotti le "mani libere". Dizione inquietante se si pensa ai numerosi casi di violenze subite da semplici cittadini da parte di uomini in divisa, da Stefano Cucchi a Federico Aldrovandi passando per Giuseppe Uva.

Sempre secondo il Sap, la parte del contratto di governo tra Lega e Cinque Stelle in cui si parla di "sicurezza e legalità" (il punto 23), "l'abbiamo scritta noi". Comunque sia, le posizioni del Sap, in perfetta linea con il law & order della nuova Lega nazionalista, sono note da tempo. Tonelli riferendosi a Cucchi disse che "se uno ha disprezzo per la propria condizione di salute, se uno conduce una vita dissoluta, ne paga le conseguenze". E fu tra quelli che applaudì ad un congresso del suo sindacato gli agenti condannati per la morte di Aldrovandi: "I nostri colleghi, ingiustamente condannati, hanno patito un danno infinito", spiegò allora. Ora il suo nome è tra quelli che girano come sottosegretario agli Interni. Se mai lo diventasse, chissà che copertina gli riserverà il bollettino del suo sindacato...
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